Davide Barillari e Sara Cunial
Il consigliere Davide Barillari e la deputata Sara Cunial avevano occupato l'ufficio di Barillari nel Consiglio regionale del Lazio nella notte tra il 14 e il 15 ottobre. In serata sono stati costretti a uscire: «Sanificazione straordinaria»
Il consigliere regionale del Lazio Davide Barillari e la deputata Sara Cunial (ex M5s, ora nel Gruppo Misto) hanno lasciato gli uffici del Consiglio della Regione Lazio dove si erano barricati nel giorno dell'obbligo del Green pass sui luoghi di lavoro. «Usciamo di qua solo se ci caccia la polizia», avevano dichiarato. Ma le cose sono andate diversamente.
davide barillari si punta la pistola sul braccio
«Ci hanno obbligato ad uscire perché, guarda caso, hanno scovato proprio ieri pomeriggio un dipendente regionale vaccinato con green pass positivo al Covid, e dovevano procedere ad una sanificazione straordinaria urgente....», ha scritto Barillari sulla sua pagina Facebook. «Zingaretti dovrebbe solo vergognarsi. Ora siamo al consolato svedese a chiedere asilo politico», aggiunge il consigliere regionale.
Contrari ai vaccini, il consigliere regionale e la deputata avevano spiegato così le motivazioni del loro sit-in: «Lo facciamo per solidarietà con tutti quelli che non sono riusciti a entrare al lavoro». Barillari e Cunial erano entrati in Consiglio regionale, nell'ufficio di lui, giovedì sera, e dunque prima che entrasse in vigore l'obbligo di green pass.
Davide Barillari e Sara Cunial
Poi si sono trattenuti oltre la mezzanotte e, di lì a poco, hanno emesso il loro primo comunicato video. La deputata e il consigliere regionale si sono trattenuti all'interno dell'ufficio per tutta la giornata del 15 ottobre, ma in serata, come riferiscono anche le agenzie di stampa, sono stati costretti a lasciare il Consiglio Regionale.
barillari cunial 2
Il 15 ottobre, il gesto di Cunial e Barillari era stato stigmatizzato da Nicola Zingaretti. «Voglio esprimere la mia solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Regione Lazio che si sono vaccinati e che oggi vengono messi a rischio da un privilegiato — aveva dichiarato il presidente della Regione — Se tutti si comportassero così ci dovremmo rinchiudere in casa. L’opposto della libertà. Per farsi pubblicità e raccattare qualche voto, offende un luogo istituzionale che dovrebbe essere di tutti».