Estratto dell’articolo di Luca Serranò e Andrea Vivaldi per “La Repubblica”
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Da una parte il comandante della compagnia di Prato, il colonnello dei carabinieri Sergio Turini. Dall'altra alcuni dei nomi più noti dell'imprenditoria (italiana e cinese) della città. Nel mezzo, un intreccio fatto di cene, telefonate e incontri, attraverso i quali si sarebbe sviluppato un sistema di favori, all'ombra della massoneria.
C'è tutto questo nell'inchiesta della Dda di Firenze che ieri si è abbattuta su Prato, con l'arresto del comandante Turini, dell'imprenditore Riccardo Matteini Bresci (socio di maggioranza del Gruppo Colle, colosso delle tintorie con fatturato da quasi 30 milioni di euro nel 2022), e di Roberto Moretti, titolare di un'agenzia di investigazioni a Torino.
riccardo matteini bresci
Un'inchiesta in cui, seppur in modo laterale, compare a sorpresa anche il nome di Giorgio Silli, sottosegretario al ministero degli Affari Esteri: Silli, della formazione Noi Moderati di Giovanni Toti e che non risulta indagato, sarebbe stato contattato da Matteini Bresci su input dello stesso Turini, «affinché — si legge nella misura cautelare — si attivasse nei confronti del comando generale dell'Arma mediante l'invio di una lettera, funzionale a garantire la permanenza nel ruolo di comandante di compagnia».
Turini, 55 anni, è finito in carcere con una pioggia di accuse tra cui corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e peculato. Ai domiciliari sono finiti invece gli altri due arrestati, entrambi accusati di corruzione. […]
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In breve sono affiorati anche i rapporti tra il militare, Moretti (che è stato poi arrestato in flagranza per il possesso illecito di due pistole) e Matteini Bresci, e in generale la disinvoltura del comandante dei carabinieri nel chiedere e fare favori (avrebbe compiuto 99 accessi abusivi alla banca dati delle forze di polizia). Moretti avrebbe ottenuto clienti grazie alla posizione privilegiata del carabiniere (considerato socio occulto dell'agenzia di investigazione), in cambio di bottiglie di vino pregiato e altri favori.
Matteini Bresci, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana nord, avrebbe pagato parte di un viaggio negli Usa per il figlio del militare e dato «rassicurazioni circa un interessamento» del sottosegretario Silli per evitare il trasferimento dell'ufficiale ad altra sede. «Mi preme solo ribadire che non sono indagato ma solo informato sui fatti», si limita a dire sul caso il sottosegretario, contattato da Repubblica. […]
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Una figura centrale nell'inchiesta, quella dell'imprenditore pratese, descritto dal gip come «costante istigatore del Turini» (ottenendo informazioni riservate e trattamenti di favore), sempre impegnato a «tessere rapporti e conoscenze utili per assurgere ai piani alti dell'imprenditoria pratese».
Su questo fronte viene evidenziato dal giudice l'inserimento in circuiti «para massonici», circostanza suggerita in particolare da una conversazione in cui si parla tra le altre cose di «mantelline». Scrive Turini: «Te lo sei levato il cappuccio? Perché se no parti male, io non sento». Replica l'imprenditore: «Ieri sera è stata una cappucciata, s'è fatto un aperitivo per salutarsi, cappuccio non l'avevamo» (…) solo tra noi non si incappuccia».
SERGIO TURINI
Il comandante Sergio Turini e Sara Melani direttrice ospedale di Prato sergio turini 2