Giovanna Vitale per “la Repubblica”
ignazio marino renzi
La tempesta perfetta scatenata dalla investitura di Guido Bertolaso come candidato unico del centrodestra ufficiale, quello espresso da triade Berlusconi-Salvini-Meloni, rischia di affondare ogni speranza di approdo al ballottaggio. Fra partiti che deflagrano (Fratelli d’Italia), accordi sottobanco segnalati sul fronte forzista e pure leghista, rimescolamenti vari, quel che fu il Pdl è ormai al tutti contro tutti.
ignazio marino er piu matto
Ma il centrosinistra non sembra essere da meno, aggredito oltre che all’estrema sinistra dai Fassina boys, anche dall’ex sindaco Marino. Che ieri sera, a DiMartedì su La7, ha fatto chiaramente intendere che sarà della partita: «È tempo di costruire un progetto e una lista. E’ chiaro che io ci sono e ci sarò», ha risposto a Giovanni Floris.
«C’è un tempo per ogni cosa: prima dobbiamo costruire una lista civica così come ha detto Walter Tocci e cioè rinunciando al simbolo e facendo un passo indietro e ultimando un processo di cambiamento che dobbiamo alle romane e ai romani», ha proseguito. «Dobbiamo costruire non un progetto sulla persona o sui personalismi ma lavorare per far davvero di questa nostra città che amo tanto, una Capitale d’Europa. Possiamo farlo con un progetto che coinvolga i delusi del Pd».
bertolaso
L’unico che in tutto questo trambusto non sembra aver perso (ancora) la calma, sfidando anzi la pazienza degli alleati, è proprio Bertolaso. Tornato ieri a strizzare l’occhio al centrosinistra: «Se dovessi scegliere fra Marchini, Storace e Giachetti voterei il meno peggio che è Giachetti», ha sentenziato a sera. Dopo aver declinato, per tutto il giorno, la sua proverbiale sicumera: «Io non sono abituato a perdere», ha tagliato corto. «Roma è stata completamente commissariata da un presidente del Consiglio che sta facendo il sindaco. I romani si devono riappropriare della loro città».
giorgia meloni sul palco f
Parole che scaldano la campagna elettorale, ma non risolvono le beghe tra i partiti che lo sostengono. A cominciare da Fratelli d’Italia: ieri 21 dirigenti romani hanno infatti annunciato che alle comunali non sosterranno l’ex capo della Protezione civile bensì Francesco Storace. Il quale si è detto subito «soddisfatto» anche per le «adesioni » alla sua candidatura provenienti «dal Movimento di Salvini».
Si tratta dell’ex coordinatore leghista del XII municipio, Roberto D’Ambrogi, già passato armi e bagagli con lui insieme ad altri 200 iscritti. «Spero ha subito attaccato l’ex governatore - che ci sia la volontà di ragionare e di riflettere sul fatto che hanno sbagliato il candidato che ogni giorno fa e dice peggio del giorno prima. Mi auguro che si dia a Bertolaso la possibilità di una ritirata onorevole».
francesco storace (3)
Ma da Fratelli d’Italia arriva subito una smentita: «Quei 21 sedicenti “dirigenti”, su una platea di 500, sono gli stessi che, di fatto, dal giorno dell’assemblea dei soci della Fondazione An, si sono posti contro e fuori del partito», tuona il portavoce Marco Marsilio. Sono cioè i seguaci di Gianni Alemanno, da tempo ormai in rotta con FdI e ormai solido alleato di Storace.
Ma se il centrodestra cade a pezzi, il centrosinistra non sta certo meglio. Preoccupato che Marino possa di nuovo scendere in campo e annullare tutte le chanche di vittoria. L’ex sindaco, ieri sera, è stato chiaro: «Io continuerò ad andare da quella parte che Renzi considera sbagliata perché il Pd è delle persone che eleggono con il voto, lui non se l’è comprato». Da qui il realismo di Giachetti, sfidante di Morassut alle primarie, che pur senza citarlo ammette: «Certamente la presenza di un candidato di sinistra mette a rischio la possibilità che il candidato di centrosinistra ce la faccia ».
ROBERTO GIACHETTI