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    UNA TRUMP TOWER A MILANO? - THE DONALD HA MESSO IL SUO NOME SUGLI IMMOBILI DI MEZZO MONDO, MA IN EUROPA NULLA, A PARTE UN PAIO DI CAMPI DA GOLF IN SCOZIA - ORA IL SUO LOGO DORATO POTREBBE SBARCARE NELLA NUOVA CAPITALE PALAZZINARA ITALIANA, MAGARI SU UN EDIFICIO GIÀ EISISTENTE COME LA TORRE VELASCA - MELANIA E IVANA AMANO L’ITALIA, LUI HA MOLTI AMICI PER CONSIGLIARLO, COME BRIATORE E BERLUSCONI


     
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    Marcello Bussi e Andrea Montanari per “Italia Oggi

    MELANIA E BARRON TRUMP MELANIA E BARRON TRUMP

     

    Donald Trump, da presidente degli Usa, abdicherà al ruolo di imprenditore-immobiliarista? Difficile dirlo, anche se parrebbe di no, avendo già ricevuto parecchi uomini d'affari a New York, nel suo quartier generale, la Trump Tower sulla Fifth Avenue. Ma sono già passati da lì anche diversi capi di governo, peccato che nessun leader europeo sia ancora stato ricevuto dal prossimo inquilino della Casa Bianca.

     

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    Un segno del destino o una precisa scelta geo-politica e industriale? Curiosamente, infatti, se si spulcia tra il suo rilevante impero immobiliare (alberghi, campi da golf, centri commerciali, palazzi o ovviamente grattacieli), si noterà che, negli anni, Trump ha sempre trascurato lo sviluppo del business in Europa. Del resto non è che nel Vecchio Continente abbia molti estimatori, salvo i promotori della Brexit, quelli del partito di Ukip di Nigel Farage, l'uomo che difatti Trump vorrebbe ambasciatore del Regno Unito a Washington.

     

    L'unica presenza certa in Europa sono i due lussuosissimi, esclusivi, eccentrici campi da golf in Scozia. Mentre tutte le altre tower o club o word-qualcosa sono sparse in giro per il mondo: Istanbul, Panama City, Toronto e Vancouver, Seul, Manila, Mumbai, Pune, Punta de l'este (Uruguay). Che sia questa la sua idea di politica estera? Per lui, per ora, conta solo l'Asia. La Russia è off limits, al momento. Ma viste le buone relazioni con Vladimir Putin, prima o poi, un building o un avamposto con le sue iniziali potrebbe sorgere a Mosca e dintorni. Anche perché il gusto di Trump sono molto simili a quelli degli oligarchi russi, e non solo in fatto di donne.

     

    rossano rubicondi ivana trump rossano rubicondi ivana trump

    Quindi, nella visione trumpiana dell'industria del mattone l'Europa non esiste, non è contemplata. Visto che è allergico, e la cosa è reciproca, agli euroburocrati di Bruxelles e che, in Germania, il mercato delle proprietà immobiliari non è così sviluppato (i tedeschi preferiscono vivere in affitto piuttosto che impegnarsi a vita con un bel mutuo, magari con tanto di subprime in perfetto american style), The Donald potrebbe guardare invece con particolare interesse all'Italia.

     

    Perché? Per una serie di ragioni che fanno del nostro mercato, seppur piccolo e in difficoltà, uno dei più interessanti per gli investitori e fondi immobiliari internazionali visti i bassi valori d'acquisto, legati anche a fallimenti, procedure e npl sul groppone delle banche.

     

    trump golf trump golf

    L'Italia, meta ambita in gioventù dalla moglie Melania, ai tempi della Milano da Bere (fine anni '80), quando sfilava sulle passerelle per conto della storica agenzia Riccardo Gay (per lui hanno lavorato Monica Bellucci, Carla Bruni, Naomi Campbell, Kate Moss e soprattutto la quasi diva Carol Alt, protagonista del vanziniano Sotto il vestito niente), parrebbe diventare l'avamposto europeo dell'impero Trump.

     

    Cosa ci fa dire ciò? Prima di tutto che le donne della famiglia del presidente sono legate alla città della Madunina: oltre a quanto riferito di Melania, assidua frequentatrice della discoteca Hollywood, la seconda moglie Ivana Trump, madre di Ivanka, amava frequentare il nostro Paese e la capitale finanziaria nazionale, attratta non solo dal Quadrilatero della moda ma anche dai fascinosi latin lover.

     

    donald trump maurizio costanzo donald trump maurizio costanzo

    Poi non dobbiamo trascurare il fatto che proprio Milano ha, da pochi mesi, scalzato Roma in fatto di attrattività turistica: l'Expo2015 ha fatto da traino anche all'apertura di alcuni alberghi di super lusso nel centro cittadino che hanno richiamato l'attenzione di una ricca clientela internazionale (arabi, russi, cinesi e francesi).

     

    Inoltre, i grandi colossi del real estate Usa, come i fondi Blackstone e Hines (gli sviluppatori di Porta Nuova-Isola-Garibaldi con la nuova piazza Gae Aulenti e la Unicredit Tower, a proposito di torri) stanno facendo man bassa di proprietà storiche nel cuore di Milano. Ma Milano è anche la “capitale” italiana delle torri.

    TORRE UNICREDIT TORRE UNICREDIT

     

    Perché, oltre ai mega building di stampo politico, il vecchio e il nuovo Pirellone (occupati dalla Regione Lombardia), negli ultimi anni sono spuntati pennoni e vette da Guinness come i due grattacieli (come si chiamavano un tempo queste colate di cemento armato) che saranno le nuove sedi di Generali e Allianz, nel quartiere Citylife , ovvero le torri Hadid e Isozaki (in atteso del terzo colosso, detto “lo storto” firmato da Libeskind), mentre UnipolSai sta cercando di dare nuova luce e prospettiva alla cosiddetta Torre Galfa, nei pressi della stazione centrale e sta cercando un compratore per la storica e originale (per la forma) Torre Velasca in pieno centro cittadino.

     

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    Ecco, magari, visto che le Tower di Trump inglobano tipicamente al loro interno sia residenze sia alberghi, proprio il magnate americano (patrimonio stimato in 3,6 miliardi di dollari), nonché ora uomo più potente del Pianeta, potrebbe decidere di non edificare ex novo su un'area da identificare ma potrebbe aggiudicarsi, in un'asta milionaria, la Velasca. In più va sottolineato che Trump ha parecchi amici e pro-consoli nel nostro Paese: primo fra tutti, Briatore che nel campo del turismo e anche dell'immobiliare una qualche esperienza ce l'ha, tra la Costa Smeralda, Versilia e l'Africa. Inoltre, non si può certo dire che Silvio Berlusconi non sia per lui un modello, più che un amico.

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    E sicuramente ha studiato nei dettagli la discesa in campo dell'uomo di Arcore, nato anch'egli immobiliare, seppur di periferia. Perché allora non studiare, magari con l'aiuto di qualche archi-star italica, la possibilità di erigere una Trump Tower a Milano, la prima in Europa? L'idea sta stuzzicando l'entourage imprenditoriale del presidente eletto degli Usa e probabilmente più di un advisor del real estate. Chi potrebbe sostenere Trump in questa avventura tricolore è sicuramente l'amico e consigliere Tom Barrack, per lunghi anni proprietario della Costa Smeralda.

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