Maria Rosa Tomasello per "la Stampa"
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A Mustafa avevano detto che da grande avrebbe avuto gambe e braccia. Che un giorno, doveva avere fede, avrebbe potuto realizzare il suo sogno. Un sogno piccolo, in fondo: camminare, e andare a scuola, e guidare la macchina. Non facevano che ripeterlo, alle sue continue domande, i genitori arrivati in Turchia dalla Siria in fiamme tre anni fa, senza lavoro, senza denaro, sperando che la luce di una buona stella avrebbe rischiarato prima o poi le loro esistenze spezzate dalla guerra e dall'esilio.
«Da grande le braccia e le gambe ti cresceranno» lo rassicuravano, perché a un bambino di cinque anni è facile raccontare una storia a lieto fine, difficile spiegare che si può nascere senza arti a causa della tetramelia, una malformazione provocata dai farmaci assunti dalla mamma per curare gli effetti del gas nervino.
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Racconta il padre Munzir al-Nazzal: «Venivano, ci fotografano dicendo che ci avrebbero aiutato, e andavano via». Finché una di quelle foto ha fatto la differenza e ha reso possibile un diverso destino. Se oggi Mustafa, con il papà, la mamma Zeynep e le due sorelline di due e quattro anni, arriverà in Italia e inizierà presto a muovere i primi passi nel centro protesi Inail diVigorso di Budrio, in provincia di Bologna, è grazie allo scatto di Mehmet Aslan, il fotografo turco che con «Hardship of life» ha vinto il Siena International Photo Award: l'immagine potente del padre che solleva il bambino verso il cielo, in un momento di gioia e di condivisione che per un attimo cancella le difficoltà della vita, un attimo perfetto in cui i sorrisi spazzano via l'orrore. Via il dolore dell'uomo, che nel 2018 ha perso una gamba in un'esplosione nel bazar di Idlib, via la paura del bambino, con la sua minuscola vita aggrappata a una speranza lontana.
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Per loro, mentre l'ondata di commozione cresceva e gli organizzatori del Siena International Award lanciavano una petizione sulla piattaforma «gofundme» si era mossa anche l'Ambasciata d'Italia ad Ankara, che aveva rintracciato la famiglia avviando il programma di accoglienza nel nostro Paese.
Ora tutto è pronto a Budrio, dove Mustafa e il padre arriveranno a metà febbraio, dopo aver trascorso le prime settimane di permanenza in Italia a Siena, ospiti della Caritas per il periodo necessario per la quarantena e per gli esami clinici. «Per gli arti superiori il percorso è un po' più semplice rispetto alla protesizzazione degli arti inferiori, dove risulta un'assenza completa di articolazioni dal bacino in giù» ha spiegato Giorgio Teti, direttore dell'Area tecnica del centro Inail, ipotizzando che il percorso riabilitativo durerà circa 60 giorni per il bambino, mentre il padre si prevede un iter di 30 giorni.
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«Volevamo che i l clamore mediatico suscitato dalla foto si tramutasse in qualcosa di concreto a sostegno della famiglia - ha detto Luca Venturi, fondatore del Siena International Award - è nata così l'idea di lanciare la campagna "Can a photo make a difference?" con l'obiettivo di raccogliere tutte le risorse necessarie. Finora - conclude - sono stati raccolti oltre centomila euro, ma è importante far capire che è nulla rispetto a quello che sarà necessario per consentire al bambino di crescere con gli arti nuovi».
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