marysthell polanco
(ANSA) - L'anno scorso una persona "disse a me, ma anche ad altre ragazze, 'basta una punturina e siete fatte'". Così, in sostanza, Marysthell Polanco, una delle 'olgettine' ospiti delle serate ad Arcore, avrebbe risposto ai pm di Milano che meno di un mese fa l'hanno sentita come teste a verbale nell'inchiesta per omicidio volontario che avevano aperto da poco sulla misteriosa morte di Imane Fadil, una delle testimoni chiave del caso Ruby deceduta il primo marzo per cause in corso di accertamento.
Due le ipotesi principali, una malattia rara o un avvelenamento. Come anticipato oggi da 'Il Fatto Quotidiano' Polanco, ascoltata dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio il 15 marzo, davanti agli inquirenti che le dissero che Fadil era morta reagì così: "No! Il polonio!". Da quanto si è appreso, fece anche riferimento ad una misteriosa persona che l'anno scorso le avrebbe detto "basta una punturina e siete fatte". Anche Barbara Guerra è stata sentita nelle scorse settimane e pure lei ha detto di essere "spaventata".
imane fadil 4
Lo scorso 26 marzo, dopo che esami più approfonditi hanno escluso la presenza di radioattività negli organi della modella - radiazioni che erano state, invece, rilevate in analisi sulle urine e sul sangue - sono iniziati gli accertamenti autoptici, ancora in corso. Il quesito, a cui gli esperti nominati dalla Procura e guidati da Cristina Cattaneo dovranno rispondere, prende in considerazione ogni aspetto: si va dall'avvelenamento per intossicazione da metalli (è stata trovata una massiccia concentrazione di cadmio, antimonio e cromo), alla morte naturale per malattia fulminante (si ipotizza anche una forma rarissima di aplasia midollare).
marysthell polanco
I familiari di Fadil seguono passo passo le indagini e gli accertamenti, assistiti dai legali Mirko Mazzali e Nicola Quatrano. I consulenti sono anche chiamati ad accertare il motivo per cui dal risultato di un test comunicato ai pm lo scorso 12 marzo siano emerse appunto "tracce di raggi alfa". Intanto, il giorno in cui il procuratore Francesco Greco comunicò ai cronisti la notizia della morte di Fadil, parlando di "sintomi di un sospetto avvelenamento", ossia il 15 marzo, gli inquirenti hanno ascoltato Polanco che ha raccontato del misterioso avvertimento e del tale che avrebbe detto, non solo a lei, che bastava una "punturina" per avvelenarle.
Nell'indagine, tra gli altri, è stata sentita anche Barbara Guerra, anche lei apparsa "spaventata". L'ex legale di Fadil, l'avvocato Paolo Sevesi, in un atto depositato a fine febbraio aveva scritto che la modella marocchina era stata "interessata da minacce, tentativi corruttivi e pressioni per la revoca della costituzione di parte civile", in particolare nel processo 'Ruby bis', da parte di Iris Berardi e Barbara Guerra, anche loro, come Polanco, imputate nel 'Ruby ter' per corruzione in atti giudiziari con Silvio Berlusconi.
BARBARA GUERRA E IRIS BERARDI barbara guerra selfie imane fadil