Arianna Finos per ''la Repubblica''
rey star wars
Il mito si è risvegliato. La favola fantasy inventata da George Lucas ha dimostrato di resistere al tempo, conquistando il pubblico di oggi come quello del 1977. Star Wars — Il risveglio della Forza ha superato Avatar come miglior incasso nei primi venti giorni negli Stati Uniti e presto nel mondo, ha incassato il 94 per cento di critiche positive e 750 milioni di dollari solo negli Usa.
Il regista delle missioni impossibili J.J. Abrams, erede spirituale della ditta Lucas-Spielberg, ha dunque riportato la saga dove era nata, agli eroi della prima trilogia e alle questioni eterne che Lucas aveva tratto dal libro dei miti — lo scontro tra Bene e Male, i poteri della mente, gli inganni politici, la caduta dell’eroe e la redenzione — frullandole con i samurai di Kurosawa, i maghi tolkeniani, i western di Ford. Trasformando le amate corse d’auto in inseguimenti spaziali sugli X-Wings della Resistenza e i robot di Fritz Lang e Stanley Kubrick in fools shakespeariani.
rey e finn
Guardando criticamente alla guerra in Vietnam, ma con un’intuizione che precorre la redditizia opportunità del merchandising. Ecco una piccola guida — quasi tutto quel che avreste voluto sapere — sul cammino iniziato quarant’anni fa da un giovane regista (George Lucas), partito da una città californiana chiamata Modesto.
CHE LA FORZA SIA CON LEI
rey e bb 8
«Le donne sanno sempre la verità», dice Harrison Ford-Han Solo ne Il risveglio della Forza. Sicuramente l’androgina rottamatrice (fa questo di mestiere nel film) Rey, l’attrice Daisy Ridley, fisico androgino e carattere volitivo, vale due volte per carisma e talento il Luke Skywalker di Mark Hamill che Lucas reclutò all’epoca dal bacino delle soap opera. Puntare su una donna risponde alla tendenza del fantasy al femminile degli ultimi anni, di cui è esempio migliore la Katniss-Jennifer Lawrence di Hunger Games.
Ma anche George Lucas, nel ‘75, accarezzò l’idea di un Luke Starkiller (l’eroe allora si chiamava ancora così) al femminile. Alla principessa Leia (l’attrice Carrie Fisher) spettò comunque il ruolo di capo della Resistenza.
millenium falcon
Invano la Fisher chiese a Lucas di dare spessore al suo personaggio, magari con problemi di alcol (che non le erano del tutto sconosciuti, come pure le canne galattiche consumate con Ford sul set del primo film: leggenda vuole che la relazione tra i due nacque quando lui si fece trovare nel di lei armadio con indosso solo una cravatta).
Tra le donne che hanno reso lo Star Wars del ‘77 come lo conosciamo ci sono l’ex signora Lucas, Marcia Lou Griffin, che vinse l’Oscar per il montaggio (il peso della sua figura è stato ufficialmente ridimensionato dopo un divorzio doloroso dal regista) e Suzi Rice, l’ideatrice del logo giallo. Oggi la britannica Daisy Ridley, che solo due anni fa serviva birra ai tavoli di un pub, è davvero il centro del film, forse diretta discendente della famiglia Skywalker (del resto nei romanzi Luke ha diverse relazioni).
kylo ren
L’unico consiglio che Carrie le ha dato è stato: «Non farti mettere il bikini da schiava». La Fisher di recente ha anche risposto con spirito agli insulti dei fan sul fatto che è invecchiata male nel nuovo film: «Età e bellezza sono i prodotti effimeri di tempo e Dna. Il mio corpo è l’involucro del mio cervello». Infine, nella terza saga entrano altre due donne forti: Maz Kanata, interpretata da Lupita Nyong’o con la tecnica della cosiddetta performance capture (per capire pensate a Gollum ne Il signore degli anelli); senza essere una jedi, ha saggezza e physique du role da Yoda.
E Captain Phasma, la prima villain: la sua statuaria interprete, Gwendoline Christie, già guerriera de Il trono di spade, ha convinto Abrams della necessità di rappresentare una femminilità diversa. Sicuramente avrà aiutato il cambiamento anche la nuova presidente della Lucas Film, Kathleen Kennedy (così come Barbara Broccoli è stata fondamentale per l’evoluzione delle Bond girls).
hayden christensen
I GIOCHI DELLE COPPIE
“Tanto tempo fa in una galassia lontana...”: l’asciuttezza introduttiva della scritta a scorrimento copiata da Flash Gordon si deve all’editing di Brian De Palma (con lo sceneggiatore Jay Cocks). Star Wars è figlio della New Hollywood, la generazione dei Coppola, degli Scorsese, degli Spielberg, dei Lucas e, appunto, dei De Palma che avrebbero regalato nuova linfa agli Studios sognando però un’era del cinema dominata dagli autori. In quell’epoca feconda di scambi e memorabili litigi, pur avendo bollato causticamente l’idea della Forza come «una stronzata», De Palma si offrì di accorciare il prologo all’amico, ormai sfinito alla quarta versione.
George Lucas ha sempre ammesso l’incapacità di tradurre in parole le sue visioni cinematografiche. L’amico Coppola, che lo spronava a scriversi la sceneggiatura di L’uomo che fuggì dal futuro, dopo averla letta ne convenne: «Hai ragione, è orribile». Per dirigere Star Wars Lucas rifiutò persino Apocalypse Now, ma era comunque abbastanza chiaro a cosa alludesse raccontando di un «Impero che si estendeva nella galassia» e di un gruppo di ribelli che lo contrastavano con una guerriglia in stile — appunto — Vietnam.
ford con hamill e fisher al comic con
Quando uscì il film, dall’entourage di Coppola trapelò il fatto che il cineasta lo considerava più o meno un’idiozia, ma fu grazie ai soldi guadagnati da Star Wars che in parte poté risanare (i due registi erano soci) i debiti da sforamento di budget per il suo capolavoro apocalittico. La coppia Lucas- Spielberg è invece il riferimento dichiarato del regista J.J. Abrams che ne Il risveglio della forza guarda molto a Indiana Jones.
