Alessio Di Sauro per il “Corriere della Sera”
trebbie di birra
Un boccale di birra per produrre energia. La strada maestra per la transizione verso le rinnovabili è lunga, ma Sotacarbo potrebbe avere tracciato una scorciatoia inaspettata. L'idea dell'azienda sarda è semplice quanto affascinante: utilizzare le trebbie - ossia gli scarti della produzione brassicola - come combustibili solidi per la produzione di gas, che vada a sua volta a generare calore e energia elettrica. Ma anche, in futuro, idrogeno bianco e metano.
Il tutto riducendo l'impatto ambientale derivante dallo smaltimento di quello che è il principale sottoprodotto dell'industria birraia: per ogni 100 litri si generano circa 20 chili di trebbie. Rifiuti che nel migliore dei casi verrebbero utilizzati come mangimi animali, e nel peggiore confluirebbero nelle discariche.
trebbie di birra
Un modello di economia circolare che Sotacarbo ha messo a punto schierando due diversi team di ricerca e sviluppo: a uno studio teorico in laboratorio pubblicato sulla rivista Renewable Energy - che ha analizzato le proprietà di gassificazione delle trebbie - è stato affiancato il progetto Bi.Ar, un esperimento di applicazione pratica che ha coinvolto 34 tra birrifici e aziende agricole del territorio. Bi.Ar, finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, ha visto la partecipazione di Sardegna Ricerche, Università di Sassari e Porto Conte Ricerche.
trebbie di birra
«La gassificazione del carbone è nota dal '700 - spiegano gli ingegneri Federica Dessì e Alberto Pettinau, tra gli autori della ricerca - con un metodo innovativo abbiamo studiato come applicare le stesse tecnologie a biomasse come le trebbie». Proprio in questi giorni è previsto il varo di un gassificatore sperimentale nei pressi della sede di Carbonia: primo obiettivo, la messa a regime di una struttura che alleggerisca i consumi dei birrifici locali.
trebbie di birra
«Le nostre stime prevedono un risparmio in bolletta dell'80 percento - rivela il responsabile scientifico di Bi.Ar, Simone Meloni - abbiamo impiegato malti Pilsner, Ipa e Weizen». Un passo in più verso la frontiera della decarbonizzazione: «È da sempre tra i nostri obiettivi - dichiara il presidente Mario Porcu - abbiamo anche brevettato dei catalizzatori avanzati per convertire CO2 e idrogeno in metanolo rinnovabile».