le quattro persone arrestate a denver per l'arsenale in hotel 1
Flavio Pompetti per "il Messaggero"
Qualcosa di grosso è stato sventato dalla polizia di Denver venerdì scorso, tanto grosso che gli stessi tutori dell'ordine sono restii ad affrettare conclusioni.
Il sospetto è che una banda di almeno quattro persone si stesse preparando a sparare sulla folla inerme davanti all'ingresso di uno stadio, con una batteria di armi automatiche capaci di generare una strage ancora più vasta di quella di Las Vegas, quattro anni fa.
L'allarme è stato lanciato da una anonima cameriera dell'albergo Maven, nel cuore della città, la quale nel corso delle pulizie aveva scorto in una stanza all'ottavo piano il calcio di un fucile spuntare da un armadio.
Gli agenti chiamati dalla direzione dell'hotel vi hanno fatto irruzione, e hanno trovato nascoste all'interno 16 armi automatiche, 1.000 munizioni e diversi giubbotti antiproiettile. Il balcone dell'abitazione si affaccia sulla strada che ad un isolato di distanza porta ai cancelli di ingresso del Coors Field, l'arena sportiva che ha ospitato nella notte la partita della All Star della lega nazionale di baseball, capace di attrarre diverse decine di migliaia di spettatori.
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LA PERQUISIZIONE Da quella postazione sarebbe stato possibile inviare una pioggia di fuoco sulle teste di intere famiglie in coda per entrare nello stadio, con poco spazio per scappare e mettersi al riparo.
In seguito alla perquisizione che ha interessato anche una seconda stanza dell'albergo, i poliziotti hanno arrestato quattro persone, tutti con precedenti penali, ma la cui fedina non lascia pensare a un primo sguardo che si tratti di un'associazione terroristica.
I fermati tra l'altro, tutti quarantenni, rigettano l'accusa di far parte di una banda, e sostengono finora di essersi appena conosciuti. Ma le motivazioni che hanno offerto per la presenza dell'arsenale sono poco credibili, e al momento tutte le ipotesi sono ancora aperte.
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I PROTAGONISTI Tra loro c'è Richard Platt, un lavoratore edile conosciuto dalle autorità fin dal 1998, anno della prima violazione per porto d'armi abusivo, e che è un piccolo ricettatore e spacciatore di droga che ha conosciuto più volte la galera.
Anche Gabriel Rodriguez ha ricevuto la prima condanna quasi trent' anni fa per il possesso di droga e per una lunga serie di reati minori. Ricardo Rodriguez, il quale non ha rapporti di parentela con il suo omonimo, si difende con la tesi di aver conosciuto Platt, che è forse il capo, solo la sera prima, all'arrivo in città.
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I cronisti locali sono riusciti a raggiungerlo telefonicamente in prigione, e hanno raccolto una versione poco verosimile, per la quale Platt gli avrebbe detto che aveva dei biglietti extra per la partita della All Star, e che era disposto a venderglieli. Sarebbe per questo che i due sono stati trovati insieme nella stanza al momento dell'incursione della polizia.
«Non è possibile, io non avrei mai permesso a qualcuno di mia conoscenza di mettersi a sparare sulle teste di genitori e bambini ha detto Rodriguez al telefono se fossi stato a conoscenza di un piano del genere, sarei sicuramente intervenuto per impedirlo». Lui stesso ammette però che la stanza di Platt era imbottita di ogni tipo d'arma, con calibri dai 9 ai 40 millimetri, inclusi fucili ad altissima precisione a distanza, normalmente usati da cecchini.
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La quarta persona tratta in custodia è una donna: Kanaoelehua Serikawa, anche lei con precedenti di possesso di droga con l'intento di spacciarla. Su tutti aleggia una frase riportata dal quotidiano locale Denver Post, scritta da uno di loro non identificato su una pagina Facebook poi rimossa.
Nel testo ci sarebbe stata la promessa di fare una «uscita alla grande» dalla vita, come di una persona che si prepara ad un'azione suicida.
Un'altra pista che potrebbe incuriosire gli inquirenti è che la partita di baseball ricca di sponsor e di proventi al botteghino era stata inizialmente assegnata alla città di Atlanta ma la lega l'ha spostata a Denver su sollecitazione del presidente Joe Biden, dopo che lo stato della Georgia si è dotato di una legge liberticida sul voto.
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