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    UNA BIMBA TRATTATA COME UN PACCO POSTALELA FAMIGLIA DI NOVARA CHE SI ERA RIVOLTA A UNA MADRE SURROGATA IN UCRAINA PER AVERE UNA FIGLIA, E CHE POI SEMBRAVA VOLERLA ABBANDONARE, NEGA TUTTO: "LA PRENDIAMO CON NOI" - IL CASO È SUL TAVOLO DEL TRIBUNALE DEI MINORI DI TORINO, NEL FRATTEMPO LA PICCOLA È STATA ACCOLTA DA UNA COPPIA CHE HA ALTRI FIGLI E ABITA IN PIEMONTE - MICHELA MARZANO: "UTERO IN AFFITTO? ESSERE GENITORI NON È SOLO QUESTIONE DI DNA"


     
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    1 - BAMBINA ABBANDONATA, DIETROFRONT DEI GENITORI: “LA PRENDIAMO CON NOI”

    Carlo Bologna per “La Stampa

     

    utero in affitto 2 utero in affitto 2

    Altro che abbandono nella lontana Ucraina. La famiglia di Novara che si era rivolta a una madre surrogata per avere una figlia voleva portarsela in Italia. È quanto sostengono gli avvocati dei genitori legali di Luna (nome di fantasia), la piccola di quindici mesi che con la sua storia ha commosso l’Italia.

     

    Venerdì è arrivata a Malpensa scortata dai volontari della Croce rossa italiana e dagli agenti della Criminalpol. Un viaggio fatto di ninnenanne e mille coccole. Per ridurre al minimo quello strappo consumato in Ucraina, quando la tata si era rivolta al consolato italiano a Kiev chiedendo aiuto. Fino all’altro ieri era la storia di un abbandono.

     

    utero in affitto 1 utero in affitto 1

    «Dopo il riconoscimento della bambina - ricostruiva la Croce rossa - la coppia è rientrata in Italia, affidando la piccola a una baby-sitter reperita sul posto per poi sparire. L’interessamento della Procura dei minori ha permesso di rintracciare i genitori e di constatare la reale intenzione della coppia di non voler riprendere la loro figlia».

     

    Ieri, a spazzare via questa ricostruzione, è arrivata la nota dei legali torinesi della coppia, gli avvocati Riccardo Salomone ed Enzo Carofano. «I coniugi sono stati additati come responsabili dell’aberrante comportamento ma neghiamo tassativamente che avessero intenzione di abbandonare la bambina. Infatti erano state avviate le pratiche per riportarla in Italia».

     

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    «Posso soltanto aggiungere - chiosa l’avvocato Salomone - che in questa storia, raccontata con grande suggestione, mancano moltissimi tasselli». In queste ore sono rimbalzate anche alcune frasi attribuite alla madre novarese che avrebbe spiegato di non sentire sua la bimba partorita da un’altra donna.

     

    «I coniugi non hanno mai rilasciato dichiarazioni ai giornalisti» garantiscono i legali invitando «a evitare ogni interferenza nella vita privata e nella riservatezza della coppia». Che, va ricordato, non è indagata.

     

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    La procura di Novara sulla vicenda ha aperto un fascicolo «modello 45», quello dei fatti non costituenti reato. «È una vicenda delicata, tutta da valutare - si limita a commentare il procuratore capo Giuseppe Ferrando -. Noi ci siamo attivati un mese fa quando è arrivata la richiesta dai servizi diplomatici».

     

    Il caso è all’attenzione anche del Tribunale dei minori di Torino che ora dovrà valutare con attenzione se Luna potrà essere riaffidata a chi l’ha voluta attraverso un’altra madre. Nel frattempo è stata accolta da una coppia che ha altri figli e abita nella zona del Novarese.

     

    Chi l’ha vista la descrive come una bambina bellissima. Per darle una casa e amore decine di famiglie si sono fatte avanti. Da ieri, con loro, c’è anche quella che vuole riannodare i fili di una storia spezzata. Per trasformarsi da genitori legali semplicemente in genitori. Senza più ombre.

     

    2 - LA BAMBINA ABBANDONATA, NON SI CONDANNI A PRIORI LA GESTAZIONE PER ALTRI: ESSERE GENITORI NON È SOLO QUESTIONE DI DNA

    Michela Marzano per “La Stampa

     

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    La storia della bimba nata a Kiev con gestazione per altri e poi abbandonata è tristissima. Nessun bambino dovrebbe mai essere abbandonato. Eppure, accade. Succede quando una donna decide di partorire anonimamente, e il neonato viene poi dato in adozione. Oppure quando un bimbo o una bimba vengono dati in affido temporaneo, e poi non tornano più nella famiglia d’origine.

     

    Succede con alcuni prematuri che, dopo essere stati tenuti in vita grazie a terapie sofisticate, non vengono mai recuperati dai genitori in ragione di qualche disabilità. Accade persino quando si adotta, e talvolta si restituisce il bambino, e allora è ancora peggio, perché i piccoli vivono un drammatico «doppio abbandono».

     

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    Ma di queste storie si parla poco, vuoi perché non fanno notizia, vuoi, ancora peggio, perché non creano polemiche. A differenza dell’abbandono di Luna, che è stato invece raccontato da molti, e commentato come il risultato evidente dell’egoismo di chi, convinto che tutto sia lecito, compra i figli.

