Un gol così non lo puoi annullare mai #Scamacca pic.twitter.com/U7kdFMpeW5
— Veronique (@Orli1983) 11 giugno 2019
Marco Guidi per gazzetta.it
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C’è un nuovo motto nel calcio: il Var dà, il Var toglie. Oggi la tecnologia ha infranto il sogno degli azzurrini di Nicolato, domani chissà. Di sicuro c’è che in finale ci va l’Ucraina, grazie al gol di Buletsa, ma al 92’ Scamacca avrebbe potuto riscrivere il racconto. E mandare l’Italia alla prima, storica finale del Mondiale Under 20, perché i supplementari in 11 contro 10 sarebbero stati tutti in discesa. Invece la girata dell’attaccante, imprendibile per Lunin, arriva dopo una sbracciata di troppo. L’arbitro Raphael Claus, davanti al monitor, annulla. L’1-1 resterà solo un film alternativo, la realtà è ben più amara da masticare.
L’Ucraina recupera tra i pali Lunin. Il giovane portiere del Real Madrid era in panchina ieri sera con la nazionale dei grandi a Leopoli, ma in mattinata ha raggiunto i pari età in Polonia, lasciandosi indietro 800 chilometri. Un blitz in piena regola. L’Italia è con l’11 tipo e parte benino, ma dopo 10’ di buon palleggio si spegne. E gli ucraini dettano i ritmi della gara. Prime avvisaglie al 13’, con Dryshliuk che ci prova dal limite, senza centrare il bersaglio.
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L’Ucraina è abile a muoversi a fisarmonica, chiudersi a riccio in fase di non possesso, fare arrivare la palla a Buletsa o Kashchuk, gli uomini con più talento, e quindi alzare gli esterni Konoplia e Korniienko, poco piede ma tanto fiato. E gli azzurrini? Faticano a trovare varchi e saltare il pressing avversario. Ci prova Frattesi al 34’ con un bel lancio, ma Scamacca manca l’aggancio solo davanti a Lunin. Al 37’ Plizzari sporca i guanti, respingendo in scioltezza la punizione di Buletsa. Il primo tempo si chiude con l’azione più bella dei nostri: Popov è prodigioso a chiudere su Pinamonti, dopo la bella combinazione Bellanova-Frattesi sulla destra. Il centrocampista di proprietà del Sassuolo si stira nell’occasione e al suo posto entra Alberico.
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È proprio il nuovo entrato al 52’ a dare una gran palla in verticale a Pinamonti che vince il duello con Popov, ma solo davanti a Lunin calcia forte contro il portiere ucraino, bravo a opporsi. È un’altra Italia, più sciolta. Al 60’ Scamacca non arriva per poco sull’invitante cross di Tripaldelli dalla sinistra. L’Ucraina arretra e Petrakov sceglie di dare la sveglia: fuori la stellina Sikan (impalpabile), dentro Supriaha. Una mossa che ha il suo effetto.
Un minuto dopo, al primo affondo della ripresa, l’Ucraina passa: palla persa di Esposito, Konoplia sfonda sulla destra e centra per la stoccata di Buletsa, che brucia Alberico e batte Plizzari. L’Italia sente il colpo, ma al 72’ Supriaha ci tiene vivi, angolando troppo il diagonale a tu per tu con Plizzari. Nicolato prova le contromisure: fuori Esposito, dentro Capone e 4-3-1-2 nella disperata ricerca di un guizzo. La chance di rientrare in partita ce la dà in realtà Popov, rimediando il secondo giallo per una manata. Anche in 10, però, l’Ucraina si fa vedere davanti e Kashchuk col sinistro a giro colpisce in pieno la traversa.
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Finale al cardiopalma: Capone al 90’ calcia alle stelle col sinistro solo davanti a Lunin, poi nel recupero Scamacca con un eurogol pareggia i conti. L’esultanza dura però poco, perché Raphael Claus, richiamato alla Var dal connazionale Sampaio, giudica fallosa la sbracciata dell’attaccante del Sassuolo su Bondar. Gol annullato (ci sta), in finale ci va l’Ucraina. Con tanto di rissa dopo il triplice fischio, generata da un’esultanza fuori luogo di Popov, che imbestialisce Esposito e Capone. Rabbia e delusione saranno dure da smaltire anche a freddo.
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