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    1. VENDITTI RINNEGA LA ROMA DI SABATINI E PALLOTTA, E SOTTO CASA APPARE UNO STRISCIONE D’ODIO: “NEL 2001 C’HAI MAGNATO, NEL 2013 C’HAI SPUTATO. VENDITTI VERME” 2. MA ANTONELLONE VOLEVA SOLO DARE “NA SVEJATA” AI ROMANISTI DOPO LA BATOSTA DELLA COPPA ITALIA E IN UN MERCATO CHE LANGUE: “SONO UNA PERSONA LIBERA, E PENSO CHE ROMA NON PUÒ ESSERE BOSTON. VORREI UNA SOCIETÀ ALL’ALTEZZA DELLA SQUADRA” 3. “HO SCOPERTO DI ESSERE UN VERME, MA NON CREDO DI ESSERLO. VIVO LO SMARRIMENTO DI CHI VEDE IL ‘PROGETTO’ RESTARE UNA PAROLA SENZA CONTENUTI. NON MI SONO MAI FATTO REGALARE TESSERE E ONORI, PER MANTENERE LIBERTÀ DI CRITICA” 4. POI SI RIVOLGE AI “LENZUOLARI”: “CHI È PAGATO TRA DI NOI? CHI SFRUTTA IL VOSTRO CERVELLO ED IL VOSTRO CUORE? QUESTA È LA VOSTRA ROMA? RIFLETTI, ANONIMO CHE SCRIVI...”


     
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    1 - ROMA, INSULTI A VENDITTI - LA POLEMICA SULL'INNO SPACCA I TIFOSI GIALLOROSSI
    G. T. per "Il Corriere della Sera"

    ANTONELLO VENDITTIANTONELLO VENDITTI ANTONELLO VENDITTIANTONELLO VENDITTI

    Il «core de ‘sta città», dal vendittiano (e memorabile) attacco dell'inno giallorosso, sembra davvero malandato e non riesce più a battere come una volta. Come se al minuto 71 del derby di Coppa Italia del 26 maggio scorso - zampata di Lulic che ha consegnato la Lazio alla storia calcistica della Capitale - per la Roma si fossero direttamente spalancate le porte dell'inferno. Non bastano l'immobilismo sul mercato, il fallimento della gestione americana e gli insuccessi sul campo: dal quel giorno, pare che tutto ciò che abbia (e abbia avuto) a che fare con i giallorossi venga colto da maledizione.

    Nella notte tra mercoledì e giovedì un lungo striscione di insulti è comparso sotto l'abitazione trasteverina di Antonello Venditti, il cantautore-tifoso «colpevole» di avere dichiarato: «Basta col mio inno "Roma Roma" allo stadio, non lo identifico più con lo spirito di questa squadra».

    Antonello vendittiAntonello venditti sor02 antonello vendittisor02 antonello venditti

    Solo una provocazione-stimolo, come da rettifica successiva dello stesso Venditti, che però non ha convinto alcune mani anonime: «Nel 2001 c'hai magnato, nel 2013 c'hai sputato: Venditti verme», il testo dello striscione poi rimosso. Il riferimento al 2001 è relativo all'ultimo scudetto e al concerto del Circo Massimo per festeggiarlo, happening (con semispogliarello serale di Sabrina Ferilli) che tante polemiche e tanti risentimenti - evidentemente mai del tutto sopiti - scatenò già allora. «Chi è pagato tra di noi? Chi sfrutta il vostro cervello ed il vostro cuore? Questa è la vostra Roma? La mia è fatta d'amore, di cultura e di poesia. Rifletti, anonimo che scrivi...», la replica del cantautore.

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    Preceduta dalla notizia della condanna in primo grado a sei mesi di reclusione per Giuseppe Giannini, l'ex «Principe» capitano della Roma a cavallo degli anni 80 e 90. A novembre del 2006 Giannini aggredì e picchiò l'allora presidente della Sambenedettese, club del quale era stato allenatore non avendo ricevuto il pagamento di alcune mensilità. Il giudice ha accolto le richieste del pm Gianluca Mazzei e condannato l'ex «Principe», peraltro nominato, martedì scorso, nuovo c.t. della nazionale del Libano.

    PALLOTTA TOTTIPALLOTTA TOTTI


    2 - "NON SONO UN VERME E AMO SEMPRE LA MIA ROMA"
    Antonello Venditti per "la Repubblica"

    Caro direttore, da un lenzuolo appeso vicino a casa mia di notte ho scoperto di essere un verme. Perché amo Roma e la Roma? Perché sono una persona libera, persino di dire ciò che pensa? Perché vorrei una società all'altezza della storia, della cultura e dei valori della squadra che amo da sempre? Perché Roma non può essere a Boston, e i miei colori sono il giallo e il rosso e non il bianco e il verde dei Celtics? Perché ho voluto regalare i miei inni e i miei Circo Massimo alla città, per una festa collettiva, di tutti?

    JAMES PALLOTTAJAMES PALLOTTA

    Perché non so sputare su ciò che mi fa emozionare? Perché continuo a pensare che la Roma debba essere unità e non divisione? Perché altri non sanno intavolare una discussione serena che non sfoci nell'insulto? Perché le offese restino pubbliche ma anonime? Perché sogno ancora momenti di gioia con i miei colori? Perché sarà pur vero che la Roma si ama, ma a volte si può anche discutere? Perché dal confronto (onesto) delle idee si può diventare tutti migliori?

    FRANCESCO TOTTI - Copyright PizziFRANCESCO TOTTI - Copyright Pizzi

    Ho scoperto di essere un verme, ma non credo di esserlo. Vivo soltanto lo smarrimento di chi soffre nel vedere il progetto che resta una parola senza contenuti. Voglio da sempre una squadra che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo. In un calcio che è diventato altro da ciò che conoscevo e in cui non sempre mi riconosco, vorrei che resistessero le bandiere, la voglia, la passione. In Internet ho letto tanti interventi su questa polemica decisamente eccessiva: è così grave esprimere un'idea e un auspicio?

    Sabrina FerilliSabrina Ferilli

    Continuo a pensare che la libertà di essere, di dire, di pensare purtroppo abbia un costo, e che gli inni non siano solo canzonette. Ma da un lenzuolo ho appreso di essere un verme, e questo non mi pare giusto né vero. Non c'è giustizia né verità in quelle parole: due valori in ribasso di questi tempi, che invece vorrei ritrovare nella squadra in cui, nonostante tutto, continuo a credere.

    Proprio per essere lontano da ogni tipo di potere, speculazione e privilegio, ho sempre rifiutato tessere ad honorem che tutti i presidenti della Roma mi hanno gentilmente offerto, per mantenermi una libertà di critica che sarebbe stata contraddittoria se avessi accettato le offerte. Il mio posto è sopra lo striscione Roma Capoccia e anche quest'anno ho rinnovato il mio abbonamento. E la mia libertà di pensiero non ha padroni ne padrini in nessuna radio e in nessun giornale.

     

     

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