     

    Cioè? Il capitolo della gestazione per altri è talmente controverso che, in tanti, fanno persino fatica a pronunciare le parole «gestazione per altri», e preferiscono connotare subito, e in maniera negativa, la pratica come «utero in affitto» o «maternità surrogata». Sebbene non ci sia nessun «affittasi» accanto alle foto in vetrina di un utero. Né, tantomeno, si possa parlare di maternità quando una donna porta avanti una gravidanza senza l’intenzione di diventare madre.

     

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    Ma prima di affrontare da un punto di vista etico questo tema, vorrei iniziare raccontando una contro-storia. Una storia che inizia con C., che è madre di tre figli, ha un bel lavoro, un marito, una madre ancora attiva e tanta voglia di mettere da parte un po’ di soldi. C. è una donna forte e determinata.

     

    È lei che si occupa di tutto in casa e che, a un certo punto, decide di portare avanti alcune gravidanze per coppie che, altrimenti, non potrebbero avere figli. Certo, C. guadagna molto, ma è fiera di farlo aiutando altre persone. E dopo aver fatto nascere due maschietti per una coppia di gay, decide che è arrivato il momento di smettere. I due papà adorano C. e incontrano suo marito, sua madre e i suoi figli.

     

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    E uno dei due, un giorno, ammette: «Ciò che C. ha fatto per la nostra famiglia non ha prezzo. Che prezzo potrebbe d’altronde avere la cura con cui C. ha portato avanti la gravidanza dei due nostri figli? Le sarò per sempre grato di avermi dato la possibilità di diventare papà».

     

    Dopo questa contro-storia, il passaggio seguente è ricordare come in Belgio, in Canada, in Danimarca e in alcuni stati Usa, la gestazione per altri sia legale solo se portata avanti a titolo gratuito, mentre in altri stati Usa lo è anche quando viene retribuita, sebbene esistano regole rigide per tutelare le donne e i bambini: le donne devono già essere madri, devono essere economicamente indipendenti e devono essere in grado di dimostrare che le proprie scelte sono informate e consapevoli; i bambini, una volta nati, devono essere riconosciuti e non possono essere abbandonati. In alcuni paesi dell’Est o in via di sviluppo, però, il contesto è tutt’altro: le regole sono talmente confuse (o aggirabili), che non è raro che le donne vengano sfruttate o che si crei un vero e proprio commercio di bambini.

     

    UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

    Come per molte altre pratiche, anche nel caso della gestazione per altri la valutazione etica dipende dalle regole che vengono stabilite e dalle modalità che vengono (o meno) rispettate. Pensiamo, ad esempio, al trapianto degli organi. In teoria, siamo tutti d’accordo che è cosa buona e giusta salvare la vita di una persona trapiantandogli un cuore o un rene o un fegato.

     

    Ma come ci si procura questi organi? Da chi, e in base a quali norme, vengono espiantati? La regola è in genere quella della gratuità e dell’anonimato. Gli organi non vengono quindi né venduti né comprati, ma donati. Tuttavia, dato che gli organi a disposizione per i trapianti sono rari, esiste un mercato parallelo.

     

    UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

    Accade cioè che alcune persone – spesso sole, talvolta ai margini della società, talvolta prigioniere – vengano rapite o ammazzate al fine di recuperarne gli organi e poi venderli al maggior offerente. E che alcuni ricchi sopravvivano proprio perché si possono permettere di pagare somme ingenti di denaro ai trafficanti di organi.

     

    Se mi soffermo sulle ambivalenze etiche del trapianto, è perché sono un po’ stanca del buonismo astratto di chi parte in battaglia per difendere i diritti dei più fragili, ma poi non sa, non conosce, ignora o tace i problemi e gli abusi legati a una determinata pratica. E si scaglia contro la gestazione per altri condannandola a priori.

     

    UTERO IN AFFITTO UTERO IN AFFITTO

    Se è d’altronde giusto inorridire di fronte a storie di abbandono come quella di Luna, è totalmente ingiusto sputare sentenze sulla gestazione per altri in generale, partendo dal presupposto che nessuna donna possa autonomamente decidere come utilizzare il proprio corpo oppure da quello secondo cui ogni bambino nato da gestazione per altri è un «pacco comprato su Amazon».

     

    La paternità e la maternità sono sempre complesse e, permettetemi di dirlo, quasi mai frutto di un gesto altruistico. Quante sono le persone che hanno figli perché è così che si fa, oppure capita, oppure li vogliono con la stessa forza con cui si può volere un cane o un gatto?

     

    UTERO AFFITTO UTERO AFFITTO

    Chi è consapevole del fatto la genitorialità ha ben poco a che vedere con il Dna o il sangue, ed è quel legame che si stringe con un figlio (biologico o meno) quando ci si assume la responsabilità di accoglierlo, riconoscerlo, amarlo, accudirlo, talvolta anche sgridarlo?

     

    La lingua francese, in questo, è forse più sottile di quella italiana, visto che quando si riferisce alla genitorialità utilizza due termini: «geniteur», che vuol dire «genitore biologico», e «parent», che vuol dire «padre» o «madre» anche in assenza di legami biologici. Un conto, d’altronde, è mettere al mondo un figlio; altro conto, è diventarne la madre o il padre. Un conto è avere un legame genetico con la creatura che nasce; altro conto è esserci: esserci sempre e comunque, trasmettendogli valori, regole, abitudini, parole, ascolto e amore.

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