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LA VENEZIA DEI GIUSTI – TUTTO O QUASI COME PREVISTO. UNA MOSTRA, QUESTA 82ESIMA EDIZIONE, GIÀ SULLA CARTA, BELLA E RICCA, ANCHE SE FATICOSA, FATTA TUTTA DI FILM DI DUE ORE DUE ORE E MEZZO CON PUNTE INSOSTENIBILI DI 5 ORE - I FILM IN CONCORSO, ALLA FINE SONO 21. CINQUE I FILM ITALIANI. QUELLI DI SORRENTINO (“LA GRAZIA”), PIETRO MARCELLO (“DUSE”), ROSI (“SOTTO LE NUVOLE”), MARESCO (UN FILM FATTO PER BENE”) E DI LEONARDO DI COSTANZO, “ELISA”, UN CRIME CON BARBARA RONCHI, VALERIA GOLINO, ROSCHDY ZEN. IL RESTO VEDE UNA BELLA SCELTA DI FILM DA GRANDE FESTIVAL INTERNAZIONALE… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
dwayne johnson the smashing machine
Venezia 2025? Tutto o quasi come previsto. Kathryn Bigelow e la paura di una guerra atomica, Jim Jarmusch per la prima volta a Venezia con Tom Waits, Adam Driver, Charlotte Rampling. Luca Guadagnino e Julia Roberts per la prima volta sul tappeto rosso con Ayo Edebiri e Andrew Garfield. Paolo Sorrentino che apre con Toni Servillo protagonista. Dwayne Johnson, cioè The Rock, con Emily Blunt nel nuovo film di Benny Safdie, orfano del fratello, Gianfranco Rosi e la vita sotto il Vesuvio, la rilettura de “Lo straniero” di Albert Camus fatta da François Ozon in bianco e nero.
un film fatto per bene di franco maresco
La Duse di Valeria Bruni Tedeschi diretta da Pietro Marcello, Franco Maresco e “Un film fatto per bene”. Omaggio a Carmelo da quel di Palermo. Il nuovo film di Yorgos Lanthimos e di Emma Stone, il Frankenstein di Guillermo Del Toro con Oscar Isaac, il dottore pazzo, e Jacob Elordi, la Creatura. George Clooney attore in crisi in Italia. Il Putin riletto da Olivier Assayas e Emmanuele Carrère con Jude Law e Paul Dano.
Senza scordare gli elefanti fantasmi di Werner Herzog, il documentario aggressivo di Laura Poitras. E la ricostruzione di una terribile tragedia della guerra a Gaza in “The Voice of Hind Rajab” di Kaouther Ben Hania, dove sentiamo la vera voce della bambina, unica rimasta in vita dopo che una bomba le ha portato via tutta la famiglia, che parla al telefono con la mamma e lo zio prima di morire lei stessa.
Una Mostra, questa 82esima edizione di Venezia, già sulla carta, bella, bellissima, ricca, ricchissima, anche se faticosa, anzi faticosissima, fatta tutta di film di due ore due ore e mezzo con punte insostenibili di 5 ore (i diari di Sokurov, aiuto), che solo un direttore con l’esperienza di Alberto Barbera potrebbe gestire. Lo sa bene il presidente Pietrangelo Buttafuoco, che lontano dalle banalità sull’egemonia culturali della nuova destra, si lancia in immagini fantasiose (“La Mostra è come un transito di linde nuvole nel cielo in assoluto più blu” – “Siamo struzzi con la testa nella melma dell’indifferenza”), ma un po’ ironiche prima di dare la parola al suo direttore.
Come potrebbe fare lo stesso gioco con la coppia Base-Rocca, più adatti all’isola dei famosi. Del resto chi altri se non un siciliano avrebbe potuto accettare la conclusione della presentazione del programma della Mostra con cinque minuti inediti del documentario del palermitano Franco Maresco sull’appena scomparso Goffredo Fofi che ricorda la sua esperienza nel dopoguerra a Palermo nel fatiscente quartiere di Cortile Cascina? Bene così, insomma.
I film in concorso, alla fine sono 21. Cinque i film italiani. Quelli di Sorrentino (“La grazia”), Pietro Marcello (“Duse”), Rosi (“Sotto le nuvole”), Maresco (Un film fatto per bene”) e di Leonardo Di Costanzo, “Elisa”, un crime con Barbara Ronchi, Valeria Golino, Roschdy Zen. Il resto vede una bella scelta di film da grande festival internazionale.
