Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago,
alberto genovese
Letta l’intervista sulla ragazza ritenuta stuprata da questo Genovese (scrivo così per rispetto della magistratura a cui spetta stabilirlo), la quale “non ricorda nulla” come le altre che si dicono ora stuprate, vorrei sottolineare questo aspetto: il fatto che la ragazza sia vittima di un reato dalle ore 22 al pomeriggio successivo non ne impone la beatificazione che molti media intentano né che si tratti di un buon cittadino.
Se vedo una rapina non aspetto che dalla sacca del ladro cada una banconota per imboscarmela favorendo la cultura del furto, bensì chiamo la polizia. Il nostro Stato, attraverso le tasse che paghiamo, spende soldi per contrastare la diffusione della droga e recuperare le persone che ne diventano soggette nel tempo.
AUDIO DELLA RAGAZZA VIOLENTATA DA ALBERTO GENOVESE INVIATO A DANIELE LEALI
Dal 2011 al 2018 la spesa per consumi finali in droghe è aumentata del 22,6%, arrivando a superare i 16,2 miliardi di euro. Di fronte a questo lo Stato spende un significativo quantitativo di tasse (i nostri soldi, noi siamo vittime di queste ragazze) pari allo 0,25% del Pil per combattere la droga.
ALBERTO GENOVESE
Altro ne spende sotto altre voci per Sert, Servizi socio assistenziali, assistenza medica ecc ecc. E’ un buon cittadino chi denuncia quando subisce un reato ma non segnala o denuncia quando vede che si commette un reato (lo spaccio o la detenzione per cessione di droga) e, anzi, favorisce la cultura dello spaccio assumendo “volontariamente” droga? Il reato di spaccio è punito circa quanto il reato di stupro.
ALBERTO GENOVESE
Il fatto che queste si droghino “volontariamente” e per “divertirsi” (e relative conseguenze) sono affari loro, dell’orrido Genovese, della magistratura ma anche affari nostri perché, pagando tasse sempre più alte, noi ci divertiamo molto meno.
Un lettore
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