NICOLAUS FEST
1 - UN BRUTTO TACER
Marco Bresolin per “La Stampa”
Sta diventando sempre più scomoda per la Lega la permanenza nel gruppo sovranista Identità&Democrazia al Parlamento europeo, soprattutto la convivenza con i tedeschi di AfD. L'ultimo episodio che ha creato non poco imbarazzo tra i leghisti riguarda la nomina di Nicolaus Fest a capo-delegazione di AfD.
Fest è quel signore che in una chat con i compagni di partito aveva esultato per la morte di David Sassoli, insultando l'ex presidente del Parlamento Ue. Il gruppo - guidato dal leghista Marco Zanni - aveva deciso di sanzionarlo con due mesi di sospensione, ma il suo partito lo ha premiato.
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Con una tempistica che sembra un atto di sfida. Pd e M5S hanno chiesto spiegazioni ai leghisti, che però sono rimasti in silenzio e hanno fatto filtrare che «la Lega preferisce dedicare il proprio tempo a trovare soluzioni per i problemi reali degli italiani anziché alle polemiche strumentali». Circolare, circolare: non c'è niente da vedere.
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2 - OFFESE SASSOLI DOPO LA MORTE PROMOSSO CAPOGRUPPO
Daniel Mosseri per “il Giornale”
Parole «inquietanti, profondamente ripugnanti e imperdonabili». Così Jörg Meuthen, eurodeputato e presidente del partito sovranista tedesco Alternative für Deutschland aveva censurato l'uscita del collega Nicolaus Fest che a gennaio aveva salutato la morte del presidente dell'Europarlamento David Sassoli scrivendo «finalmente quel bastardo non c'è più» nella chat di AfD.
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Fest aveva anche accusato Sassoli di essere «antidemocratico». Qualcuno si aspettava una mozione di censura contro Fest: il politico 60enne è stato invece scelto dai colleghi quale capodelegazione di AfD all'assemblea di Strasburgo in sostituzione proprio di Meuthen che a fine gennaio si è dimesso da presidente di AfD, uscendo dalla delegazione parlamentare per protestare contro la deriva «totalitaria» del suo ex partito.
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I deputati di AfD siedono a Strasburgo nel gruppo Identità e Democrazia con, fra gli altri, la Lega, l'Fpö austriaca e il Rassemblement National di Marine Le Pen. AfD è un partito di delusi dalla Cdu all'ovest, dove di norma non supera il 10% dei consensi, e un partito populista di massa nei Länder orientali, quelli affetti da calo demografico dove i redditi sono più bassi della media nazionale.
Qua AfD gioca pesante. Nella piccola e orientale Turingia, per esempio, AfD non solo viaggia fra il 22 e il 25% dei consensi ma il suo leader regionale Björn Höcke ama riciclare frasi ed espressioni del Terzo Reich nei comizi. Nicolaus Fest è l'uomo della sintesi: un ricco occidentale che fa a gara con i colleghi dell'est a chi la spara più grossa. Nato nella florida Amburgo, in una colta famiglia borghese, il nuovo capodelegazione europea di AfD è figlio di Joachim Fest, saggista, giornalista, convinto antinazista e biografo di Adolf Hitler.
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Lo stesso Nicolaus ha un dottorato in Giurisprudenza, ha lavorato per la casa d'aste Sotheby' s, ed è stato vicedirettore della Bild am Sonntag, la corposa edizione domenicale del quotidiano tedesco. Lo scorso dicembre al Parlamento europeo ha tracciato un profilo sui «punti di contatto fra la tortura e l'obbligo vaccinale».
NICOLAUS FEST
MARCO ZANNI MATTEO SALVINI CLAUDIO BORGHI
JOERG MEUTHEN alice weidel jorg meuthen