Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – Edizione Roma”
bodyguard
Il bambino cinese bisticcia con il coetaneo russo. La discussione tra i due compagni di classe degenera, perché a prendere le parti del ragazzino russo entra in scena di prepotenza la sua guardia del corpo- autista. La lite tra tredicenni si consuma in una delle più esclusive scuole private della Capitale. Due piccoli rampolli di facoltose famiglie che vivono nella Città Eterna si affrontano. Il ragazzino, originario di Mosca, che abita in un castello alle porte di Roma, non la prende affatto bene. Forse non digerisce il fatto di averle prese dal compagno di classe.
bodyguard
Ed ecco che accade l'imponderabile: entra in scena, di forza, lo chauffeur-bodyguard del russo. Non è chiaro se il tredicenne si sia confidato con lui dopo la lite oppure se gli abbia chiesto di intervenire. Ad ogni modo l'uomo, anche lui cittadino russo, non ci pensa due volte a prendere le parti del suo piccolo datore di lavoro. Si arrotola le maniche e va alla ricerca del bambino che ha offeso il suo compatriota. Entra nella scuola e, di fronte a una platea di alunni, vicino agli armadietti, fa partire la rappresaglia. Il ragazzino, per non farlo sbagliare, punta il dito contro il compagno cinese.
bodyguard
Questa la ricostruzione contenuta nella denuncia finita poi sul tavolo dei magistrati.
L'autista va incontro allo studente di origine asiatica. Lo squadra dall'alto verso il basso.
Il piccolo è spaventato. Quest' ultimo si ritrova davanti un energumeno che gli torce il braccio, lo prende per la gola e gli spiffera qualcosa di minaccioso all'orecchio. «Se lo tocchi ti spacco la faccia» . Questo ciò che avrebbe detto l'uomo al ragazzino. Il tredicenne è terrorizzato, abbozza un sì. Mentre l'altro va via da scuola, sale nella Mercedes, e ritorna nel castello alle porte di Roma.
aggressione
L'altro, invece, incassa l'aggressione. Rimane di sasso. Incredulo di fronte alla risposta del compagno di classe spalleggiato dall'autista. Il giovane cinese va a casa e racconta tutto alla madre. I genitori sono infuriati. Fanno fatica a credere a quello che è accaduto. Il figlio, aggredito da un adulto, dentro la scuola, forse addirittura su indicazione del compagno di classe. A questo punto la madre si rivolge al centro nazionale contro il bullismo Bulli Stop e all'avvocato dell'associazione, il penalista Eugenio Pini.
aggressione 1
Parte una denuncia e poi un'indagine meticolosa dei poliziotti del commissariato Flaminio Nuovo. Il risultato è semplice. L'autista finisce davanti al giudice di pace, sezione penale. Gli agenti, nell'informativa finale inviata in procura, indicano i reati di minacce a minori e lesioni. La vicenda arriva, però, a dibattimento, nonostante il pressing del legale, ormai ai titoli di coda. È praticamente quasi prescritta. La famiglia cinese è ancora abbastanza arrabbiata e vuole che sul caso venga fatta giustizia.