MINO RAIOLA
1 - IL PALLONE INTOSSICATO DALLA GUERRA TRA BANDE DI AGENTI
Tony Damascelli per “il Giornale”
Inutile baciare la maglia. Inutile piangere lacrime o schiumare rabbia davanti ai tifosi. Prima o poi si strizzano i fazzoletti, si chiude la valigia e si parte. Fine del romanticume, fine dell' illusione. Il calcio delle bandiere è una favola alla quale non credono più nemmeno i bambini. Il lupo cattivo si mangia il cappuccetto rossonero, Gigio Donnarumma fa due conti, Mino Raiola li moltiplica per dieci, il totale porta al trasloco. Chi perde è il tifoso. Chi perde è il club che ha fatto crescere il ragazzo fenomeno per poi vederselo sottrarre dalle cosiddette, feroci, leggi di mercato.
DONNARUMMA
Un mercato reso tossico dalla guerra per bande degli agenti, detti procuratori, molti dei quali nemmeno con un titolo di studio degno del ruolo svolto. Comandano i procuratori, sono loro a disporre delle carriere e dei conti correnti dei loro assistiti. Non mi stupisco, è così da quando i presidenti hanno deciso di delegare ad altri le trattative, non tanto la definizione dei contratti ma addirittura il rapporto diretto con il massimo dirigente rivale. I procuratori hanno riempito il vuoto, hanno occupato il territorio che apparteneva ai direttori sportivi dei quali sono diventati complici, soci, colleghi, in alcuni casi sono loro stessi a dettare le strategie di mercato, a imporre gli acquisti e le cessioni.
POGBA RAIOLA
Donnarumma come Keita, vanno dove li porta il loro agente, non certo il cuore, Milan e Lazio devono osservare, passivamente, costrette a perdere un patrimonio enorme, sul quale la speculazione cresce di ora in ora. La logica e la buona creanza suggerirebbero una telefonata di un presidente al collega della squadra concorrente nell' affare, per affrontare, risolvere, chiudere direttamente, la questione.
IBRA RAIOLA
Ma è utopia, è un' abitudine ormai superata, evitata quasi, per non abbassarsi al livello dei mercanti. E così Mino Raiola, come Jorge Mendes, come altri operatori di mercato, diventano i protagonisti, giocano con i soldi altrui per fare soldi propri. Vivono a percentuali ma fanno il totale. Non sono colpevoli, non commettono reati ma sono attori di una recita collettiva, con la partecipazione principale degli stessi calciatori pronti, come dicevo, a manifestazioni pietose, baciando la maglia come segno di fedeltà, per poi riporre l' indumento nel cassetto e vestirne un altro.
RAIOLA
Il calcio non è la sola isola contaminata, il mondo dello spettacolo respira la stessa aria velenosa e avvelenata, gli agenti pensano, lavorano e si comportano da capi di un' organizzazione tentacolare, piazzando i propri assistiti dove l' offerta è migliore, prescindendo dal valore dell' emittente. Gigio, lo scugnizzo di Castellamare di Stabia, esce sconfitto. Donnarumma, il portiere fenomeno, esce vincitore. Il resto è la resa. E la partita ricomincia.
mino raiola
2 - IL METODO RAIOLA E UN SOLO GRAN RIFIUTO
Da http://www.sportmediaset.mediaset.it/
Dietro al clamoroso strappo di Donnarumma con il Milan c'è lo zampino di Carmelo Raiola, per tutti Mino. Una settimana dopo aver chiuso un affare, quello di Andrè Silva, con il procuratore più ricco e potente del mondo del calcio, Jorge Mendes, il Milan di Yonghong Li viene gelato dal suo rivale più agguerrito. Un agente plenipotenziario Raiola, arrivato così in alto da pensare di candidarsi alla guida della Fifa.
IBRA RAIOLA
Consiglia i suoi assistiti, li sposta a piacimento seguendo la scia del denaro a costo di andare allo scontro: era stato così per portare Ibrahimovic alla Juventus dall'Ajax, è ancora così oggi, con il rifiuto di prolungare un contratto col Milan che ne avrebbe fatto il diciottenne più pagato dello sport mondiale, con destinazioni gradite Real Madrid e Paris Saint Germain. Donnarumma aveva assicurato solo pochi giorni fa di voler comprare casa a Milano, forse lo farà per tornarci durante le vacanze.
Ha detto no alla squadra che lo aveva cresciuto. Consigli che possono rivelarsi anche come un boomerang: basti pensare alla carriera in parabola discendente di Balotelli, dopo essere emigrato alla corte di Mancini al Manchester City dall'Inter campione d'Europa. Un solo calciatore della sua scuderia ha saputo dire di no a Raiola: Marek Hamsik, innamorato di Napoli e del Napoli, arrivò a cambiare agente pur di rimanere all'ombra del Vesuvio.
RAIOLA VILLA AL CAPONE
Il metodo Raiola non piace come le commissioni milionarie per i trasferimenti. Tanto che sotto inchiesta della Fifa c'è quella che ha accompagnato la scorsa estate Pogba dalla Juventus al Manchester United. Un pagamento, superiore ai 30 milioni. Meta gradita a Raiola Manchester: qui 12 mesi fa ha piazzato Bailly, Mkhitaryan, Pogba e Ibrahimovic, incassando a livello personale più di 50 milioni. Un rapporto invece che rischia di incrinarsi definitivamente è quello con il Milan: qui Raiola, con la vecchia dirigenza, era di casa e faceva grandi affari con Galliani. Dai colpi Ibrahimovic e Balotelli, alle meteore Salamon, Rodrigo Ely, Viudez, Cardacio e Mattioni.
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