1.USA E GB CONTRO RIAD, VERSO IL NO A 'DAVOS DESERTO'
JAMAL KHASHOGGI
(ANSA) - Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna starebbero prendendo in considerazione l'ipotesi di boicottare la 'Davos nel deserto', il summit dei giganti della finanza e dell'economia Usa, in programma a Riad dal 23 al 25 ottobre, a seguito del caso di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente scomparso 12 giorni fa nel consolato saudita ad Ankara. Lo riferisce la Bbc online che cita fonti diplomatiche. Ieri, il presidente Usa, Donald Trump, aveva promesso una "punizione severa" se dietro alla sparizione del giornalista c'è Riad.
Le fonti diplomatiche riferiscono alla Bbc che sia il segretario al Tesoro Usa, Steve Mnuchin, che il segretario al Commercio internazionale del Regno Unito, Liam Fox, potrebbero non partecipare all'evento di Riad, patrocinato dal principe ereditario, Mohamed bin Salman. Khashoggi è scomparso dopo essere entrato nel consolato saudita a Istanbul. All'interno di quell'edificio, secondo la polizia turca, sarebbe stato ucciso e smembrato. Secondo il New York Times, il giornalista, che collaborava con il Washington Post, sarebbe stato fatto a pezzi con una sega dentro l'edificio da agenti dei servizi di Riad, "come nel film Pulp Fiction".
JAMAL KHASHOGGI
I suoi resti sarebbero quindi stati portati fuori nascosti dentro un minivan nero. Tra l'altro, Il governo turco ha riferito a funzionari statunitensi di essere in possesso di registrazioni audio e video che provano che Khashoggi è stato ucciso all'interno del consolato. Ma Riad smentisce le accuse come "menzogne". Diversi sponsor e media hanno deciso di boicottare la 'Davos del deserto' in seguito al caso del reporter scomparso. E ora, scrive la Bbc, nel caso in cui dovesse arrivare la conferma che è stato ucciso, Usa e Gran Bretagna starebbero anche preparando un comunicato congiunto in cui esprimono una forte condanna.
2.KHASHOGGI È UN CASO GLOBALE TRUMP: «PRONTI A PUNIRE RIAD»
Luigi Guelpa per ''il Giornale''
Interrogato, torturato e infine ucciso. Non sembrano esserci più dubbi sulla fine del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, scomparso lo scorso 2 ottobre dopo essere entrato al civico 6 di via Konaklar Mahallesi, sede del consolato di Riad a Istanbul, per ritirare documenti del suo matrimonio. Le drammatiche e raccapriccianti rivelazioni sono state pubblicate nelle scorse ore sulla versione online dal quotidiano Daily Sabah, uno dei giornali più accreditati della Turchia.
JAMAL KHASHOGGI
Nell' articolo-choc si può leggere che Khashoggi ha registrato e filmato il suo interrogatorio, tortura e uccisione attraverso un Apple Watch che aveva al polso, orologio che a sua volta ha riversato il contenuto sul telefono cellulare e all' iCloud (servizio per creare copie di sicurezza dei dati su un hard disk online) del giornalista. Le forze di sicurezza che conducono le indagini avrebbero poi trovato le registrazioni nel telefono che Khashoggi aveva lasciato alla sua fidanzata, Hatice Cengiz, poco prima di entrare nel consolato.
A confermare il contenuto della registrazione è anche il presidente dell' associazione giornalisti turco-araba Turan Kislakci, amico di vecchia data dello stesso Khashoggi. Turan ha spiegato che le autorità turche hanno condiviso con lui i filmati per valutarne l' attendibilità, spiegando tra l' altro di aver riconosciuto nel video ben tre dei quindici agenti sauditi responsabili dell' omicidio.
JAMAL KHASHOGGI
«Li conosco perché fanno parte della guardia del corpo del principe ereditario Bin Salman», figlio dell' attuale monarca e possibile mandante dell' omicidio. Ipotesi che se confermata rovinerebbe per sempre l' immagine del Principe che fino a ieri si era distinto per alcune lodevoli iniziative riformiste molto apprezzate in Occidente. Il Daily Sabah scrive inoltre che gli assassini di Khashoggi avrebbero ripetutamente e invano tentato di accedere ai dati contenuti nell' Apple Watch, utilizzando possibili password, per poi riuscirci usando le impronte digitali della vittima.
La scomparsa di Khashoggi sta avendo pericolose ripercussioni diplomatiche. Se è vero che i rapporti tra Turchia e Arabia Saudita si sono deteriorati negli ultimi anni, è altrettanto acclarato che i legami economici sono piuttosto solidi, e questo spiegherebbe la cautela nelle dichiarazioni pubbliche da parte delle autorità di Istanbul.
