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    UN CAZZULLO PER LA TESTA - IL VICEDIRETTORE DEL ''CORRIERE'' SI CONVERTE AI NO-EURO? NELLA RUBRICA DELLE LETTERE RACCONTA L'INGANNO DELLA MONETA UNICA: ''FU LA CONDIZIONE CHE MITTERRAND IMPOSE A KOHL IN CAMBIO DEL VIA LIBERA ALLA RIUNIFICAZIONE TEDESCA. NON C'È MOLTO DA FESTEGGIARE NEL VENTENNALE''. MA COME, SUL GIORNALE DEI MONTI, ALESINA, FUBINI, CHE AVEVA APPENA CELEBRATO DRAGHI E LA STABILITÀ DELL'EURO…


     
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    Da ''La Verità''

     

     

    aldo cazzullo aldo cazzullo

    Mario Luglio ha scritto una lettera al Corriere della Sera, e ha avuto l' onore di vedersi pubblicato con risposta di Aldo Cazzullo, che ha ereditato la rubrica che fu di Indro Montanelli. Scrive Luglio: «Caro Aldo, l' euro compie 20 anni. Il debutto sui mercati finanziari risale al 1999, mentre la circolazione monetaria ebbe effettivamente inizio il 1º gennaio 2002. Chissà se chi decise di caratterizzare le banconote degli euro con disegni architettonici, porte o finestre sul fronte, ponti sul retro, voleva attribuire particolare significato a tali simboli: fu comunque premonitore. Il nome "euro" nasce in Grecia, dove origina anche la sua attuale crisi».

     

    È probabile che la missiva non passi alla storia per originalità e contenuti, eppure Cazzullo ha saputo cavarne una risposta che invece merita, o almeno stupisce. Dice il prolifico autore: «Caro Mauro, non c' è molto da festeggiare nel compleanno dell' euro».

     

    KOHL E MITTERRAND KOHL E MITTERRAND

    E già il sopracciglio si alza. Il giornale di Mario Monti, di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, che da anni celebra le magnifiche sorti e progressive della monetona unica che protegge noialtri pezzenti dall' obbrobrio della liretta, che sbandiera periodicamente sondaggi che dimostrano l' amore assoluto per l' euro, che con Federico Fubini ha recentemente spiegato che l' Italia ha evitato una deriva argentina perché «è nell' euro, e solo per questo sul suo enorme debito riesce a pagare interessi persino inferiori di quelli americani, a tutto vantaggio di famiglie e imprese».

     

    E invece che dice Cazzullo, che al Corriere non è propriamente l' ultimo degli stronzi?

    mitterrand andreotti kohl mitterrand andreotti kohl

    «La moneta unica fu la condizione che François Mitterrand impose a Helmut Kohl in cambio del via libera alla riunificazione tedesca». Ah. Dunque niente sogno europeo, niente fratellanza suggellata nel conio per evitare guerre, nazionalismi, fascismi, nazismi e orrori vari? No. «Il presidente socialista, costretto da anni a rincorrere il marco, pensò che così il franco - e la stessa Francia - sarebbe stato al riparo dalle tempeste finanziarie». L' editorialista spiega pure di aver passato «la notte tra il 20 e il 21 settembre 1992 a casa di Jean Marie Le Pen» (urca), il quale «previde che per l' Europa sarebbe stato l' inizio della fine. Sbagliava; ma non di molto».

     

    Addirittura. Ma non è tutto.

    mario monti saluta giovanni tria. mario monti saluta giovanni tria.

    Ecco il succo della risposta di Cazzullo, che se tolto dalle pagine del Corriere potrebbe suscitare l' emozione partecipe di uno di quei sovranisti che il quotidiano bastona con zelo: «L' euro ha contribuito alla stabilità. Ma ci ha guadagnato solo la Germania. Proprio la Francia è stata una delle nazioni più penalizzate. Peggio ancora è andata alle altre grandi economie continentali: quella spagnola, e la nostra. L' Italia cresce poco o male fin dal fatidico 1992. La moneta unica ha fatto crollare i due pilastri su cui si era retto negli ultimi decenni il nostro (poco virtuoso) sistema di sviluppo: una moneta debole, che facilitava le esportazioni; e una spesa pubblica fuori controllo, con cui i partiti di governo compravano il consenso, spesso incoraggiati dall' opposizione comunista. Ora abbiamo la moneta dei tedeschi, che giustamente pongono limiti ai nostri debiti, nel timore di essere costretti a pagarli loro».

    federico fubini federico fubini

     

    Ora, il Corriere è quel quotidiano che qualche anno fa pubblicò il micidiale editoriale di Tommaso Padoa Schioppa che spiegava come l' Europa suggerisse cordialmente «un programma completo di riforme strutturali [...] guidato da un unico principio: attenuare quel diaframma di protezioni che nel corso del ventesimo secolo hanno progressivamente allontanato l' individuo dal contatto diretto con la durezza del vivere».

     

    Giunti alla fine della replica cazzulliana, il dubbio: qualcuno si è impadronito della rubrica e l' ha sabotata, o l' autore ha profittato delle feste per fiutare l' ebbrezza di dire la verità (magari gli conviene pure), prima di far prendere il sopravvento alla linea?

    ALESINA GIAVAZZI ALESINA GIAVAZZI

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