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    “LA VITA È BELLA, MA SOLO SE SIAMO LIBERI. E IO LO SONO STATA FINO ALLA FINE” - UNA DONNA VENETA MALATA DI CANCRO È MORTA IERI MATTINA FACENDO RICORSO AL SUICIDIO ASSISTITO: LA ASL LE HA RECAPITATO IL FARMACO A CASA – LA 78ENNE È LA SECONDA PERSONA AD AVER AVUTO ACCESSO IN ITALIA AL SUICIDIO MEDICALMENTE ASSISTITO (RESO LEGALE DALLA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE SUL CASO CAPPATO-DJ FABO) E LA PRIMA AD AVER RICEVUTO I FARMACI DALL’AZIENDA SANITARIA DELLA REGIONE DI CUI E' PRESIDENTE IL LEGHISTA ZAIA


     
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    Estratto da corriere.it

     

    Una donna malata di cancro sceglie il suicidio assistito Una donna malata di cancro sceglie il suicidio assistito

    Prima di morire ha voluto lasciare un messaggio, il suo testamento spirituale: «La vita è bella, ma solo se siamo liberi. E io lo sono stato fino alla fine. Grazie». È conosciuta come Gloria, ma il nome è di fantasia.

     

    Trevigiana, aveva 78 anni. Il suo è il secondo caso di suicidio assistito in Italia, dopo quello di Federico Carboni dello scorso anno, ma è la prima ad aver ottenuto dall'Asl il farmaco e tutto quanto necessario per porre fine alla sua esistenza.

     

    Gloria, malata di cancro, voleva all'inizio andare in Svizzera. Per questo aveva contattato l'Associazione Luca Coscioni, ma il tesoriere Marco Cappato le ha spiegato che poteva fare richiesta anche in Italia. Nel nostro Paese non c'è ancora un legge, ma ci sono i paletti fissati dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/2019 quando venne chiamata a decidere sul caso Cappato-Dj Fabo. 

     

    Una donna malata di cancro sceglie il suicidio assistito Una donna malata di cancro sceglie il suicidio assistito

    (...) In assenza di medici dell'Asl, è stato Riccio a preparare il farmaco, che poi Gloria si è autosomministrato. Cappato osserva che «la sanità del Veneto ha evitato a Gloria una morte tra sofferenze che non avrebbe mai voluto. Il fatto che l'aiuto sia arrivato nella Regione presieduta da Luca Zaia della Lega dimostra che su questo tema non valgono i recinti dei partiti e delle colazioni, ma conta la sensibilità nei confronti delle persone che soffrono e delle loro libere scelte».

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