Estratto dell'articolo di R.Cas. per “la Repubblica”
elena isinbayeva
Elena Isinbaeva era abituata a scalare il cielo un centimetro alla volta, non di certo a rintuzzare i colpi delle polemiche. Eppure alla più grande atleta nella storia del salto con l’asta stavolta tocca indossare i guantoni. Da quando il giornale El Digital Sur ha rivelato che vive a Tenerife, nelle Isole Canarie spagnole, Isinbaeva sta prendendo pugni da tutte le parti.
Dai collaboratori dell’oppositore Aleksej Navalnyj che chiedono come mai sia libera di vivere in Europa. E dai nazionalisti che si sentono traditi.
Tanto rumore perché in Russia lo sport non è soltanto sport e Isinbaeva non era soltanto una sportiva. Prima donna a sbriciolare il muro dei 5 metri, 28 record mondiali, due ori olimpici, è stata anche rappresentante di Vladimir Putin in vista delle presidenziali del 2012, membro del “Putin Team” di atleti che sostenne la sua ricandidatura nel 2018 e parte della commissione che nel 2020 contribuì a riscrivere la Costituzione che gli permetterà di restare al potere. Isinbaeva per di più gareggiava per il Cska, il club dell’esercito, e nel 2015 era stata insignita del grado di maggiore dal ministro della Difesa Sergej Shojgu.
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(...) Secondo il team di Navalnyj, avrebbe acquistato un attico e due ville nelle Canarie e ottenuto così il permesso di soggiorno. Un’ingiustizia, protestano. Lei replica: «Sono una donna di mondo, lo sono sempre stata e lo resterò ». Ma per prendere le distanze da Putin e dalla sua offensiva, ci vuole di più.
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