Eleonora Capelli per repubblica.it
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Tra i 110 partecipanti agli incontri della Festa dell'Unità che apre stasera a Bologna, c'era un nome che ha fatto scoppiare il caso, portato l'Anpi sulle barricate, andato di traverso alla presidente del Pd, Valentina Cuppi. È quello di Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d'Italia, passato agli onori delle cronache cittadine per la sua foto in divisa da nazista che circolò nel 2016. Politico molto noto in città, Bignami si giustificò all'epoca parlando di una "goliardata" legata ai festeggiamenti di un addio al celibato, ma la sua iniziale presenza tra i relatori del dibattito ospitato nella sala intitolata a Nilde Iotti ha provocato una vera levata di scudi.
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L'Anpi, che ha il suo stand alla festa esattamente di fronte al palco centrale, non ha esitato a parlare di "affronto" dopo anni di battaglie sul fronte del revisionismo storico. "Conosciamo il suo pensiero e le sue modalità - dice la presidente dell'Anpi locale, Anna Cocchi - non li possiamo approvare, così come la sua scelta dei vestiti. Le idee diverse sono rispettabili, i comportamenti no". Il malumore ieri si è riversato sui social network, ha provocato dichiarazioni e prese di distanza anche nel partito, è arrivato fino al Nazareno. "Galeazzo Bignami non è il benvenuto alla Festa dell'Unità. Crediamo nel confronto aperto, e le riforme istituzionali si discutono con tutte le forze politiche. Ma tra la nostra comunità chi inneggia al nazismo non può avere accoglienza".
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L'idea iniziale era un confronto con tutte le principali forze parlamentari: "Fratelli d'Italia ha indicato Bignami. Aver scelto un parlamentare che, tra le altre cose, in passato è stato responsabile dell'inqualificabile e orribile gesto di vestire una divisa nazista è la conferma che molti dirigenti di quel partito non hanno fatto i conti con il nazifascismo". Valentina Cuppi, presidente del Pd e sindaca di Marzabotto, ieri dava voce a tutte le perplessità di un territorio molto sensibile al tema della Resistenza. "O Bignami ha intrapreso un percorso di redenzione oppure è fuori posto in quella sala perché entrare alla festa significa condividere i valori di base".
E il deputato ha alle spalle un lungo curriculum di inziative che lo collocano agli antipodi. Nel 2019, venne segnalato al garante della privacy il suo "tour" tra le case popolari per declamare i nomi di tutti i residenti stranieri che avevano un alloggio. Pochi mesi prima, era al fianco di Gianfranco Stella alla presentazione del libro "Compagno mitra, saggio storico sulle atrocità partigiane".
Stella è stato recentemente condannato in primo grado con l'accusa di diffamazione nei confronti del comandante partigiano Arrigo "Bulow" Boldrini nella causa intentata dal figlio. E Bignami nel 2015 chiese anche la rimozione del busto di Boldrini da Ravenna. Un percorso troppo lungo per passare inosservato, anche se il candidato sindaco del Pd, Matteo Lepore, commenta: "Mi candido a essere il sindaco di una città medaglia d'oro della Resistenza, non ho paura di confrontarmi con Bignami".
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