DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Lorenzo Vendemiale e Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto quotidiano”
C’è un vecchio contratto controverso, saltato fuori proprio sotto elezioni, che agita la Serie B e rischia di imbarazzare chi lo firmò all’epoca: Paolo Bedin, uomo fidato di Andrea Abodi, ex dg della Lega quando la guidava il ministro, ora candidato a diventarne il nuovo presidente.
La vicenda risale al 2015, in piena era Abodi. Riguarda un accordo con la società inglese Couchmans, per la commercializzazione dei diritti per la fornitura di dati e video per le scommesse sul campionato. Praticamente, la Serie B voleva incrementare le entrate dal betting, e si affidò a questo advisor, in cambio di una provvigione del 15% (poi abbassata al 10). All’inizio le cose sembravano funzionare: la Serie B ha firmato quattro contratti, con Betgenius, Genius Sport (due volte) e Perform.
E perciò ha saldato due fatture a Couchmans, per un totale di 140 mila euro. Poi qualcosa si è incrinato. Dal 2019 (intanto l’attuale n. 1 Balata aveva preso il posto di Abodi), è iniziata una corrispondenza fra inglesi e Lega. Risulta una fattura contestata da 33.900 euro, sul secondo contratto con Genius Sport. Ma il contenzioso è molto più vasto e pericoloso, perché Couchmans rivendica “ulteriori somme” relative a qualsiasi contratto rilevante, che potrebbe quindi coinvolgere anche Perform, Helbiz o chissà che altro.
Per questo a fine 2022 la Serie B si è rivolta allo studio Mishcon de Reya, ma il parere non è stato confortante. Anche i legali riconoscono la fondatezza delle pretese di Couchmans, almeno sul secondo contratto con Genius Sport (prosecuzione del primo); più facile invece contestare il resto, ma in tribunale sarebbe rischioso.
Viene suggerita una transazione, che al momento non è stata trovata. Gli inglesi hanno già rifiutato 80 mila euro, quindi il danno per le casse della Lega sarà maggiore. A Bedin oggi viene rinfacciata la lunga durata (10 anni) di un accordo poi considerato inutile; in Lega c’è chi sostiene fosse stato firmato all’insaputa dei presidenti (ma Bedin aveva potere di firma su mandato dell’assemblea).
Dal canto suo, l’ex dg sottolinea come fino al 2018 il contratto fosse all’avanguardia. Certo è che se il documento rispunta fuori proprio ora che la Serie B torna al voto è perché qualcuno è convinto possa trasformarsi in un boomerang per chi l’ha firmato. E fa capire l’importanza della posta in palio.
Bedin – che intanto si è dimesso dalla carica di direttore della Serie C, incompatibile con la presidenza della B, a maggior ragione dopo aver inserito nel programma la riduzione delle retrocessioni – non sarà l’unico in corsa. Il n. 1 uscente, Mauro Balata, non si arrende (ma nell’ultima assemblea si fermò a 10 voti: ne servono 11).
L’altro sfidante è Vittorio Veltroni, nipote di Walter, manager con esperienze in Vodafone, Mondadori e nella società di head hunting Heidrick & Struggles con cui ha avuto modo di relazionarsi già grazie a diversi patron. Sullo sfondo rimane Luigi Carraro, figlio del “poltronissimo” Franco, già capo del padel mondiale, che pure nelle scorse settimane si è presentato ai presidenti. La poltrona della povera Serie B fa gola a tanti.
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