giuseppe conte enrico letta
Marco Conti per “il Messaggero”
Il centrodestra oscilla visibilmente tra la fedeltà alla candidatura di Silvio Berlusconi e «una scelta la più condivisa possibile», come dice Matteo Salvini, o la constatazione di Giorgia Meloni secondo la quale i patrioti non esistono solo a destra.
I CORTEI
La leader di FdI invita a fare i nomi «non dei passati ma dei presenti».
meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
Il riferimento è alla foto di Sandro Pertini che è iniziata a girare anche nelle chat dei leader del centrosinistra. Anche se neppure la Meloni fa esplicitamente nomi quando viene sollecitata, si muove con estrema cautela quando affronta la possibilità che a succedere a Mattarella sia l'attuale presidente del Consiglio.
Lapidario il governatore della Campania Vincenzo De Luca: «I patrioti in Italia sono quelli che hanno fatto la vaccinazione, non quelli che facevano i cortei contro il vaccino a via del Corso, quelli combattevano a viso a aperto la stupidità e l'irresponsabilità dei no vax».
LE MOSSE
Nell'attesa che i leader escano dai tatticismi, è da notare quanto accaduto ieri nel cda Rai che ha tagliato l'edizione notturna della Tgr con 4 voti su 7 e i consiglieri in quota Lega e FI che hanno votato insieme all'ad Carlo Fuortes, mentre i due di Pd e M5S si sono astenuti.
House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella
E' presto per dire se la decisione di dem e grillini dall'ad, nominato da Palazzo Chigi, rappresenti una sorta di presa di distanza, ma è la conferma che i due partiti ormai procedono in tandem.
Tra i dem è Stefano Ceccanti, deputato e costituzionalista, a confermare la linea del Nazareno sostenendo che se Draghi venisse eletto al Quirinale si verrebbe a creare «uno scenario problematico».
Intervistato da Radio Radicale, Ceccanti spiega che nel caso di elezione di Draghi «il presidente del Consiglio» «è di fatto costretto a dimettersi: sono due cariche su cui va segnata una cesura. Non c'è la decadenza, ma una logica per cui deve dimettersi subito». Nel frattempo si moltiplicano i king maker, come sottolinea Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia.
STEFANO CECCANTI
Salvini annuncia di aver avuto il via libera per la convocazione di un tavolo di confronto tra i leader tra Natale e Capodanno, e l'azzurro Antonio Tajani continua a tenere alto il nome di Berlusconi anche perché «la stagione dei tecnici non è infinita».
giuseppe conte enrico letta 2
Luigi Di Maio plaude all'intesa Conte-Letta ma invita i due ad «ascoltare tutti» perchè quando si arriverà al punto «il ragionamento poi «va allargato per coinvolgere tutte le forze politiche», compreso «il centrodestra».
Una linea, quella del ministro degli Esteri, che quantomeno corregge la linea di Conte che continua a evocare il voto tra gli iscritti anche per prendere tempo e non dare l'impressione di voler chiudere l'accordo a rimorchio dei dem.
«La corrispondenza di amorosi sensi» che il leader del M5S vede tra Iv e centrodestra, emersa a suo dire sul caso Open, cementa l'asse con il Pd nel tentativo di sbarrare la strada a Draghi. Nelle dichiarazioni dei leader si consolida la constatazione che la scelta dovrà coinvolgere tutte le forze politiche.
giuseppe conte e luigi di maio
Non solo perché nessuno dei due antichi schieramenti ha la maggioranza, ma perchè ogni segretario sa di dover scontare nel proprio partito un dissenso interno. Ovviamente, se questo è il criterio, la candidatura di Berlusconi è molto complicata così come quelle di esponenti dalla forte appartenenza politica.
giorgia meloni con la sorella arianna atreju letta conte giorgia meloni atreju 2021 1
mattarella meloni beppe grillo giuseppe conte luigi di maio
giuseppe conte enrico letta enrico letta giuseppe conte giancarlo giorgetti tommaso greco enrico letta giuseppe conte