Francesco Spini per la Stampa
Botta e risposta sulla rete, come ai vecchi tempi. Proprio mentre il nuovo ad di Tim, Amos Genish, ce la mette tutta nell' inviare segnali di apertura e dialogo al suo concorrente nella posa della fibra per l' Internet superveloce, ecco che da Open Fiber parte la bordata che costringe il numero uno dell' ex monopolista a una secca replica.
francesco starace linda lanzillotta franco bassanini
Ad aprire il fuoco è il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, il quale sottolinea come a fronte degli «investimenti cospicui» richiesti per diffondere la nuova infrastruttura in fibra, su Tim pesino «un elevato debito» e la «necessità di difendere l' asset della rete in rame che è iscritta in bilancio con un valore elevato e che, di fronte a una rapida migrazione sulla fibra, dovrebbe essere svalutata». Glissa sulla collaborazione offerta da Genish («non ne abbiamo discusso concretamente nei nostri organi») e critica la duplicazione dell' infrastruttura, in linea con la sua antica battaglia a favore di un matrimonio tra le due reti.
AMOS GENISH
Da Corso d' Italia, Genish non resta a guardare: «Rispettiamo l' opinione di Open Fiber - replica secco l' ad -, ma non condividiamo le sue considerazioni espresse sulla rete Tim». Mentre molti scorgono l' ombra di Bassanini anche dietro l' emendamento al decreto fiscale che definisce vera banda ultralarga in fibra solo quella che arriva fino all' abitazione (con la tecnologia Ftth), l' ad di Telecom - che preferisce catalogare la bontà di una connessione attraverso la velocità piuttosto che con la tecnologia utilizzata - rivendica gli sforzi fatti da Tim negli ultimi anni, sebbene in prevalenza con modalità Fttc, ossia con la fibra ottica portata fino all' armadietto stradale da cui parte il doppino in rame verso la casa del cliente.
banda larga
«Ad oggi - ricorda Genish - copriamo il 73% del Paese con la nostra rete ultrabroadband, raggiungendo circa 18 milioni di abitazioni con performance fino a 300 Mbps (Fttc), e fino a 1 Giga per 1,8 milioni di abitazioni già servite dalla rete in fibra fino a casa (Ftth)». Il manager israeliano assicura che «tutte le nostre tecnologie in fibra sono in linea con le richieste dei clienti e vogliamo continuare a investire per confermare Tim nel ruolo di protagonista nello sviluppo dell' infrastruttura ultrabroadband in Italia».
BASSANINI
Quanto all' offerta di «collaborazione commerciale» con la società messa in campo dal governo e partecipata pariteticamente da Enel e Cdp, «riguarda solo le aree bianche», quelle cioè commercialmente poco appetibili, «dove Tim è già presente con le sue infrastrutture, e dipenderà da Open Fiber decidere se avrà un senso per loro».
Per Bassanini il no di Tim alla fusione della rete Tim con Open Fiber ribadito negli ultimi giorni da Genish è un' occasione persa per razionalizzare gli investimenti. Ma il più volte ministro commenta anche il futuro della Telecom formato Vivendi: «L' ulteriore integrazione verticale con la produzione e la distribuzione di contenuti» pone «ulteriori problemi di regolazione abbastanza complicati e possibili conflitti d' interesse».
AMOS GENISH
Critiche che rendono più difficile la pax della rete. «Ci dispiace - dice Genish - che Open Fiber commenti il business degli altri, anziché avviare un dialogo costruttivo». Forse per questo bisognerà attendere l' arrivo, il primo gennaio, del nuovo ad Elisabetta Ripa al fianco di Bassanini, dopo che ieri Tommaso Pompei ha formalizzato le sue dimissioni da Open Fiber.