Davide Piol Michele Miriade per "il Messaggero"
SANTIAGO VISENTIN 19
Il Cittadella si è trincerato dietro il silenzio. Dalla società di calcio padovana, che gioca in serie B, nessuna dichiarazione nemmeno un no comment sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto uno dei suoi giocatori.
Ossia Guido Santiago Visentin, 21enne di origine argentina ma residente in Italia da diversi anni, imputato di violenza sessuale di gruppo insieme ad altri due giocatori veneti. La società ha alzato un muro ed è impossibile quindi sapere se abbia preso qualche provvedimento. Non si sa se Visentin sia stato sospeso o se stia continuando ancora gli allenamenti insieme al resto della squadra veneta.
L'INCHIESTA Il giocatore del Cittadella è stato rinviato a giudizio dal Tribunale di Belluno per un episodio che sarebbe accaduto un anno e mezzo fa in una villa privata di Visome, piccola frazione alle porte del capoluogo. Una grigliata tra amici e conoscenti finita, secondo le esito delle indagini, con lo stupro di una ragazza.
Oltre a Guido Santiago Visentin per questa violenza di gruppo ci sono altri due imputati, pure loro calciatori: Federico De Min, 24 anni di Belluno, che gioca come terzino sinistro nell'Eclisse Carenipievigina (Pieve di Soligo), nel campionato di Eccellenza Veneto, e Matteo Verdicchio, 23enne di Belluno e centrocampista del Nogarè (Terza categoria). Visentin è difeso dagli avvocati Alessandro e Nicola Avanzi, De Min e Verdicchio si sono invece rivolti allo studio Paniz (avvocato Anna Casciarri). La vittima, che ieri ha detto di non voler rilasciare alcuna dichiarazione, è parte civile con l'avvocato Cristiana Riccitiello.
SANTIAGO VISENTIN 11
LA GRIGLIATA La festa incriminata risale al 15 agosto 2020. In una villa di Belluno, lontano dal centro, era stata organizzata la classica grigliata di Ferragosto. Ed è proprio lì che, secondo la Procura di Belluno, sarebbe accaduto l'impensabile. La ragazza era stata invitata perché conosceva alcuni dei partecipanti. A un certo punto, durante la festa, aveva raggiunto una delle stanze con l'obiettivo di distendersi e riposarsi.
L'AGGRESSIONE Ma lì, mentre era sola e indifesa, sarebbe stata raggiunta dai tre calciatori. A quel punto il racconto si fa brutale. Le accuse nei confronti dei calciatori sono pesantissime e ricostruiscono in modo minuzioso la violenza sessuale di cui sarebbe stata vittima. Stando a quanto raccontato dalla ragazza nella denuncia, presentata qualche giorno dopo i fatti, lei avrebbe provato a liberarsi dalla loro presa, chiedendo di smetterla, ma tutto, urla comprese, sarebbe stato invano. «Stai zitta bastarda», gli avrebbero risposto i calciatori, continuando a infierire su di lei.
GUIDO SANTIAGO VISENTIN 11
LA DIFESA In casa dell'Eclisse Carenipievigina, la società di Pieve di Soligo dove gioca De Min, la notizia viene considerato un fulmine a ciel sereno. «L'abbiamo saputo dai giornali ha commentato ieri il direttore generale della società Luciano Tittonel - Non eravamo al corrente di nulla, come non lo siamo ora; il giocatore assicura di non c'entrare nulla con questa vicenda».
La società ha fatto quadrato intorno al suo giocatore: «Non ci sentiamo di accusare nessuno ha continuato Tittonel non avendo nulla in mano e non conoscendo i fatti. Su di lui metterei la mano sul fuoco: è una ragazzo molto educato, gentile, anzi mite, sempre disponibile, oltre che un bravo calciatore. Quindi questa vicenda ci coglie di sorpresa».
«NESSUN PROVVEDIMENTO» De Min, 150 partite fra tanta serie D ed Eccellenza, continua ad allenarsi: «Non avendo nessuna certezza, non abbiamo preso alcun provvedimento e l'altra sera era presente all'allenamento. Siamo in attesa di chiarimenti e degli esiti della vicenda, quindi ci riserviamo di fare le nostre valutazioni, come società, quando avremo fatti certi e concreti, ora non facciamo il processo a nessuno». Il Nogarè, dove gioca Verdicchio, non ha commentato, tenendo, pur con una grande differenza di categoria, una linea simile a quella del Cittadella.
IL CALCIATORE DI SERIE B IMPUTATO IN DUE PROCESSI PER VIOLENZA SESSUALE
guido santiago visentin
Andrea Pasqualetto per il "Corriere della Sera"
Questa volta siamo in montagna, dalle parti di Belluno. Una villa fuori città, una festa di mezza estate fra ventenni, Ferragosto 2020. Si beve, si balla, si scherza. Poi succede che tre ragazzi seguano una ragazza in una stanza e, secondo l'accusa, abusino di lei. Il reato è sempre quello: violenza sessuale di gruppo.
Rispetto agli altri casi disseminati per l'Italia, dei quali raccontiamo cronache quasi quotidiane, quello bellunese riserva una particolarità: c'è di mezzo un calciatore professionista, Guido Santiago Visentin, difensore ventunenne di orgine argentina arrivato al Cittadella dal Crotone, serie B, con il mercato di gennaio. Non una stella, valore 200 mila euro, ma un nome già spuntato in una vicenda analoga: a Verona è infatti in corso un procedimento contro di lui e altri quattro compagni di squadra della Virtus, dove ha militato, accusati di aver abusato nel gennaio 2020 di una studentessa universitaria.
guido santiago visentin
Nella storiaccia di Belluno gli altri due protagonisti sono invece studenti universitari di buona famiglia che si dilettano a giocare a pallone nei campionati inferiori, Eccellenza e Terza categoria. Alla base del procedimento c'è la denuncia della ragazza, fatta la sera stessa di Ferragosto e raccolta dalla polizia di Belluno che ha così allertato la Procura e dato avvio all'indagine, cercando di tenere il segreto istruttorio il più a lungo possibile.
Segreto che ha retto fino all'altro ieri, quando il giudice della città veneta ha deciso di rinviare a giudizio il terzetto. Si è scoperto così che la ragazza era stata nel frattempo sentita per incidente probatorio in modo da cristallizzare la sua versione dei fatti. Nell'occasione ha detto che si erano trovati per una grigliata a casa di amici, che poi lei si era allontanata per riposare un po' in una camera, che lì è stata raggiunta dai tre che avevano intenti tutt' altro che amichevoli.
stupro
Ha raccontato nei dettagli le avances, la sua incapacità di liberarsi, il tentativo di farli smettere. «Mi dicevano stai zitta, bastarda». La Procura, che in un anno e mezzo ha messo insieme i tasselli della delicata indagine, ha ritenuto che ce ne fosse abbastanza per chiedere il rinvio a giudizio. Le difese sono sul piede di guerra. «Quando c'è una denuncia del genere il giudice non può che decidere il vaglio dibattimentale ma questa violenza non sta né in cielo né in terra - si dice convinto l'avvocato Maurizio Paniz che difende due dei tre imputati -. Non posso dire di più ma qui emerge che la ragazza era consenziente. Sono certo che i miei ne usciranno bene».
Ma perché avrebbe dovuto denunciare, peraltro la sera stessa, una violenza inesistente? «Non voglio entrare nelle sue ragioni». Il procuratore di Belluno, Paolo Luca, preferisce parlare del fenomeno: «Emergono sempre più storie di questo tipo e il motivo sta anche nel fatto che le violenze vengono denunciate più di prima».
jesolo stupro