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    LILIANA FIORELLI, LA NUOVA FERILLI – UNA BOMBA DI SENSUALITA' IN MODALITA' MULTI-TASKING: IMITATRICE (A "QUELLI CHE IL CALCIO"), ATTRICE AL CINEMA ("CONFUSI E FELICI") E SUL WEB CON IL GRUPPO “LE COLICHE'', E ORA ANCHE CANTANTE: IL SINGOLO D’ESORDIO FA SUBITO BOOM – “DA BAMBINA NELL'ARMADIO CANTAVO I NIRVANA E LE SPICE GIRLS. FAREI VOLENTIERI UN MUSICAL, TIPO UN ''LA LA LAND'' ITALIANO E MI CANDIDO PER ESSERE LA PROSSIMA POPSTAR ITALIANA... '' – VIDEO


     
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    FEDERICA MANZITTI per il Corriere della Sera - Roma

     

     

    «A un certo punto mi sono accettata multi-potenziale». Dopo anni passati a non saper bene come rispondere alla domanda «cosa farai da grande?» Liliana Fiorelli ha preso coscienza che la sua è una risposta multipla.

     

    Liliana Fiorelli Liliana Fiorelli

    Imitatrice con una stagione di Quelli che il calcio appena conclusa, attrice al cinema come in Confusi e felici di Massimiliano Bruno o Fortunata di Sergio Castellitto, qualche volta a teatro, spesso sul web, ad esempio con il gruppo Le Coliche, infine autrice di testi comici e soggetti. Ma ancora non bastava.

     

    Pochi giorni fa la ragazza nata a Monte Mario nel 1990 ha tirato fuori dal cappello un'identità di musicista pubblicando il singolo Giorno Zero . «Orgogliosamente pop» sottolinea durante le riprese del videoclip che, promette, sarà come la canzone: un inno alla felicità delle piccole cose. L'idea di incidere un brano è arrivata durante il lockdown? «Il testo è nato negli ultimi mesi, ma il mio rapporto con la musica risale a molto prima, quando bambina cantavo nell'armadio per non farmi sentire.

     

     

    Liliana Fiorelli Liliana Fiorelli

    A 7 anni, giurando a me stessa che non avrei mai cantato, ho capito di essere molto connessa con la musica». Un giuramento rotto a metà quando ha interpretato la caricatura di Levante e di altri artisti indie.

     

    Era per ridere, ma adesso fa sul serio. Cosa è successo? «Durante il lockdown ho aperto un regalo non ancora scartato: un ukulele. Ho cominciato a suonarlo, ho mandato il vocale a un musicista vero, Alessandro Forte, e come in un film lui ha deciso di produrlo».

    Liliana Fiorelli Liliana Fiorelli

     

     

    Domani a Fiano Romano riceverà il premio Giuseppe De Santis come attrice emergente. L'ultimo film in cui ha recitato, «Il Regno» di Francesco Fanuele è uscito sulle piattaforme pochi giorni fa.

     

    Stanca? «Entusiasta. Alla rassegna "Lo schermo è donna" sarò insieme a colleghi del cinema che stimo. Il De Santis non solo è prestigioso, è un riconoscimento importante per una carriera versatile come la mia. Domani lo dirò: il premio è in buone mani, sono orgogliosa del mio percorso e so che è d'ispirazione per le nuove generazioni che non vogliono chiudersi in un ruolo prestabilito».

    LILIANA FIORELLI LILIANA FIORELLI

     

    Quindi la comicità è un capitolo chiuso? «Apertissimo. Dopo aver preso Parte al nuovo CCN di Michela Giraud, su Comedy Central, il canale dedicato di Sky, sta per uscire I predatori , film d'esordio di Pietro Castellitto (figlio di Sergio, ndr ). La commedia è una grande palestra».

    Liliana Fiorelli Liliana Fiorelli

     

    Ha fatto sentire il suo singolo a Levante? «Non ancora. Scherzi a parte, la stimo davvero. Da bambina nell'armadio cantavo i Nirvana e le Spice Girls. Il pop è una grande cosa, ha onorato molte donne e io mi candido per essere la prossima popstar italiana (ride)».

     

    C'è qualcos' altro che vorrebbe fare? «Ho tante canzoni nel cassetto. Quando hai gli ingredienti ti viene voglia di preparare una torta. Potrei fare un disco con l'etichetta con cui ho firmato un contratto, Rivoluzione Dischi. Farei volentieri un musical, tipo un La La Land italiano. Le canzoni che scrivo vengono fuori come immagini, piccole storie da raccontare. Sarebbe bello portarle sul palco.

     

    LILIANA FIORELLI LILIANA FIORELLI

    L'esigenza di sentirmi totale è innata, ma mi ispiro anche alla formazione ricevuta a Los Angeles da Lee Strasberg. Lì devi dare corpo alle tue abilità, lavorare in team. Come l'arcobaleno: è bello perché ha tanti colori» .

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