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    BERGAMO, NON MOLLARE - UN MESSAGGIO DI SPERANZA DALL’OSPEDALE PAPA GIOVANNI: “PER LA PRIMA VOLTA PIÙ DIMESSI CHE PAZIENTI” - LO HA ANNUNCIATO LUCA LORINI, IL DIRETTORE DELLA RIANIMAZIONE: " IN TERAPIA INTENSIVA IN QUESTO MOMENTO ABBIAMO 100 POSTI LETTO, 80 DEI QUALI DEDICATI AL COVID-19. STIAMO FACENDO LO SFORZO MASSIMO, È UNA BATTAGLIA CHE POSSIAMO VINCERE"…


     
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    Da bergamonews.it

    papa giovanni bergamo papa giovanni bergamo

     

    Un messaggio importantissimo, di grande speranza e auspicio, arriva direttamente dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: “Per la prima volta il numero dei pazienti è stato inferiore a quello dei dimessi”.

     

    Ad annunciarlo, al Tg1, Luca Lorini, direttore dell’Unità di Anestesia e rianimazione 2.

     

    Ed è una notizia bellissima, arrivata al termine di una giornata che invece ha visto ancora crescere drammaticamente e pesantemente il dato dei contagiati nella nostra provincia, arrivati ora a 2136 positivi con un aumento di 321 unità.

     

     

    “In Terapia intensiva in questo momento abbiamo 100 posti letto, 80 dei quali dedicati al Covid-19 – ha spiegato Lorini -. Siamo partiti molto lentamente, con 8 posti montati il primo giorno, ma via via stiamo crescendo giorno dopo giorno. Devo dire che il sistema sanitario lombardo si è mosso come un’orchestra e una sinfonia ben ordinata. La piena di malati è arrivata, ma sono arrivate anche le attrezzature e ne arriveranno ancora”.

     

    papa giovanni bergamo papa giovanni bergamo

    Poi la lieta notizia: “Dall’inizio dell’emergenza oggi (giovedì 12 marzo ndr) per la prima volta a Bergamo si ha un numero di pazienti inferiore a quelli che dimettiamo. Primo giorno in cui vediamo un calo della piena. Ma è estremamente importante che nessuno incontri nessuno, la gente deve continuare a fare questo sforzo.

     

    Noi siamo qui a curare loro, ma loro devono stare a casa. Stiamo facendo uno sforzo massimo, come un ciclista ben preparato siamo in grado di reggere la salita. Importante però che questo sforzo massimo sia fatto da tutti, medici, infermieri e tecnici che curano e dalla popolazione. Questa è una battaglia che possiamo vincere”.

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