1 - INSABBIAMENTI, ACCUSE, DUBBI TUTTE LE PISTE SULLA TESI DEL CONTAGIO IN LABORATORIO
Alberto D’Argenio per “la Repubblica”
DONALD TRUMP MIKE POMPEO
Il governo cinese «ha fatto un orribile sbaglio», Donald Trump torna sulle accuse del suo segretario di Stato Mike Pompeo e annuncia: «Pubblicheremo un rapporto molto forte su quel che crediamo sia accaduto. Sarà preciso e definitivo». Il presidente però è più vago del capo della diplomazia. Le sue allusioni sembrano riferirsi soprattutto all' omertà e alla censura di Pechino; mentre non riprende la pista del laboratorio di Wuhan. Le Borse hanno subito nuovi cali, legati proprio ai timori di una guerra fredda Usa-Cina.
È questa la parte più consistente del dossier americano. È anche quella su cui si diffonde estesamente un rapporto delle comunità d' intelligence dei "Cinque Occhi", i servizi di spionaggio alleati dei Paesi anglofoni. «Hanno cercato - dice Trump - di insabbiare le notizie, di nasconderle. È come cercare di nascondere un incendio. Non ci sono riusciti».
LABORATORIO DI WUHAN
Le prove abbondano, e su questo fronte Pechino continua a fornirne di nuove. È di ieri un reportage del New York Times sui familiari delle vittime di Wuhan minacciati dalla polizia. Una fonte dell' amministrazione Trump, citata da Cnn , si spinge a parlare di aperta mala fede da parte di Pechino: secondo le dichiarazioni di quello che definisce «un funzionario della Sicurezza interna», la Cina avrebbe cominciato a fermare le sue esportazioni di materiali medici e accumulare riserve sanitarie prima di comunicare il contagio all' Oms.
L' Oms contro Washington. Sembra prendere le distanze dalle accuse americane l' Oms, a cui Trump ha appena tagliato i fondi.
LABORATORIO DI WUHAN
«Il coronavirus è di origine naturale, come accaduto in passato con Ebola e la Sars. Ma se gli Stati Uniti hanno dati differenti, li condividano», ha sottolineato Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie. Ma è una contestazione non rilevante. La tesi di Pompeo non è quella di un virus fabbricato in laboratorio, bensì di una manipolazione negligente nel corso di esperimenti che hanno provocato il contagio uomo-animale.
Le prime accuse furono cinesi.
In due saggi pubblicati nel 2017 e 2019 un biologo di Wuhan, Tian Junhua, rivelò di essersi infettato per sua negligenza nel corso delle sue ricerche sui pipistrelli. C' è anche il giallo di uno studio pubblicato e poi eliminato da due scienziati cinesi, Botao Xiao e Lei Xiao, del Politecnico di Guangzhou. «Il coronavirus - si leggeva in quell' analisi - probabilmente ebbe origine in un laboratorio di Wuhan. I livelli di sicurezza vanno rafforzati nei laboratori di biologia batterica ad alto rischio». L' intero articolo apparve sul sito ResearchGate , poi venne rimosso. La sindrome Iraq. Il precedente è grave, il sospetto è legittimo.
Il laboratorio di Wuhan e Shi Zhengli
Molti ricordano le false prove presentate dall' Amministrazione di George W. Bush sulle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein per giustificare l' invasione dell' Iraq. Donde il timore di una operazione di disinformazione. A Wuhan non ci sarà nessuna invasione americana. Le richieste di accesso ai laboratori sono state negate. Nel frattempo, se c'erano prove, Pechino ha avuto tutto il tempo per farle sparire. La verità forse non si saprà mai. Se ci fu una responsabilità umana, anche solo uno sbaglio o negligenza, questo aggiungerebbe un movente ai tentativi delle autorità cinesi di nascondere la verità.