MOHAMMED BIN SALMAN
Riad è un mercato importante per le esportazioni turche: almeno duecento società di costruzioni di Istanbul, Ankara e Smirne operano in terra saudita. Senza dimenticare il flusso turistico di un milione di sauditi l' anno verso le coste del Mar Nero. Sulla questione Khashoggi vuole vederci chiaro anche la Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha promesso una punizione severa se dietro la sparizione del giornalista ci dovesse essere la mano del regno di Salman.
«Scopriremo la verità - ha dichiarato alla Cbs -. Al momento loro negano e lo fanno in maniera veemente. Potrebbero essere stati loro? Sì, e andremo fino in fondo a questa storia e ci sarà una severa punizione». Trump al momento ha comunque escluso sanzioni, ben ricordando che i sauditi spendono 110 miliardi di dollari per acquistare equipaggiamento militare made in Usa, denaro che Riad potrebbe girare a Russia o Cina. L' amministrazione Trump vanta inoltre ottimi rapporti, tramite il genero del presidente Jared Kushner, con re Salman in persona.
i principi carlo e william con il principe della corona saudita mohammed bin salman
Dal canto suo l' Arabia Saudita continua a negare ogni addebito affidandosi alle parole del ministro degli Interni Abdulaziz bin Saud. «Sono solo menzogne e accuse senza fondamento - spiega -. La ricostruzione fa acqua da tutte le parti, sembra presa in prestito da un pessimo libro di spionaggio. È inoltre interesse di Riad proseguire le indagini in collaborazione con la Turchia per fare completa chiarezza sulla scomparsa».
3. CASO KHASHOGGI, MEDIA: IL PRINCIPE SAUDITA MBS “SI È GIOCATO LA CORONA”
(askanews) – “Il futuro del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman come sovrano del Regno è capitolo chiuso”. E’ quanto hanno detto fonti saudite “bene informate” al quotidiano panarabo al Quds al Arabi, in riferimento al caso del giornalista saudita dissidente Jamal Khashoggi scomparso lo scorso 2 ottobre dopo essere entrato nel consolato del suo Paese a Istanbul.
putin Mohammed bin Salman
Secondo le informazioni raccolte dal giornale di proprietà qatariota, le allarmate dichiarazioni del presidente americano Donald Trump e quelle della Gran Bretagna – due Paesi alleati del Regno – “hanno provocato un vero e proprio terremoto all’interno della famiglia reale” e molti principi “che cominciano a vedere in pericolo le sorti della monarchia a causa dei pericolosi comportamenti dell’erede al trono Mohammed bin Salman”, noto con l’acronimo MBS. Le fonti del giornale sostengono che MBS, indicato da agenti della sicurezza turca come il mandante di un complotto per eliminare Khashoggi, si è de facto giocato la : “il suo futuro come sovrano è capitolo chiuso, nessuno al mondo lo accoglierà visto che tutti i fili che portano al suo coinvolgimento nel brutale assassinio del giornalista.
re salman e mohammed bin salman
E se davvero queste accuse saranno confermate nessuno in occidente sarà disposto a riceverlo e rappresenterà un pericolo per la continuità della stessa monarchia”. Secondo le fonti di Al Quds al Arabi, il caso Khashoggi “ha incoraggiato alcuni principi a chiedere a re Salman di ripristinare le tradizionali procedure della famiglia reale che sono state congelate da MBS con l’epurazione di decine di principi” avvenute lo scorso anno. Le stesse fonti rivelano inoltre che MBS, scoppiato il caso, “ha bussato le porte di influenti principi” come l’ex ambasciatore a Washington ed ex capo dei servizi segreti Turky Faisl, ma anche del miliardario al Walid bin Talal, vittima delle epurazioni e poi rilasciato previo accordo economico con le autorità di Riad.
trump e mohammed bin salman
Insomma, MBS avrebbe chiesto al principe al Faisl che considerava Khashoggi “alla stregua di un figlio” di “intercedere presso gli americani al fine di alleggerire le pressioni di Washington su Riad”. Al magnate Bin Talal, MBS avrebbe invece chiesto di “intervenire presso la grande finanza Usa” promettendo di “fermare le campagne di arresti e ricostruire di nuovo l’unità della famiglia reale”. Famiglia reale che oggi, secondo un’altra fonte “è già profondamente divisa a causa delle politiche di MBS ed ora rischia di uscire decimata a causa di questa crisi”.