Rinaldo Frignani per Corriere.it
Non ce l’ha fatta Salem Moustafa Gabr Mohamed, il giovane egiziano di 19 anni accoltellato nel pomeriggio di martedì a Ostia durante una rissa con due italiani e un ecuadoriano. La vittima era stata colpita da una coltellata all’addome ed era stata ricoverata in condizioni disperate, prima al Grassi di Ostia e poi al San Camillo di Roma, dove è deceduta nella mattinata di mercoledì.
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I carabinieri avevano arrestato subito sia l’accoltellatore, un pregiudicato di Nuova Ostia di 39 anni vicino al clan Spada, sia altre sei persone - compresa la vittima - per aver partecipato alla rissa scoppiata perché l’egiziano e tre suoi amici erano stati accusati di aver molestato la figlia del pregiudicato, una quindicenne, in piazzale della Stazione del Lido, alla fermata del bus 06.
Dagli accertamenti dei militari del Gruppo e della compagnia di Ostia era subito emerso che il padre della ragazza aveva organizzato una spedizione punitiva contro i quattro egiziani portandosi dietro il fidanzato ecuadoriano della giovane e un suo amico italiano, entrambi con precedenti di polizia.
Durante il parapiglia erano stati lanciati sassi e bottiglie, poi a un certo punto il 39enne aveva estratto il coltello con il quale aveva colpito il 19enne e un suo connazionale di 21 anni, rimasto ferito alla spalla destra. Quindi la fuga di tutti i contendenti all’arrivo delle pattuglie dei carabinieri che in poco tempo, nonostante le telecamere della fermata siano rotte da tempo, hanno comunque ricostruito la vicenda accertando le responsabilità di ogni persona coinvolta. La vittima e l’altro ferito erano fra gli arrestati piantonati in ospedale.