L’ultima opera di Noah Baumbach, “Jay Kelly”, scritto con la moglie Greta Gerwig con George Clooney e un cast di nomi importanti, Laura Dern, Riley Keough, Alba Rohrwacher. Il terzo film di Mona Fastvod, “The Testament of Ann Lee”, scritto col marito Brady Corbet, girato in 70 mm, con Amanda Seyfried e Thomasine Mackenze, sul mondo dei quaccheri. Molti i film delle registe. Oltre a “A House of Dynamite” di Kathryn Bigelow con Idris Elba e Rebecca Ferguson, vedo “A pied d’oeuvre” di Valerie Donzelli con Bastien Bouillon e Virginie Ledoyen, “Girl” di Shu Qi, l’attrice prediletta di Hou Hsiao Hsien.
frankenstein di guillermo del toro
“Silent Friend” dell’ungherese Ildiko Enyedi con Tony Leung su quanto siamo influenzati dalle piante che ci circondano. Ma ci sono anche Guillermo Del Toro con “Frankenstein”, Park Chan Wook con “No Other Choice”, tratto da un racconto di Donald E. Westlake. Molti i film italiani sparsi nelle varie sezioni. A Orizzonti troviamo “Il rapimento di Arabella” diretto da Carolina Cavalli, la regista del non dimenticato “Amanda”, con Benedetta Porcaroli e Eva Robin’s, “Un anno di scuola” di Laura Somani, la regista di “Piccolo corpo”, rilettura moderna del romanzo di Gianni Stuparich.
Nella nuova rassegna Spotlight vedo “Ammazzare stanca”, mafia movie al nord diretto da Daniele Vicari con Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Rocco Papaleo e Selena Caramazza. Fuori concorso ci sono il nuovo film di Antonio Capuano, 85 anni, “L’isola di Andrea” con Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni, storia di scontri tra uomini e donne, “Il maestro” di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli, Valentina Bellé e la mitica Edwige Fenech.
“Orfeo”, opera prima di Virgilio Villoresi, maestro celebrato del video e della pubblicità, autoprodotto e autofinanziato, tratto dal romanzo a fumetti di Dino Buzzati, “La valle dei sorrisi”, horror di Paolo Strippoli con Michele Riondino, Romana Maggiore Vergano, Paolo Pierobon, Tra le serie italiane vedremo le prime due puntate di “Portobello”, che Marco Bellocchio ha dedicato a Enzo Tortora e al suo incredibile caso, e tutte e quattro le puntate de “Il mostro” di Stefano Sollima, dove il Mostro è appunto l’imprendibile Mostro di Firenze, forse il più celebre caso di caso irrisolto italiano di sempre.
Occhio alla serie francese “Un prophète", tratta dal film di Jacques Audiard, ma diretta dal nostro Enrico Maria Artale, che si era messo in luce con “El Paraiso” due anni fa proprio a Venezia. Tra i documentari dedicati al cinema mi sono segnato quello su Elvira Notari di Valerio Ciliaci, “Elvira Notari – Oltre il silenzio”, la prima regista della storia del cinema italiano, “Boorman and the Devil”, dedicato alla lavorazione di John Boorman sul sequel dell’Esorcista, cioè “L’esorcista II – L’eretico”, “The Ozu Diaries”.
Tra le stravaganze mi sono segnato “How To Shoot a Ghost” di Charlie Kaufman con Jessie Buckley e Jaref Akiki, il film su Marianne Faithfull “Broken English” di Jane Pollard e Iai Forsyth con Tilda Swinton e George MacKay. Dovrebbe essere molto buono anche la nuova serie di Hagai Levi “Etty” con Julia Windischbauer e Sebastian Koch.
Fuori concorso mi sono segnate l’anime “Hateshinaki Scarlett” del celebre Mamoru Hosoda, il thriller di Gus Van Sant “Dead Man’s Wire” con Bill Skarsgard, Colman Domingo, la stravaganza stracult “In the Hand of Dante” di Julian Schnabel con Oscar Isaac, Gerard Butler, Gal Gadot, Al Pacino, Franco Nero, Jason Momoa sulle orme del manoscritto della Divina Commedia di Dante. Basta così.
jessie plemons bugonia
ballad of a small player
the smashing machine
emma stone bugonia
paul mescal jessie buckley hamnet
daniel day lewis sean bean anemone
valeria bruni tedeschi in duse
julia roberts after the hunt
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