federico pesci
"Questa è una follia" ha detto di fronte a fotografi e cameramen che lo riprendevano mentre veniva arrestato dalla polizia. "Uno come me in galera?". E il giorno dopo Parma è incredula per tanta ferocia.
Una ragazza italiana di 21 anni picchiata e violentata per ore nell'attico di Federico Pesci, 46 anni, noto commerciante di abbigliamento. Alla notte di orrore, sempre secondo la ricostruzione della polizia e della Procura di Parma che hanno gestito le indagini, avrebbe preso parte anche Wilson Ndu Aniyeme, 53 anni, spacciatore, dal 2011 irregolare in Italia. Un contatto parecchio utilizzato nel giro, sempre più ampio, di chi in città fa uso di cocaina.
La pagina facebook di Pesci ("Fede" o "Fish" per la cerchia più stretta di amici), dopo che ieri dagli uffici della questura è uscito il suo nome, è stata riempita di insulti e alla fine è sparita dal web. Lo stesso, oggi in tarda mattinata, per quella su Instagram.
federico pesci
"Sbam, come la porta del carcere dove sarai rinchiuso" hanno fatto in tempo a commentare in molti rievocando il nome dell'ultimo marchio che aveva lanciato. Una delle sue prime intuizioni era stata portare in Italia dall'Inghilterra il marchio Criminal. Anni di successi e soddisfazioni imprenditoriali. Inaugura il Surf in Paradise in via Lepido, questa mattina regolarmente aperto. Un altro alle porte del centro città e prima un'altra attività a Cortina. I negozianti vicini, oggi, hanno poca voglia parlare ma molti si dicono sgomenti per quanto accaduto. Anche lo spacciatore nigeriano era domiciliato nei pressi dell'abitazione di Pesci. E molti, in via Lepido, lo hanno riconosciuto nelle foto diffuse dalla questura.
Moto e belle donne riempiono le pagine dei profili social del 46enne. Sicuramente un imprenditore esuberante, a cui non dispiaceva apparire e farsi notare. Un faccia parecchio conosciuta anche nei locali della movida. Alla festa organizzata per i 20 anni della sua catena di abbigliamento erano arrivati a Parma volti noti della radio e della tv.
federico pesci
Era facoltoso e non si faceva problemi a mostrarlo. E probabilmente anche su questo ha puntato quando ha contattato, tramite i social, la ragazza - "Sono uno regolare" le ha scritto - poi finita nell'attico dove la polizia ha ritrovato in un borsone strumenti di tortura. Compresi un morso per tappare la bocca e fruste. "Non si può escludere che altre persone siano state sottoposte allo stesso trattamento" è l'agghiacciante considerazione della squadra Mobile. Le indagini dunque proseguono su più fronti.
La taxista che la mattina del 19 luglio ha riaccompagnato a casa la ragazza ha riferito ai responsabili del servizio di non avere notato nulla di particolare.
Nelle prossime ore i due arrestati (Pesci ha un precedente per guida in stato di ebrezza, il nigeriano per spaccio) potranno fornire la loro versione nel corso degli interrogatori. Sono accusati di violenza sessuale e lesioni pluriaggravate. Intanto il sindaco Federico Pizzarotti annuncia che il Comune potrebbe costituirsi parte civile.
Cocaina e violenza riempiono di nuovo le pagine dei giornali. "Una vicenda allucinante. Prima o poi riconosceremo che la droga è una gravissima questione di salute pubblica, ancora prima che di sicurezza, e che la tolleranza della nostra società per il suo consumo diffuso è criminale" commenta il consigliere comunale e preside Pier Paolo Eramo.
federico pesci