Si sente di certo più figlio di Spielberg, che ha già omaggiato in Super 8 tanto che, a certificarlo erede, è stato proprio lui suggerendo il suo nome alla Lucas Film. Lucas poi, è capace di sfoghi leggendari proprio come quello contro Coppola (negato ma poi purtroppo registrato da un giornalista) che minò il rapporto tra i due. Pochi giorni fa si è scagliato contro «gli schiavisti bianchi», J.J. Abrams e la Disney: l’accusa è di aver fatto un film vintage, mentre lui aveva in mente qualcosa di totalmente nuovo. Una trilogia che aveva scritto ma che alla major non interessava. Per questo ha deciso di tirarsene fuori.
mark hamill nel 1980 e nel 2015
CATTIVI VECCHI E NUOVI
Fin da quando ha poggiato gli stivali neri e lucenti sull’astronave ribelle rantolando sotto la maschera nera, Darth Vader è stato il personaggio più iconico di Star Wars. Lucas fornì all’illustratore Mc Quarrie un libro sulla cultura medievale giapponese: all’elmo a trapezio da samurai il disegnatore aggiunse una maschera antigas. Il respiro affannoso fu invece opera del sound designer Ben Burtt, che usò un respiratore subacqueo. La voce, di James Earl Jones: Lucas era contrario all’idea di un afroamericano nel film solo per dare la voce al cattivo, ma Jones aveva una bella voce baritonale.
mark hamill e carrie fisher nel 1977 e nel 2015
Lavorò un giorno, per 7500 dollari, con scorno del culturista David Prowse che prestava il fisico al personaggio e che la troupe aveva ribattezzato Darth Farmer (contadino) per via dell’accento della West Country. Ne Il risveglio della forza ne è erede, non solo spirituale, Kylo Ren-Adam Driver. Stavolta la maschera è allungata e il fisico più esile, sotto l’abito da monaco. Driver, già Coppa Volpi a Venezia per Hungry Hearts di Saverio Costanzo, è il miglior cattivo della serie, una versione più convincente dell’Anakin Skywalker di Hayden Christensen.
kenny baker nel 1977 e nel 2015
La fiamma della sua spada rossa è irregolare perché lui non ha la maturità né il carisma del suo idolo Darth Vader, che quando perdeva la pazienza soffocava a morte la gente, mentre questo spacca solo oggetti. Kylo Ren è debole perché la forza oscura è contrastata dalla luce che, malgrado il terribile gesto che compie, c’è ancora in lui. Ottima anche la prova di perfidia di Domhnall Gleeson, il nazista generale Hux, mentre delude Lord Snoke, con le fattezze digitali di Andy Serkis: fa meno paura dell’incappucciato vecchio imperatore.
hayden christensen nel 2005 e nel 2015
IL VIAGGIO DELL’ANTI-EROE SOLO
«Chewbe, siamo tornati a casa». La presenza di Harrison Ford è per J.J. Abrams il ponte tra vecchio e nuovo, nonché il cuore emotivo del film. Fin dall’inizio il contrabbandiere è stato il personaggio più cool della saga: «Tutti noi ragazzi a scuola volevamo essere lui», ha raccontato Benicio Del Toro che sarà il cattivo nel prossimo episodio. Ford entrò nell’ufficio di Lucas come falegname e ne uscì Han Solo.
Sul set del primo film si lamentava della qualità dei dialoghi — «Solo tu puoi recitare questa merda» diceva a Lucas — chiedendo la morte del suo personaggio. Perciò, avendo l’attore firmato solo per due film, Lucas congelò nella carbonite Han Solo alla fine de L’impero colpisce ancora, nel caso fosse necessario farlo sparire. Hamill/Skywalker pure rischiò, dopo che aveva avuto un incidente che gli aveva deturpato il viso. Chewbecca ha rischiato grosso ne Il ritorno dello Jedi, mentre Alec Guinness/Obi-Wan Kenobi si lamentava del fatto che Lucas non si decideva se farlo morire o no (oltre al fatto che Ford lo chiamava “Madre superiora”).
harrison ford nel 1980 e nel 2015
L’INVASIONE DEI CLONI GIOCATTOLO
Se Lucas considerava Star Wars una metafora dell’America imperialista, intanto progettava una gioiosa macchina da memorabilia. Tanto che alla Fox, in cambio di un basso compenso da regista, chiese una percentuale sul merchandising e la major fece l’errore di concedergliela.
david prowse nel 1977 e nel 2015 steven spielberg e george lucas spada laser r2 d2 e c3po premiere star wars il risveglio della forza 9 premiere star wars il risveglio della forza 6 premiere star wars il risveglio della forza 5 myleene klass bb8 carrie fisher nel 1977 e nel 2015
Oggi, per rientrare dei quattro miliardi di milioni di dollari pagati a Lucas per la saga (più i 350 milioni spesi per fare e promuovere il film), la Disney oltre a prevedere un incasso di 2,5 miliardi di dollari al botteghino punta a 5 miliardi dai gadget: spade laser, un planetario a forma di Morte nera, giacche della Resistenza, scarpe, tostapane, usb. L’idea più spiritosa è dell’ideatore del condom di Star Wars: “Non sarò tuo padre”.