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    A TORINO UN UOMO MANDA UN SMS ALL’AMANTE: “SE MI TROVANO MORTO DOMANI È STATA MIA MOGLIE”. E IL GIORNO DOPO MUORE - I GIUDICI ASSOLVONO LA CONSORTE DELLA VITTIMA. È PREVALSA L’IPOTESI DI UNA MORTE NATURALE: A UCCIDERLO, SECONDO LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA, POTREBBE ESSERE STATO UN MIX DI ALCOL, ANSIOLITICI E CANNABIS OPPURE UN… - GLI SMS ALL’AMANTE: “STO PRENDENDO BOTTE”, “HA CERCATO DI STRANGOLARMI", E ANCORA, “SE DOMANI NON MI SENTIRAI SAI CHI DENUNCIARE”


     
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    Erica Di Blasi per "il Messaggero" - Estratti

     

    ettore treglia ettore treglia

    «Se mi trovano morto domani è stata mia moglie». È effettivamente il giorno dopo era passato a miglior vita. Ma quegli ultimi messaggi all'amante non sono bastati a condannare all'ergastolo la consorte della "vittima".

     

    Per i giudici ci sono troppi dubbi per condannarla. «L'assoluzione è un atto di civiltà». Ettore Treglia era stato trovato morto il 5 aprile 2021 in un alloggio del quartiere San Donato, a Torino. A ucciderlo però, secondo le motivazioni della sentenza uscite qualche giorno fa, potrebbe essere stato un mix di alcol, ansiolitici e cannabis.

     

    Ma anche le loro conseguenze, come per esempio la difficoltà a cambiare posizione per riuscire a respirare meglio (asfissia da posizione). O ancora a causa di un problema cardiaco pregresso, che nessuno è stato in grado di accertare. Ma anche per un raro caso di «stimolazione vagale», ovvero di un recettore che fa rallentare i battiti del cuore e a volte può fermarlo del tutto.

    ettore treglia sms all'amante ettore treglia sms all'amante

     

    LE IPOTESI IN CAMPO Tutte ipotesi «dotate di plausibilità pari o superiore a quella di un omicidio», di cui era accusata la moglie Gaia Prencipe. È questa la conclusione a cui è arrivata la Corte d'Assise di Torino, che lo scorso 12 luglio ha assolto la vedova di 49 da tutte le accuse. «Perché il fatto non sussiste».

     

    Di parere opposto il pm Paolo Cappelli che aveva chiesto l'ergastolo, ipotizzando che avesse strangolato o soffocato il marito dopo una lite, spinta dalla gelosia. Le indagini infatti avevano portato alla luce un rapporto a dir poco conflittuali: la coppia litigava praticamente ogni giorno e non mancavano le violenze fisiche. In alcuni casi erano addirittura dovuta intervenire le forze dell'ordine e Treglia era finito in ospedale.

     

    Contro la vedova c'erano anche i messaggi che lui aveva mandato all'amante poche ore prima di morire. «Se mi trovano morto è stata mia moglie», «Sto prendendo botte», «Ha cercato di strangolarmi", e ancora, «Se domani non mi sentirai sai chi denunciare». Per la Corte presieduta dalla giudice Alessandra Salvadori tuttavia non si può dire con certezza che Treglia sia stato ucciso. Già la fase del dibattimento si era aperta con un colpo di scena.

     

     

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