Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”
FRANCESCO MERLO
Caro Merlo, da lettore di Repubblica sin dalla fondazione, mi sono sentito offeso, disorientato e umiliato dalle parole dell’ingegner De Benedetti nei confronti di Repubblica , pronunciate a Piazza Pulita . Fanno seguito alle volgari parole che nel 2018 pronunciò dalla Gruber contro Eugenio Scalfari. A quelle volgarità seguì la replica del direttore Calabresi e la sua intervista a Scalfari. Perché questo rancore, questa mancanza di signorilità? Non dovrebbe prendersela con i suoi figli che gli vendettero, a sua insaputa, quel che lui gli aveva regalato?
Pasquale Regano - Andria
eugenio scalfari e carlo de benedetti
Risposta di Francesco Merlo
Ho ricevuto diverse lettere su Carlo De Benedetti e ho scelto la sua anche perché rievoca una mia intervista a Eugenio Scalfari che, sullo stesso argomento, fu un momento di rara allegria. Cominciava così: “Caro Eugenio, sei rimbambito?”. E lui: “Sono arrivato a un’età, tra i novanta e i cento, che non è più quella dei vecchi né dei molto vecchi, ma quella dei vegliardi. Spesso sono rimbambiti, ma talvolta sono ancora più lucidi degli altri perché vedono di più e meglio. A volte sono bambini, altre volte sono saggi e tra le cose che vedono meglio ci sono i rancori e le acidità. I vegliardi sanno riconoscerli e, se è il caso, anche aggirarli”.
De Benedetti Scalfari
Non ho mai fatto rileggere a nessuno il testo di un’intervista ed Eugenio non me lo chiese. Fu pubblicata il 18 gennaio 2018. Finiva così: “De Benedetti parla di matrimonio monogamico. Spiega che quello con Repubblica è indissolubile, dice che ama ancora Repubblica e che l’amerà per sempre”. E Scalfari: “La ama, ma vuole liberarsene. La ama come quegli ex che provano a sfregiare la donna che hanno amato male e che non amano più”.