PER KATA 4 PISTE,DA TRAFFICO DI DROGA A SCAMBIO PERSONA
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(ANSA) - FIRENZE, 07 GIU - "Crediamo che la scomparsa di Kata sia il frutto dell'attuazione di un piano ben organizzato e non di un'attivita estemporanea". Cosi il procuratore Filippo Spiezia in una conferenza stampa a un anno dalla sparizione della bambina peruviana dall'ex hotel Astor, a Firenze.
"La procura segue quattro piste: la prima quella del traffico di droga, poi il racket delle stanze all'ex hotel Astor, vicenda che sta a monte della scomparsa per cui la procura ha esercitato l'azione penale, la pista dello scambio di persona di Kata con l'amichetta e quella a sfondo sessuale".
"A un anno dalla scomparsa di Kata, la bimba peruviana sparita nel nulla dall'ex hotel Astor, le indagini continuano non si sono mai interrotte". Cosi il procuratore Filippo Spiezia nel corso di una conferenza stampa al palazzo di giustizia di Firenze.
"Abbiamo continuato a coltivare nuove piste investigative ma abbiamo anche proceduto a una rilettura, che e' ancora in corso tra l'altro, di ampi materiali investigativi che sono stati raccolti nella prima fase delle indagini.
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Questo perche' con una maggiore familiarita' di voci e volti di persone oggi e' possibile valorizzare dettagli che nella prima fase delle indagini erano stati ritenuti meno significativi. L'indagine rimane altamente complessa e cio' deriva dalla circostanza che la notizia della scomparsa della minore e' arrivata alle autorita' di polizia con un gap temporale rispetto a quanto riteniamo sia avvenuta la presunta scomparsa".
FIRENZE, UN ANNO SENZA KATA SCOMPARSA NEL NULLA
Estratto dell’articolo di Filippo Fiorini per "La Stampa"
BUCO NELLA RECINZIONE DELL HOTEL ASTOR DI FIRENZE
La bambina è scomparsa. Era primo pomeriggio, è stato nel quartiere San Donato di Firenze, è accaduto un anno fa. Dov'è Kata, chi l'abbia presa, da dove sia passato costui per rapirla e perché lo abbia fatto, sono domande che da mesi si pongono i migliori investigatori della procura toscana, i corpi speciali dei carabinieri e anche i suoi genitori, Katherine Alvarez e Miguel Angel Chicclo.
Finora, però, gli interrogativi sono tutti affondati senza risposta nel sottomondo di povertà, abusivismo e crimine dell'ex hotel occupato in cui la piccola peruviana di sei anni cresceva. Un luogo e un sistema in cui diversi membri della sua famiglia erano parte attiva: migranti implicati in reati minori e violenti che, stanchi di essere al centro dell'attenzione di inquirenti e giornalisti senza ricevere notizie, ora investigano per conto proprio e puntano il dito conto la mafia rumena.
Il fascicolo di inchiesta è per sequestro di persona a scopo estorsivo. Ci sono due indagati: lo zio paterno, Marlon Chicclo, e quello materno, Abel Alvarez detto Dominique. Entrambi hanno passato del tempo con Kata il 10 giugno del 2023, mentre la madre era al lavoro e il padre in carcere per furto.
ABEL ALVAREZ VASQUEZ - LO ZIO MATERNO DI KATA
Il primo, Marlon, ha dichiarato di averla vista fino alle 13,30 circa di quel giorno, quando lui beveva una Coca-cola in balcone e Kata gliene chiese un sorso. Siamo in una delle stanze dell'Astor, albergo in bancarotta dove un racket di stranieri affitta illegalmente alloggi ai clandestini. Dopopranzo, Kata viene affidata al controllo del secondo zio, Abel.
Lui si accorge che la bimba è assente solo alle 15,40, quando la madre rientra. Attualmente, quello che dentro l'Astor si faceva chiamare Dominique è ai domiciliari. Lo processano per aver partecipato a un pestaggio nell'hotel: si ipotizza volesse riscuotere un affitto non pagato. Per sfuggire all'aggressione, un ecuadoriano si gettò dalla finestra. Tuttavia, non è lui l'ultimo che ha visto la bimba viva. […]
«Questa è l'ultima cosa che so di lei», si rammarica Katherine, sua madre. Ha interpellato quanti più residenti potesse, di un posto ora sgomberato e sotto sequestro, «ma non vogliono parlare o dicono di non sapere niente». In realtà, qualcosa hanno detto: «I romeni mi hanno mostrato il passaggio segreto, di cui non sapevo nulla». […]
KATHRINA ALVAREZ - LA MAMMA DI KATA, LA BAMBINA SCOMPARSA A FIRENZE
«Chi meglio dei romeni conosceva entrate e uscite? - si domanda Katherine - molte cose puntano in quella direzione, ma non sono sicura che il responsabile sia tra loro, con noi non c'erano mai stati problemi gravi».
Per andare a fondo, Katherine ha ingaggiato una criminologa. Stefania Sartorini sta conducendo «indagini difensive private». Tiene colloqui con potenziali testimoni, visiona le telecamere e ha fatto richiesta di effettuare un sopralluogo. «Nell'inchiesta, la famiglia è stata chiamata in causa sin dall'inizio, ma il perché devo ancora comprenderlo», dice.
Naturalmente, il perché è chiaro: gli inquirenti ipotizzano che qualcuno abbia rapito Kata per vendicarsi di qualcosa che attribuiva agli Alvarez. «Come vendetta sarebbe piuttosto strana - obietta però Sartorini - perché nessuno ha poi mandato un messaggio per attribuirsi il gesto?».
Katherine è d'accordo: «Si dà per scontato che l'abbiano presa per colpire noi, ma può anche essere che sia stata rapita semplicemente perché era una bambina, per esempio, per venderla». Il 16 aprile, questa donna ha festeggiato il sesto compleanno della figlia, con torta, palloncini e disegni, ma ancora senza di lei. Lunedì scenderà in piazza per chiedere che non smettano di cercarla. È disperata.
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