Estratto dell’articolo di Enrico Ferro per www.repubblica.it
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Dopo la donna di cioccolato in Gallura, ecco la ragazza-tavolino a Verona. Ha fatto il suo debutto in una cena di gala alla Gran Guardia, in piazza Bra, davanti all’Arena, per la festa dei 75 anni del Consorzio Zai che gestisce la zona industriale veronese C’erano imprenditori, politici e amministratori. C’era anche il sindaco Damiano Tommasi con il suo staff e la vicesindaca Barbara Bissoli ha reagito indignata di fronte all’immagine che si parava all’ingresso: ragazze agghindate con una gonna a cerchio rigido, usata per appoggiare i calici di champagne, come fosse un tavolo.
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[…] la "Maquario Independent Agency “che per l’allestimento si è avvalsa dell’agenzia “Royal Management Hostess”. Poi però c’è lei, Michelle Pellegrinelli, 21 anni, originaria di Belluno ma residente a Trento. È una delle due donne-tavolino. Decide di […] spiegare la sua posizione.
Come ha scelto quel lavoro e come si è sentita?
«Non mi sono sentita oggettificata, né mercificata e neppure sfruttata. Ho solo espresso la mia arte, in quel contesto. Insomma, ho lavorato normalmente, come faccio sempre. Altrimenti mi sarei rifiutata».
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Era stata ingaggiata come artista o come cameriera?
«Io sono un’artista».
Quanto l’hanno pagata?
«Ho guadagnato 150 euro in un’ora, sicuramente molto più di una cameriera. È una cifra elevata per ciò che si fa poi nel concreto. C’è molto lavoro di preparazione ma poi il turno è semplice e poco faticoso».
[…]
In cosa consisteva il lavoro?
«Dovevo vestirmi con questo abito a forma di tavolo. Il mio compito era ricevere gli invitati, presenziare, servire bicchieri. Le persone si avvicinavano e io porgevo loro il calice».
C’è chi sostiene sia una mansione che mortifica il suo essere donna.
«Credo che non ci sia nulla per cui indignarsi, i problemi sulla mercificazione sono altri. Sono consapevole di quello che faccio e non mi sento sfruttata. Non serve che altri si indignino al posto mio».
Ora però c’è tanta attenzione per queste cose. Non crede sia un miglioramento rispetto al passato?
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«Anche io sono femminista ma a volte si superano i limiti del politicamente corretto. Non si può più esprimere se stessi, o si urta la sensibilità degli altri. Bisogna sempre stare attenti a come ci si muove e a come si parla. C’era anche un ragazzo in queste performance: era vestito come una sorta di pavone. Di lui non è stato detto niente, perché è uomo. E questa non è discriminazione?».
Lei è libera di scegliere il lavoro o è costretta ad accettare certe mansioni per mantenersi agli studi?
«Io sono libera di scegliere cosa fare e con chi farlo».
[…]
Dunque è rimasta stupita dalle polemiche?
«Sì, non me le aspettavo. Non capisco come altri possano interpretare quello che sento io, soprattutto senza avermi prima interpellata. Nessuno mercoledì sera è venuto a chiedermi come mi sentissi».
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