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    UN VIRUS DI SERIE A – C’È UN POSITIVO NEL PARMA! NON È UN CALCIATORE MA UN “MEMBRO DEL GRUPPO SQUADRA”, COMPLETAMENTE ASINTOMATICO E ISOLATO – TUTTI GLI ALTRI SONO RISULTATI NEGATIVI E, COME DA PROTOCOLLO, POTRANNO CONTINUARE L’ATTIVITÀ E ANCHE GIOCARE…


     
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    Da www.leggo.it

     

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    Un caso di positività al Covid-19 è stato evidenziato dagli esami in casa Parma Calcio, alla vigilia della sfida di serie A contro il Bologna in calendario domani. È lo stesso club a comunicarlo sul proprio sito ufficiale, spiegando che si tratta di un «membro (non calciatore) del gruppo squadra», completamente asintomatico e prontamente isolato secondo le direttive federali e ministeriali. Tutti gli altri sono invece risultati negativi e hanno iniziato l'isolamento nel centro sportivo, ma «potranno continuare regolarmente l'attività, costantemente monitorati secondo il protocollo vigente».

     

    ADESSO COSA SUCCEDE In casi come questo il regolamento prevede che siano isolati solo i soggetti positivi con tamponi a tappeto per gli altri membri della squadra, compreso un test veloce a poche ore dalle partite. Un atto che va a confermare quanto detto dal Comitato tecnico scientifico, che aveva già dato il suo parere positivo, avvertendo però la FIGC dell’impossibilità formale di applicare un provvedimento che sarebbe andato contro il decreto. Comunque sia, per quanto riguarda la prosecuzione del campionato non dovrebbe accadare nulla.

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    I PRECEDENTI

    La positività al Covid-19 resa nota oggi dal Parma Calcio 1913, e che riguarda un membro non giocatore dello staff crociato, è il terzo caso riscontrato all'interno del club emiliano. Alla ripresa degli allenamenti dopo il lockdown erano infatti risultati positivi ad uno dei due tamponi effettuati due giocatori della rosa di Roberto D'Aversa.

     

    I due tesserati avevano regolarmente osservato la quarantena e, dopo nuovi test erano rientrati regolarmente in gruppo perché divenuti completamente negativi. Fra i due casi e quello riscontato oggi non ci sarebbe quindi alcuna correlazione.

     

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    Come da Protocollo, quindi, è scattato immediatamente l'isolamento di tutto il gruppo squadra del Parma all'interno del suo centro sportivo. Il Parma ha comunicato che il positivo e «completamente asintomatico ed è stato prontamente isolato secondo le direttive federali e ministeriali». Tutti gli altri sono invece risultati negativi e hanno iniziato l'isolamento nel centro sportivo, ma «potranno continuare regolarmente l'attività, costantemente monitorati secondo il protocollo vigente». Domani giorno della gara del Parma contro il Bologna tutto il gruppo verrà sottoposto a tampone rapido. Gli altri eventuali positivi saranno isolati mentre chi risulterà negativo potrà tranquillamente scendere in campo.

     

    Spallanzani: speriamo casi isolati

     

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    «Mi auguro che il caso di positività» di un membro non calciatore del gruppo squadra del Parma «sia isolato ed isolabile altrimenti si potrebbe innescare una spirale pericolosa che potrebbe portarci a scelte inevitabili di sospensione». Lo afferma all'Adnkronos Salute Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Inmi Spallanzani di Roma e componente del Comitato scientifico della Figc per l'emergenza Covid-19. «Mi pare però che se si isola e monitora costantemente il gruppo squadra il sistema possa funzionare - precisa Vaia - Bisognerà capire dal 'contact tracing' come la persona è venuta in contatto con il virus e con quali e quante persone soprattutto fuori del gruppo squadra, considerato che sono tutti liberi di tornare alle loro case ed a frequentare chiunque. Mai come in queste occasioni il tracciamento è indispensabile». «Purtroppo, come spesso verifichiamo come cittadini ed operatori sanitari, siamo costretti a rincorrere i problemi quando accadono e quindi a valle, quando certo tutto è più difficoltoso - rimarca il direttore sanitario dello Spallanzani - se si fosse creata, come auspicavamo ed avevamo proposto, la bolla iniziale con la certezza di negatività per tutti i componenti il gruppo squadra mandando in ritiro preventivo e monitorato con i test per 14 giorni i calciatori, tutti gli addetti e le loro famiglie e successivamente far vivere tutti, comprese le famiglie dentro i centri sportivi o equivalenti, oggi parleremmo diversamente».

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