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    UN BUON MOTIVO PER ANDARE AL CES -  SVOLTA SEXY IN ARRIVO PER IL CES DI LAS VEGAS, LA PIÙ IMPORTANTE FIERA DELL’ELETTRONICA: NEL 2020 SARANNO ESPOSTI PER LA PRIMA VOLTA PRODOTTI SESSUALI TECH A CONDIZIONE CHE SI TRATTI DI QUALCOSA DI INNOVATIVO – MA ACCANTO AI SEX TOYS NON ASPETTATEVI BONONE IN ABITI SUCCINTI CAPACI DI ATTIRARE IL VOSTRO OCCHIO DA MARPIONE: UN RIGIDO DRESS CODE IMPORRÀ CHE LE HOSTESS…(VIDEO)


     
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    Alessia Cruciani per "www.corriere.it"

     

    Inclusività e orgoglio

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    Sì ai sex toys, no alle sexy hostess. Svolta in arrivo per il Ces di Las Vegas, la più importante fiera dell’elettronica. La Cta (Consumer Technology Association), società che organizza l’evento, ha deciso di «evolversi e diventare sempre più inclusiva», annunciando che nell’edizione 2020 (7-10 gennaio) saranno esposti per la prima volta prodotti sessuali tech. Una decisione quasi inevitabile dopo le pesanti accuse di sessismo rimediate un anno fa, quando la Cta revocò il Ces Innovation Award assegnato a un vibratore!

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    Le condizioni

    Però l’organizzazione pone delle condizioni molte precise. Prima di tutto, per essere esposti, i prodotti “devono essere innovativi e includere tecnologie nuove o emergenti”. La sezione a loro dedicata sarà Health & Wellness o l’area Health & Wellness startup dell’Eureka Park. Mentre resta ferreo e senza eccezioni, il divieto per il materiale pornografico.

     

    Poca pelle da scoprire

    L’occasione, però, serve ad affrontare anche il tema dress code, che dovrà essere consono al contesto. Quindi il personale degli stand, a prescindere dal genere, non potrà indossare «capi che siano sessualmente rivelatori o che possano essere considerati indumenti intimi.

     

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    Non saranno accettati nemmeno abiti che lascino scoperta troppa pelle, né troppo aderenti agli organi genitali». In questo caso si vuole evitare il vecchio escamotage a cui ricorrono gli espositori di tutto il mondo per attirare pubblico: mettere in mostra accanto ai loro prodotti hostess supersexy in abiti succinti.

     

    Premio revocato

    Come detto, tra le ragioni di questo cambio di rotta per il Ces 2020 potrebbe esserci il caso Osè, scoppiato a gennaio 2019. Il nome è stato dato dalla società Lora DiCarlo a un robotic massager, cioè un vibratore ideato in collaborazione con la facoltà di ingegneria della Oregon State University.

     

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    Un oggetto talmente sofisticato da meritarsi l’Innovation Award. Ma l’oggetto del piacere non è piaciuto all’organizzazione, che ha bloccato l’assegnazione del premio con la motivazione che Osè non rientrava in nessuna delle categorie di prodotti previste dalla fiera.

     

    Indignazione

    Apriti cielo! Lora Haddock, fondatrice e CEO di Lora DiCarlo, ha scritto una lettera esprimendo tutta la sua indignazione e accusando la Cta di sessismo, in un ambiente ancora fortemente dominato da Ceo e dirigenti di genere maschile.

     

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    Accuse non del tutto infondate: in molte si sono chieste sui social perché alle donne è vietato sfruttare la tecnologia per provare piacere, giudicandola oscena, mentre al Ces 2018 era stato esposto senza problemi il sex robot Solana, a tutti gli effetti una bambola gonfiabile per uomini.

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    Marcia indietro

    A maggio il nuovo colpo di scena. La Cta ha fatto una clamorosa inversione a U decidendo di riassegnare il premio alla startup che ha prodotto Osè. «Sono contenta che la giuria abbia riconsiderato la nostra idoneità alla competizione e validato l’innovazione di cui è responsabile il nostro team di ingegneri», ha commentato Haddock soddisfatta. Quasi quanto le sue clienti.

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