Estratto dell'articolo di Corinna Spirito per www.repubblica.it
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È il papà di opere cult come Ronin, Sin City e 300, ma anche del Batman gotico che ha ispirato i film sull’uomo pipistrello di Tim Burton e Christopher Nolan. Frank Miller è la rockstar del fumetto americano […] Ora un libro, Frank Miller – Il cavaliere in chiaroscuro, edito da Ultra, ne racconta luci e ombre. L’autore è il giornalista Dario Marchetti che nel suo saggio mostra Miller a 360 gradi, ripercorrendone la carriera e citando gli eventi personali che lo hanno plasmato.
frank miller il cavaliere in chiaroscuro di dario marchetti
[…] L’infanzia e l’adolescenza trascorse a Montpelier, nel Vermont, i turni di lavoro massacranti dei genitori, la pressione affinché leggesse molto. […] “Tutti i suoi eroi e le sue eroine – spiega Marchetti a Repubblica - devono passare da traumi terribili per uscire fortificati e questo è un elemento assorbito dalla sua storia famigliare. Vedere sua madre fare tre lavori per crescere i figli ha fatto maturare in lui questa idea che nessuno ti regala niente nella vita, che le opportunità te le devi prendere e cercare da te e che è solo colpa tua se non ci riesci”.
Frank Miller è uno dei protagonisti della rivoluzione culturale e artistica che negli anni ’80 cambiò la storia del fumetto americano. Non solo per la qualità e la novità dei suoi personaggi e delle sue storie, ma anche perché decise di portare avanti delle campagne per far riconoscere i diritti degli autori, in un’epoca in cui non ricevevano royalties […] “Iniziò a richiedere delle condizioni specifiche per lavorare: volle equiparare gli autori dei fumetti agli scrittori di romanzi e pretese di scegliere ogni dettaglio, dal numero alla grammatura delle pagine".
il ritorno del cavaliere oscuro
Dal punto di vista dei contenuti Miller fece una scelta inedita per l’epoca: inserì forti connotazioni politiche e culturali nelle sue storie. In uno dei suoi lavori più noti, Il ritorno del Cavaliere Oscuro, si trova una satira dei repubblicani e del governo Reagan perché “invadente, oppressivo e nemico dello spirito di indipendenza e del liberismo propri della parte migliore (a detta sua) dell’american way”, scrive Roberto Recchioni nella prefazione al saggio.
sin city
Nelle mani di Miller, Batman torna a essere una figura “cupa, spaventosa, violenta e brutale” […] “Miller – ha detto Marchetti a Repubblica - si vuole allontanare dallo stile camp e riprende il Batman delle origini. Tim Burton, che ha già quell’immaginario gotico, ha recuperato da Miller il modo di raccontare questo supereroe come un personaggio della strada. E infatti sceglie un gangster come suo Joker. Nolan invece prende dai fumetti di Miller il realismo e l’elemento politico: mette in scena un supereroe che deve fare i conti con gli effetti dell’11 settembre, forzare la privacy dei cittadini di New York, come nel mondo reale fece l’amministrazione Bush. Nel suo caso infatti Joker è una sorta di terrorista”.
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Il cinema è un medium che affascina Miller da sempre e a cui l’autore si avvicina gradualmente. Il primo approccio fu con Robocop 2, di cui scrisse la sceneggiatura, ma che lo lasciò deluso a causa delle modifiche fatte al suo testo e alla recezione negativa del film da parte del pubblico. Dopo 15 anni un’esperienza completamente diversa, quella della scrittura e co-regia di Sin City, tratto dal suo fumetto omonimo: Robert Rodriguez è un fan, gli diede ampio spazio, un ruolo importante e la possibilità di trasferire sul film la sua conoscenza dei personaggi. […]
Dario Marchetti racconta anche i flop e i diversi passi falsi nella carriera di Miller, dalla propaganda anti-islamica post 11 settembre (poi rinnegata) alla rappresentazione sessualizzata di molti personaggi femminili. Al cinema i successi sono durati finché Miller ha collaborato con degli autori con una visione forte, ma quando nel 2008 ha sperimentato la regia in solitaria il risultato è stato un fiasco: il suo The Spirit recuperò a malapena metà del budget, circa 60 milioni di dollari.
daredevil born again
Nonostante questo fallimento l’abbia portato ad allontanarsi da Hollywood ed eventuali nuovi progetti, l’impatto di Miller nel cinema è innegabile. L’idea, ad esempio, che un eroe non debba necessariamente vincere per le proprie virtù, ma anche per i suoi difetti, è passata dai suoi fumetti al cinema regalando agli spettatori supereroi sfaccettati, che possono sbagliare e fallire. […]
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