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    A CHE SERVE IL CINEMA QUANDO C’È L’ATAC – NUOVO CAPITOLO DELL’ETERNA FICTION DELL’AZIENDA ROMANA DEI TRASPORTI: UN CONTROLLORE, LICENZIATO PERCHÉ NON FACEVA IL SUO LAVORO, SI È RIVOLTO AL TRIBUNALE DI ROMA E SI È DICHIARATO “CITTADINO DI DIRITTO INTERNAZIONALE”. ESSENDO APOLIDE, A SUO DIRE, ERA IMPOSSIBILITATO A SVOLGERE MANSIONI DI PUBBLICO UFFICIALE. E IL GIUDICE…


     
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    Estratto da www.open.online

     

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    L’Atac lo ha licenziato perché non faceva il suo lavoro. […] timbrava regolarmente il badge per entrare in servizio, ma […] non ha mai «utilizzato il servizio di interrogazione delle targhe auto dell’app E-MulteS installata sui telefonini assegnati agli ausiliari del traffico per lo svolgimento dell’attività di controllo».

     

    Allora lui si è rivolto al tribunale del lavoro di Roma. Sostenendo di aver sempre lavorato: «Guidavo la macchina dell’azienda e aiutavo i colleghi». Ma dichiarandosi anche “cittadino di diritto internazionale”. E in quanto apolide, […] impossibilitato a svolgere la sua mansione di pubblico ufficiale. Ma il giudice gli ha dato torto. E lo scorso 19 ottobre ha confermato il licenziamento.

     

    […] la scusa del controllore sembra identica a quella dei fantomatici “soggetti di diritto internazionale” che durante il lockdown si rifiutavano di compilare l’autocertificazione prevista. Sostenendo di non essere cittadini italiani in quanto “soggetti diplomatici”. E portando un’autocertificazione che lo sosteneva. […]

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