Estratto dell’articolo di Michele Bocci per “la Repubblica”
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Pillola anticoncezionale gratuita per tutte le donne fino a 26 anni ma da ritirare al consultorio o comunque in una struttura pubblica, come l’ospedale. Dopo mesi di discussioni, è pronta la nuova strategia del Cda di Aifa sui farmaci che servono ad evitare la gravidanza. Alla fine si depotenzierà molto la misura iniziale. I medicinali infatti non saranno passati a tutte le donne bensì solo a una piccola parte. Si seguiranno alcune Regioni, che già hanno regole simili. E proprio dalla conferenza delle Regioni è arrivato da poco il via libera alla nuova impostazione.
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[…] La Cts aveva detto che la pillola anticoncezionale andava data gratuitamente a tutte le donne, ovviamente dietro ricetta medica. Ma il 24 maggio scorso il Cda, guidato da Giorgio Palù, aveva bloccato tutto. Motivando lo stop, tra gli altri appunti, col fatto che la novità sarebbe costata troppo, cioè 140 milioni.
Alla fine dell’ultima riunione, che si è svolta il 31 ottobre, il Cda ha quindi dato mandato alla direzione dell’agenzia di portare a termine la nuova procedura sulla pillola. Adesso andrà visto cosa dirà la Cts, che per legge ha parere vincolante quando si tratta di far diventare rimborsabili, anche parzialmente, dei farmaci.
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Molto probabilmente piegherà la testa e accetterà la nuova impostazione: diversamente la pillola gratis verrebbe bloccata da un Cda che sta di certo tenendo conto della linea della maggioranza di governo.
Appoggiarsi ai consultori significa tagliare comunque fuori molte donne giovani dalla distribuzione.
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Queste strutture, intanto, in molte Regioni, specialmente del Sud, sono poche. La capillarità delle farmacie (dove in origine si voleva distribuire il farmaco) non è neanche lontanamente paragonabile. Inoltre moltissime donne non sanno nemmeno dove si trovino i consultori.
GIORGIO PALU OSPITE DI TV7
I dati delle Regioni che già hanno avviato autonomamente la consegna gratuita della pillola alle under 26 fanno capire verso dove ci si sta dirigendo. La Toscana è partita come Emilia Romagna e Lazio. Ebbene, in un anno spende per dare il farmaco alle giovani (ma anche alle donne più grandi che hanno problemi economici oppure hanno appena abortito o partorito) appena 200 mila euro. Si tratta di pochi soldi e proiettandoli su scala nazionale tenendo conto che gli abitanti della Toscana sono circa un ventesimo degli italiani, si raggiungerebbero i 4 milioni di spesa. Cioè una cifra distantissima dai 140 stimati da Aifa in prima battuta e che dimostra come siano pochissime donne scelgono la strada del consultorio dove questa è stata già aperta.
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L’agenzia intanto è in una fase di stallo drammatica. Il governo aveva promesso di riformarla ma in realtà si continuano a prorogare le commissioni […]
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