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    NON NE POTETE PIU’ DI FILM SUI VAMPIRI? STAVOLTA E’ DIVERSO: “A GIRL WALKS HOME ALONE AT NIGHT” E’ FEMMINISTA, ROMANTICO, TRA UN FUMETTO GOTICO E UNO SPAGHETTI WESTERN, E IL VAMPIRO E’ UN’IRANIANA IN CHADOR


     
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    Non ce la fate più coi film sui vampiri? Dopo il film di Jarmusch “Solo gli amanti sopravvivono”, si pensava non si potesse più aggiungere altro all’argomento. Invece arriva la pellicola femminista e romantica, con toni da fumetto gotico e da western alla Sergio Leone, tutta in bianco e nero e girata nella California del sud. S’intitola “A Girl Walks Home Alone at Night” e segna l’esordio alla regia della americana-iraniana Ana Lily Amirpour, la più bella scoperta del 2014, che porta l’estetica indie di metà anni ’80 in un contesto senza tempo ma anche contemporaneo. Un ragazzo, una ragazza, e una macchina, per creare qualcosa di classico eppure sconosciuto.

     

    il vampiro di a girl walks home alone il vampiro di a girl walks home alone

    Se cercate l’azione e non l’atmosfera, non è il film che fa per voi. Ha la vibrazione erotica e ambigua di un disco di David Bowie, si muove fra le strade deserte di “Bad City”, dove di notte la giovane senza nome, coperta con lo chador, incontra Arash, un ragazzo sotto ecstasy e vestito da Dracula che cerca di recuperare la sua “Ford Thunderbird” d’epoca, bello come un sosia iraniano di James Dean.

     

    Lei invece cerca, a suo modo, vendetta contro la teocratica oppressione delle donne e contro le figure predatorie tipo Saeed, uno spacciatore misogino. Ci sono due generazioni di uomini iraniani consumati dall’egoismo e dall’ipocrisia. Il film segna un nuovo modo di assimilare l’esperienza dell’immigrazione, a livelli anche psicologici, ed è una storia di tragedia passata e di speranza futura.

     

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    Il vampiro di “A Girl Walks Home Alone at Night” non dorme nelle bare. Ha jeans e chador e cerca vendetta contro i peccatori di “Bad City”, la città in stile spaghetti western che fa da sfondo a una storia d’amore. La ragazza senza nome vaga di notte, in un’atmosfera tra

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    David Lynch e Jim Jarmusch che ha fatto impazzire i critici del “Sundance Film Festival“. Tra i produttori esecutivi c’è l’attore Elijah Wood.

     

    Eppure la regista Ana Lily Amirpour, che somiglia alla versione punk della sua eroina, cita come riferimenti Anne Rice e Stephen King. Nel 2008 fu presa come comparsa in un film dell’orrore. Nel tempo perso indossò uno chador e le sembrò di essere un pipistrello, una creatura di un altro mondo. Come un altro mondo è la città in cui poi ha ambientato il film, nella zona industriale di Taft, dove le luci, gli odori, il senso del tempo è diverso. E’ la sua Gotham City, è l’archetipo stilizzato dell’Iran che aveva in mente. La stessa regista si è quasi trasformata in vampiro, uscendo per girare le scene solo di notte. La sua vampira spesso pareggia gli abusi subiti da alcune donne, ma spesso dilania per semplice fame. Resta comunque più liberatrice che predatrice. La protagonista è femminista nel senso che dà alle donne la possibilità di riprendere il controllo della propria vita.

     

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