joe biden
1 – LA SCELTA PROBABILE DI BIDEN PER IL PENTAGONO NON È UNA VITTORIA PER IL FEMMINISMO
Estratto dell’articolo di Arwa Mahdawi per www.theguardian.com
Flournoy è ampiamente considerata come uno dei consiglieri più aggressivi di Obama e ha contribuito a ideare l'escalation della disastrosa guerra in Afghanistan. Ha chiesto un aumento della spesa per la difesa, sostenendo in un editoriale del Washington Post nel 2017 che Trump aveva "il diritto di aumentare la spesa per la difesa". Si è lamentata del fatto che Obama non abbia usato abbastanza la forza militare, in particolare in Siria. Ha sostenuto le guerre in Iraq e Libia. Ha legami redditizi con gli appaltatori della difesa e fa parte del consiglio di Booz Allen Hamilton.
hillary clinton michele flournoy
2 – USA 2020, BIDEN PRONTO A NOMINARE BLINKEN SEGRETARIO DI STATO
(LaPresse/AP) - Il presidente eletto Usa Joe Biden dovrebbe nominare Antony Blinken come segretario di Stato, secondo molte persone che hanno familiarità con la pianificazione del team Biden.
michele flournoy
Blinken, 58 anni, è stato vice segretario di Stato e vice consigliere per la sicurezza nazionale durante l'amministrazione Obama e ha stretti legami con Biden. Se nominato e confermato, sarebbe una forza trainante nel tentativo dell'amministrazione entrante di riformulare le relazioni degli Stati Uniti con il resto del mondo dopo quattro anni in cui il presidente Donald Trump ha messo in dubbio le alleanze di lunga data.
tony blinken
I consiglieri per la transizione del presidente eletto hanno detto che i primi annunci di governo saranno fatti domani. Fra gli altri nomi che circolano, Michele Flournoy, un veterano dei lavori politici del Pentagono, è candidato a guidare il Dipartimento della Difesa. Jake Sullivan, consigliere di lunga data di Biden e Hillary Clinton, è fra i papabili per diventare consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. C'è poi Linda Thomas-Greenfield in pole per diventare ambasciatrice Usa all'Onu.
3 – SE BIDEN METTE MICHÈLE FLOURNOY AL PENTAGONO
Estratto dell’articolo di Paola Peduzzi per “il Foglio”
tony blinken joe biden
(…) Michèle Flournoy è considerata un falco in politica estera, anzi: negli ambienti pacifisti di sinistra è stata definita “l’angelo della morte che sostiene le guerre senza fine dell’America”. Nel 2004, la Flournoy scrisse assieme ad altri esperti il manifesto dell’internazionalismo progressista – è la teoria dell’interventismo umanitario nata negli anni Novanta con Tony Blair e Bill Clinton e poi traghettata negli anni Duemila dai falchi liberal – posizionandolo così: “L’internazionalismo progressista occupa il centro vitale tra la destra neoimperiale e la sinistra non interventista”.
donald trump
Era il compimento del pensiero della Flournoy espresso nel 1997 nel Quadrennial Defense Review che i suoi detrattori citano per dire: non è di sinistra. Allora scrisse: “Quando si tratta di interessi vitali in pericolo (…) dobbiamo fare quel che serve, whatever it takes, per difenderli, incluso, quando necessario, l’uso unilaterale della forza militare”.
michele flournoy pentagono
Quando fece il suo debutto al primo mandato di Obama come sottosegretario al Pentagono, la Flournoy era chiamata la “neocon”, perché aveva firmato un documento sponsorizzato dal Project for the New American Century, ormai defunto, per chiedere al Congresso di “aumentare in modo sostanziale le dimensioni dell’esercito”: spingeva per una politica estera “forte, pragmatica e morale”.
Dello slancio iniziale era rimasto soprattutto il pragmatismo, ma come aveva detto la Flournoy intervistata dal Foglio nel 2012 “il pragmatismo non è senza princìpi”. In Ucraina, l’ultimo scenario in cui l’abbiamo vista all’opera, la Flournoy era a favore di aiuti militari “letali” da parte degli Stati Uniti e della Nato per contenere e respingere le forze russe nell’est del paese.
michele flournoy john paxton
Era la posizione più falca, quella che sosteneva anche Joe Biden, che quando gli dicevano che c’era un rischio di escalation con Mosca, rispondeva: non è un rischio, sta già accadendo. E’ da qui, da questa dottrina ben più interventista rispetto a quella obamiana, che parte il presidente eletto, e ripartirà forse la Flournoy, se dovesse essere scelta come la prima donna a capo delle Forze armate d’America.
jake sallivan (a destra) tony blinken joe biden linda thomas greenfield john kerry blinken anthony blinken michele flournoy 2
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