Gianmarco Aimi per rollingstone.it
richard benson
Rappresenta il suo riscatto. Un debito di riconoscenza da estinguere con la musica, oltre che con un talento per anni oscurato – dopo esordi di tutto rispetto – dietro a polli lanciati sul palco, insulti presi e restituiti ai fan, le urla sempre più grottesche verso le telecamere di tv locali, dove si era costruito un personaggio che funzionava, certo, ma che lo aveva relegato nell’ambito del trash più pecoreccio. Ora Richard Benson, dalla dimensione in cui è volato, si farà comunque una grassa risata. Soprattutto quando vedrà comparire lo stupore sui volti di chi ascolterà i brani inediti ai quali ha lavorato fino a poche ore prima della scomparsa, avvenuta nel maggio scorso all’età di 67 anni.
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In anteprima per Rolling Stone, siamo in grado di anticiparvi quello stupore che vi accompagnerà nell’ascolto di Processione, il primo singolo la cui uscita è prevista per domani, 4 giugno, e che anticipa l’album. Prodotto dall’etichetta 1901 Artist, non ha niente a che vedere con i lavori del suo recente passato. Via tutti gli orpelli del metallo tanto cari agli estimatori del personaggio Benson, tornano invece tutte le influenze più nobili del Benson chitarrista virtuoso: dalla band d’esordio prog rock Buon Vecchio Charlie al Banco del Mutuo Soccorso agli Osanna, fino ai Van der Graaf Generator e i ai Soft Machine, con i quali condivise il palco negli anni ‘70 nel mitico Festival pop di Villa Pamphili a Roma. Grazie a chi lo ha supportato in questo progetto, in Processione, come in altri pezzi del disco, ci sono anche echi di rock sinfonico.
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A raccontarci come è nato l’album ci hanno pensato i produttori Francesco James Dini e Marco Torri, che hanno conosciuto Benson per caso, come successo a molti, attraverso i social. «A inizio febbraio del 2022 ci siamo imbattuti in un video nel quale eseguiva un brano accompagnandosi con la chitarra acustica. La canzone, pur essendo registrata in bassa qualità, ci aveva colpito, sia per l’enorme potenziale, sia per il giro armonico che per il testo. Ci siamo detti: ti immagini questo pezzo prodotto come si deve? Sarebbe una bomba. E come una sfida ci siamo risposti: chiamiamolo e facciamolo».
Così sono iniziate una serie di telefonate, poi gli incontri nella clinica dov’era ricoverato e successivamente negli studi di registrazione per concretizzare quel sogno. E scoprendo che Richard, nella struttura che lo ospitava, non aveva smesso di fare il talent scout: i testi di queste canzoni, infatti, sono firmati anche da Cinzia Colibazzi, l’operatrice che lo aveva in carico e che mai prima di allora si era approcciata alla musica.
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«Il primo incontro è avvenuto nello studio mobile di Roma, creato grazie all’aiuto di Emanuele Spreafico, ed è stato qualcosa di surreale», spiegano i produttori, «perché è impossibile dire se fosse più forte la nostra emozione o la sua. Di sicuro noi siamo rimasti colpiti dall’energia vocale sprigionata da Richard, che al primo take ha fatto letteralmente tremare le pareti della stanza».
Così nasce un rapporto che è andato al di là della musica e che si sente nella cura del dettaglio già in questo primo singolo: «Un rapporto profondo di amicizia e di gratitudine reciproca. Lui aveva compreso che l’operazione non mirava solo a una produzione discografica, ma alla “pulizia” della sua figura e alla rivalutazione di un artista mai completamente compreso dal grande pubblico.? E ci siamo sempre sentiti in debito con Richard per i momenti di allegria e spensieratezza che ci ha donato nel corso degli anni, per cui speriamo con questo lavoro di aver ripagato almeno parzialmente il nostro debito».
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Le registrazioni di Processione, come dell’intero disco, si sono svolte tra Roma, Bergamo e Los Angeles, curate da Francesco James Dini, Marco Torri e Giorgio Canini. Il mastering invece è stato curato a Norimberga da Chris Beyerlein. E della line up completa fanno parte Richard Benson alla voce e alle chitarre acustiche, Simone Sello e Alberto Orsi alle chitarre elettriche, Alice Lane Pandini al basso, Marco Torri alla batteria e Valerio Baggio alle orchestrazioni. La copertina del singolo è stata realizzata da Romano Dubbini.
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