2 - «SPARITE LE FIALE CON IL VIRUS» LE ACCUSE DEGLI 007 ALLA CINA
Flavio Pompetti per “il Messaggero”
laboratorio wuhan
Il governo cinese ha mentito. Ha nascosto l'evidenza dell'epidemia nella sua fase iniziale, e ha ritardato l'allarme mentre razziava strumenti di protezione sanitaria sul mercato internazionale. Queste accuse lanciate negli ultimi giorni da Donald Trump e dal suo segretario di Stato Mike Pompeo, e ieri ripetute dal ministro della Difesa britannico Ben Wallace, farebbero riferimento ad un documento di quindici pagine, un rapporto congiunto al quale hanno lavorato le Intelligence della Five Eyes: Usa, Canada, Inghilterra, Australia e Nuova Zelanda.
IL RITARDO
laboratorio wuhan
Gli investigatori dei cinque paesi alleati dal secondo dopoguerra hanno concluso che le autorità di Pechino hanno avuto un ruolo decisivo nel ritardo con il quale il mondo ha risposto al coronavirus. Minor consenso invece intorno all'ipotesi più grave formulata nel testo: l'idea che il nuovo virus sia uscito dal laboratorio di virologia di Wuhan piuttosto che dal mercato alimentare della città. Il quotidiano australiano Saturday Telegraph è l'unico ad aver preso visione al momento del rapporto, del quale a Washington viene data scontata la prossima pubblicazione, anche se non si aspettano rivelazioni che non siano già di pubblico dominio.
LA MANIPOLAZIONE
Sappiamo che la dottoressa Shi Zhengli che dirige il Laboratorio di Virologia di Wuhan stava conducendo studi per modificare patogeni virali che erano stati raccolti da feci di pipistrelli in una grotta della regione dello Yunnan, e che almeno uno dei cinquanta esemplari corrispondeva per il 96% al coronavirus oggi in circolazione tra gli umani.
Per Trump e per Pence questa semplice circostanza è sufficiente per concludere che la Covid-19 è il risultato della manipolazione, poi portato fuori dalle mura da una delle addette al laboratorio. La comunità scientifica internazionale e la stessa dottoressa Shi escludono questa conclusione, e continuano a puntare sul mercato di carne viva come fonte originale.
wuhan laboratorio
Il Laboratorio australiano per la salute animale che collaborava in passato con il centro di Whuan, aveva documentato in video la scarsa attenzione prestata dai tecnici cinesi alle stringenti misure di sicurezza richieste per la qualifica di 4° livello, e su questa base gli australiani avevano abbandonato il rapporto, così come era accaduto per l'altra collaborazione con l'Università della Carolina del nord, chiusa dopo un'ispezione ordinata dall'ambasciata statunitense a Pechino.
wuhan laboratorio
Chi crede che il laboratorio cinese sia responsabile per l'epidemia punta il dito su Huang Yan Liang che vi lavorava, e che in un primo momento era stata indicata dal governo cinese come la paziente zero. Huang è poi sparita di circolazione, così come la sua cartella personale è scomparsa dagli archivi della postazione scientifica. Comunque sia andata, il seguito della storia è l'intenso lavoro di depistamento messo in opera dai cinesi, sul quale tutti sono d'accordo.
«TEORIE FOLLI»
Il rapporto delle Five Eyes (cinque occhi) parla di «esemplari di virus distrutti in laboratori di genetica» per ordine del governo. Di «sequenze di genomi tenute segrete», e di controlli di censura ordinati sugli studi scientifici di riferimento». Per la televisione di stato cinese CCTV le teorie di Trump e di Pompeo sono «folli e approssimative», e un clown è l'ex consulente ultraconservatore di Trump: Steve Bannon, il quale ha accusato il paese asiatico di aver commesso un crimine della portata dell'esplosione nucleare di Chernobyl nel 1986.
laboratorio di wuhan
L'Organizzazione mondiale della sanità conferma di non aver ricevuto una denuncia da parte degli Usa contro la Cina come produttore, seppure involontario del virus. Nel frattempo un'altra importante organizzazione sanitaria, il CDC di Atlanta, comunica alla Casa Bianca una proiezione scoraggiante per il paese in fase di ripartenza: per il primo di giugno i decessi da Covid 19 aranno 3.000 al giorno, e il totale delle vittime salirà oltre le 300.000.
L'ARTICOLO DEL WALL STREET JOURNAL SUL CORONAVIRUS E IL LABORATORIO DI WUHAN