DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Chiara Mariani per il “Corriere della Sera”
A New York, nel pieno della Depressione, sceglie come studio-abitazione il Chrysler Building. Il suo appartamento è al 61° piano. Da lì vede i doccioni zoomorfi a cavallo dei quali si fa ritrarre mentre dà forma alla vertigine. Margaret Bourke-White negli Anni 40 è a Mosca durante l’invasione nazista, poi a Buchenwald con l’esercito americano, infine in India durante la lotta di liberazione.
Ma già nel 1936 la sua fotografia della diga di Fort Peck, in Montana, sulla copertina del primo numero di Life, segna la svolta nella storia della fotografia al femminile. Lo scatto è tra quelli selezionati da Francesca Alfano Miglietti per Sguardo di donna alla Casa dei Tre Oci a Venezia dove 250 fotografie, di 25 autrici, assecondano l’allestimento di Antonio Marras.
Sono di epoche e culture diverse e ognuna col proprio stile toglie alla realtà il maquillage rassicurante dietro cui un certo tipo di fotografia amava e ama rintanarsi. «Non c’è un rapporto gerarchico tra lo sguardo maschile e quello femminile — dice Alfano Miglietti, curatrice di mostre d’arte contemporanea (tra cui Fabio Mauri: The End a Palazzo Reale di Milano nel 2012), docente all’Accademia di Brera —. Ma l’occhio delle donne è più diretto e colmo di pietas anche quando la situazione è cruenta. In questa mostra cade anche la classica distinzione tra fotografe e artiste: ogni pezzo per me è un’opera».
Nell’obiettivo anche la follia, la deformità, il diverso. Nan Golding nella New York degli Anni 70 è la pioniera di un genere. Lo stile diaristico con cui fotografa i suoi famigliari le dà la matrice estetica con cui confeziona The Ballad of Sexual Dependency , un contatto ravvicinato col mondo degli eccessi fatto di alcol, droga e violenza.
Donna Ferrato alla fine dello stesso decennio celebra la liberazione sessuale. Poi si intrufola nelle case americane per registrare l’amore coniugale. Si trova nel mezzo di violenti alterchi che culminano con le botte. Il suo progetto vira e nasce Living with the Enemy , immagini che denunciano ciò che le donne racconteranno più di 20 anni dopo.
La passione per il corpo femminile guida il percorso artistico della francese Bettina Rheims, presente con uno dei lavori più recenti e audaci, Gender Studies . Non rinuncia all’eleganza patinata della fotografia di moda ma per la prima volta recluta i modelli tramite i social network: chiamati a rapporto transessuali e coloro che vivono in bilico tra due sessualità. Spetta all’iraniana Shirin Neshat liberare la forza e la poesia che abitano nel corpo delle orientali, mortificate dalla tradizione e dalla prepotenza di genere.
foto di alessandra sanguinetti
«La turista dell’inferno», così Susan Sontag definì Diane Arbus che aveva scosso l’America degli anni 60 con ritratti diretti degli emarginati e degli eccentrici, alcuni dei quali compongono Sguardo di donna . É lei l’autrice della fotografia delle gemelle più famose d’America ( Identical Twins , 1967), che ispira generazioni di artisti e forse anche la serie di coppie di gemelli di Martina Bacigalupo.
Oltre a quest’ultima, altre quattro insigni italiane sono presenti alla mostra di Venezia: Lisetta Carmi che stana lo sguardo di Ezra Pound divorato dalla solitudine; Chiara Samugheo che ci ricorda com’eravamo nell’Italia degli anni 50 con le sue immagini dal sapore neorealista; Giorgia Fiorio che per dieci anni dal 1990 ha sfidato le comunità esclusive maschili come i pugili di New York, i minatori ucraini, i pompieri americani e la legione straniera francese. Infine Letizia Battaglia, il primo fotografo italiano ad aggiudicarsi il prestigioso premio Eugene Smith (nel 1985, con Donna Ferrato).
foto del 1934 chrysler building
Il suo archivio è tristemente unico: dal 1974 è la testimone scomoda dei delitti di mafia che sconvolgono Palermo. La guerra civile, come la chiama lei, nelle sue foto mostra il volto della morte, della violenza, della sofferenza degli onesti che subiscono e che lottano. Fino al 1992, quando il suo sguardo di donna saturo di dolore volta le spalle alla tragedia e si rifugia all’ombra della poesia.
GIORGIA FIORIO CHIARA SAMUGHEO LISETTA CARMILETIZIA BATTAGLIA
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