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    PIÙ CHE UNA BANCA, UN FEUDO - VENETO BANCA ELARGIVA PRESTITI AGLI AMICI, COSTRUTTORI E IMMOBILIARISTI, SENZA TROPPE VERIFICHE - TRA I VIP CHE HANNO PRESO SOLDI CI SONO CALTAGIRONE BELLAVISTA, VITTORIO CASALE, MARCO DE BENEDETTI E GIANPIERO SAMORÌ MA ANCHE DENIS VERDINI E GIANCARLO GALAN


     
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    Ilaria Sacchettoni e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

    Veneto Banca Veneto Banca

     

    Una banca gestita come un feudo. Un amministratore delegato che, con la sua «presenza egemonica», accentrava «il potere decisionale e direttivo» nelle proprie mani ritagliandosi un ruolo «di assoluto predominio» rispetto al resto del board.

     

    I PRESTITI SENZA GARANZIA

    Francesco Bellavista Caltagirone Francesco Bellavista Caltagirone

    Veneto Banca era già compromessa nel 2013, due anni prima dell' immissione sul mercato di una nuova tranche di azioni dal valore drogato: fra le patologie diagnosticate dagli ispettori di Bankitalia spiccano - assieme all'«inefficacia dell'azione di controllo del collegio sindacale» - le carenze nelle procedure di concessione del credito «caratterizzato da elevata rischiosità nonché da eccessiva concentrazione dei finanziamenti in un unico settore quello edile/immobiliare».

     

    Vuol dire che i prestiti venivano concessi agli amici, soprattutto costruttori e immobiliaristi, senza troppe verifiche, spesso senza il minimo approfondimento. E quando arrivava il fallimento, andava a fondo anche il valore patrimoniale dell' istituto.

     

    VITTORIO CASALE VITTORIO CASALE

    Sono proprio i funzionari di Bankitalia a segnalare che tra i clienti «incagliati» c'è la «Pia Acqua Marcia» di Francesco Caltagirone Bellavista che, coinvolto nel crac della società titolare del porto turistico di Fiumicino, sarà arrestato a marzo 2013. Il suo gruppo, esposto con Veneto Banca per 50 milioni di euro, non ha però subito declassamenti: invece di inserirlo nell' elenco degli indesiderati il vertice dell' Istituto lo ha lasciato galleggiare fra i clienti affidabili. È la «strategia dell' opacità»: per evitare che emerga la realtà sulle maggiori perdite rispetto a quelle contabilizzate, i vertici trascurano anche di aggiornare il loro elenco dei clienti inaffidabili.

    giampiero samorì giampiero samorì

     

    MOGLI E FIGLI BENEFICIATI

    Accade anche con l' immobiliarista Vittorio Casale e la sua «Operae srl» arrestato per il crac della «Hotel Dolomiti srl» titolare del famosissimo albergo Cortina D' Ampezzo esposto per ben 78 milioni di euro con l' istituto. Gli ispettori rilevano anche «il frequente rilascio di linee di credito» a mogli e figli dei consiglieri di amministrazione «talvolta in violazione del testo unico delle banche».

     

    Così al figlio di Luigi Terzoli viene concessa un' apertura di credito pari a un milione e 600 mila euro. In realtà la lista dei beneficiati è molto più ampia: Giuseppe Stefanel, Gianfranco Zoppas, Marco De Benedetti e Gianpiero Samorì ma anche Denis Verdini e Giancarlo Galan. Questo il passato ma il presente?

    GIANCARLO GALAN GIANCARLO GALAN

     

    Secondo la gip Passamonti non c' è spazio per formulare un giudizio di discontinuità: «Anche la recente, mutata composizione del cda non consente di ritenere esclusi i ravvisati profili di rischiosità, soprattutto in ragione del sopravvenuto ingresso nell' organo deliberativo di alcune persone che risultano rappresentativi di due realtà associative hanno saldato gli interessi di svariati azionisti come Giovanni Schiavon e Matteo Cavalcante rispettivamente a capo di "Azionisti Veneto Banca" e "per Veneto Banca"».

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