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    A TORINO UNA DONNA FACEVA PROSTITUIRE LA FIGLIA 15ENNE, METTENDOLA “IN VETRINA” SU INTERNET, IN CAMBIO DI BONIFICI SULLA POSTEPAY - IL CASO RISALE A MARZO 2020 QUANDO UN'ASSOCIAZIONE ANTIPEDOFILIA AVEVA SEGNALATO LA VICENDA ALLE AUTORITÀ GIUDIZIARIE - LA MADRE E LA RAGAZZA ERANO FINITE ANCHE A “LE IENE”, MA LA FIGLIA HA SEMPRE “RESPINTO O RIDIMENSIONATO” LE ACCUSE (COME MAI?). ORA, PERÒ, LA DONNA È STATA CONDANNATA A 4 ANNI E 10 MESI...


     
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    (ANSA) - È stata condannata dal Tribunale di Torino a quattro anni e dieci mesi di carcere la mamma di un'adolescente accusata far prostituire la figlia, 15enne all'epoca dei fatti, sul web, in cambio di bonifici sulla Postepay. Il caso risale a marzo 2020 quando un'associazione antipedofilia, 'La Caramella Buona', aveva segnalato la vicenda alle autorità giudiziarie. La madre e la ragazzina, erano state anche intervistate dal programma televisivo “Le Iene”. 

     

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    Il pubblico ministero, Lisa Bergamasco, aveva chiesto una condanna a quattro anni, per la donna difesa dall'avvocato Stefano Freilone. I reati contestati alla donna erano sfruttamento della prostituzione e produzione di materiale pedopornografico. Accuse, come spiega l'avvocato Freilone "sempre respinte e anche ridimensionate dalla figlia stessa che è tornata a vivere con la madre". 

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    Sempre la figlia non si è presentata come parte civile nel procedimento, con rito abbreviato. L'avvocato Freilone ha annunciato che aspetterà le motivazioni della sentenza per poi presentare ricorso alla Corte d'Appello.

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