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    LA GUERRA DEI PADRINI - L'ITALOAMERICANO FRANCESCO 'FRANK' CALI', 53 ANNI, CAPO DELLA FAMIGLIA MAFIOSA DEI GAMBINO, È STATO UCCISO IN UN AGGUATO DAVANTI ALLA SUA RESIDENZA DI STATEN ISLAND (A NEW YORK) ED È MORTO IN OSPEDALE PER LE FERITE DA ARMA DA FUOCO - VOLEVA FAR TORNARE LA MAFIA "ALL'ANTICA": UNA DECINA DI ANNI FA AVEVA IMMAGINATO DI RIPRENDERSI PALERMO CON I SOPRAVVISSUTI DELLA GUERRA DI MAFIA...


     
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    FRANK CALI FRANK CALI

    (ANSA) - L'italoamericano Francesco 'Frank' Cali', 53 anni, è stato vittima ieri sera di un agguato davanti alla sua residenza di Staten Island (New York City) ed è morto in ospedale a causa delle ferite riportate da colpi di arma da fuoco: lo riferiscono i media Usa, che citano la polizia locale. Secondo i media si tratta del primo assassinio di rilievo negli ambienti della criminalità organizzata di New York da oltre 30 anni. L'agguato è avvenuto alle 21:00 ora locale (le 2:00 di oggi in Italia).

     

    FRANKY BOY, UN'ESECUZIONE ALL'ANTICA PER L'AMBASCIATORE DEL CRIMINE

    Attilio Bolzoni per www.repubblica.it

     

    Voleva far tornare la mafia "all'antica" ed è morto "all'antica" come non capitava da anni e anni a Staten Island, New York City. Come i boss di una volta, stesi in quella "murderia" americana - nelle trattorie con le tovaglie a quadretti bianchi e rossi e fiaschi di vino o negli insanguinati saloni da barba - che hanno fatto la storia della Cosa Nostra dall'altra parte dell'Atlantico.

     

    FRANK CALI FRANK CALI

    Povero Franky Boy. Voleva tutto. E quel tutto era troppo. Una decina di anni fa aveva immaginato di riprendersi Palermo con gli "scappati", i sopravvissuti della guerra di mafia, quelli che erano sfuggiti ai macellai dei Corleonesi. Era diventato una sorta di ambasciatore per conto dei Gambino "mericani", emigrati nel '56 dalle borgate palermitane e diventati i re del crimine a New York, i più potenti fra le cinque grandi famiglie.

     

    Il nome intero era Francesco Paolo Augusto Calì e aveva appena compiuto 53 anni. Americano di nascita ma con il cuore quaggiù, in Sicilia, nel popolare quartiere di Ballarò dove suo padre Augusto Cesare aveva una piccola bottega di casalinghi. Poi la scoperta dell'America.

     

    Povero Franky Boy. Nel 2008 l'avevano fermato i poliziotti italiani e i federali della Royal Canadian Mounted Police, lui si stava muovendo per ricongiungere quel ponte fra gli States e l'isola ma qualcosa era andato storto. Troppe telefonate, troppi discorsi. "Lui è tutto di là", dicevano di qua. E lo ripetevano così tanto che nel febbraio del 2008 partì la più grande operazione antimafia dai tempi di John Gotti.

     

    FRANK CALI FRANK CALI

    Fino a qual momento era rimasto invisibile anche per l'Fbi. Fedina penale pulita lui e pure suo padre, solo una piccola traccia di un vecchio interrogatorio che avevano ripescato dalla Pizza Connection. Il problema però era un altro. La moglie, il matrimonio. Franky Boy si era sposato Rosaria, Rosaria Inzerillo, sorella di Pietro, quello ritrovato in una fredda mattina del gennaio 1981 nel bagagliaio di un'auto davanti all'hotel Hilton di Mont Laurel (New Jersey) con una banconota da 5 dollari in bocca e due banconote da un dollaro sui genitali. Aveva parlato troppo e forse anche osato troppo con qualche femmina. Una parentela che da una parte ha aiutato Frankie Boy a scalare il potere dentro la famiglia dei Gambino americani ma che dall'altra ha segnato inesorabilmente il suo destino.

     

    Da fonte sicura il Federal Bureau aveva saputo che il ragazzo era stato "combinato" (che era entrato formalmente nella compagnia) nella famiglia Gambino nel 1997, due anni dopo un certo Frank Fappiano spiffera che Franky Boy gli fu presentato come "wiseguy", come uomo d'onore. Quattro anni dopo anche un altro mafioso americano pentito, Michael Di Leonardo, svela all'Fbi il ruolo sempre più rilevante di Franky Boy nella Cosa Nostra di New York.

     

    Siamo intorno al 2005. E' proprio il periodo in cui lui va e viene dall'America. Ha in testa di far tornare grandi gli Inzerillo. E, così a naso, forse proprioper questo, la sua storia è finita su una strada di Staten Island.

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