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    VI SIETE MAI CHIESTI DA DOVE ARRIVA LA PAROLA “CIAO”? VENTI VOCABOLI DI USO QUOTIDIANO CHE CELANO RACCONTI INASPETTATI E MOLTO INTRIGANTI: ASSASSINO DERIVA DALL'ARABO “HASCISCIN” E INDICAVA UN GRUPPO CHE FACEVA USO DI UNA BEVANDA INEBRIANTE DERIVATA DALL’HASHISH - ROBOT NON È UNA PAROLA INGLESE E RUBINETTO PROVIENE DAL FRANCESE “ROBINET”, OSSIA “PICCOLO MONTONE” PERCHÉ IN FRANCIA…


     
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    Camilla Sernagiotto per "www.corriere.it"

     

    Cafone

    fune fune

    Cafone significa maleducato e secondo alcuni deriverebbe da due termini della lingua greca: kakòs, che vuol dire «cattivo», e phoné, che significa «suono», ossia «cattivo parlatore». Ma esiste un’altra teoria più avvincente sull’etimologia di cafone. A Napoli, nel Medioevo, i venditori ambulanti di latte passavano tra le stradine del centro di prima mattina assieme alla mucca da mungere al momento. Quando vedevano potenziali clienti affacciarsi alle finestre, strillavano a pieni polmoni «a fune!» per farsi calare una corda con attaccato un secchio da riempire di latte. Il nome «lattiere» venne quindi ben presto sostituito con l’espressione che i venditori gridavano a squarciagola: a fune, che in breve si trasformò in cafune e infine variò in cafone. Con il tempo, la parola è diventata sinonimo di una persona sgarbata.

    imbiancato imbiancato

     

    Candidato

    Candidato deriva dal latino candidatum, che significa «imbiancato». Nell'antica Roma, in periodo elettorale, l’aspirante a cariche pubbliche per farsi notare girava per il Foro avvolto in una toga bianca resa brillante da una sostanza gassosa. Spesso si pitturava addirittura la faccia di bianco pur di non passare inosservato.

     

    Mancia

    datteri datteri

    Mancia deriva dal francese antico «manche», che significa manica. Durante i tornei, le donne si staccavano le maniche dal vestito per donarle al cavaliere vincitore. Da qui deriva il significato odierno di mancia lasciata a chi svolge bene il suo lavoro.

    Tamarro

    Tamarro deriva dall'arabo tamr che significa dattero. «Tammar» indicava il mercante di datteri, tipologia di venditore che era solita vestirsi in maniera molto appariscente e pacchiana.

     

    registro nascite registro nascite

    Mignotta

    Come riportato dall’Enciclopedia Treccani, la parola mignotta deriva dal francese «mignotte» che significa favorita, letteralmente gatta per via dell’associazione delle prostitute all’indole ambigua del felino.

     

    Una teoria popolare, tuttavia scorretta, farebbe derivare il termine dalla seguente storia: nel Medioevo, quando era tristemente celebre la ruota dei conventi in cui abbandonare i neonati, appena la campanella collegata alla ruota suonava e una suora recuperava lo sfortunato bambino, questo veniva battezzato con un nome inventato.

     

    Quel nome veniva inserito nel registro del convento con la dicitura «Madre Ignota». Con il passare del tempo, le suore avrebbero incominciato a siglare la M. di Madre, scrivendo quindi «M. Ignota». Secondo questa teoria popolare, da quella sigla alla parolaccia che indica una donna di facili costumi il passo sarebbe stato breve.

     

    charles cunningham boycott charles cunningham boycott

    Boicottare

    Boicottare significa «impedire l’attività altrui». Deriva dal nome del capitano Charles Cunningham Boycott, amministratore del feudo irlandese di Lord Erne. Avendo aumentato il canone ai contadini, costoro per protesta smisero di consegnargli cibo, legna eccetera, isolandolo a tal punto che alla fine Boycott dovette lasciare l’Irlanda.

     

    Can can

    baccano baccano

    Can can inteso come «baccano» ha una bella storia alle spalle. A metà dell’Ottocento alcuni linguisti francesi si riunirono al Procope, un ristorante di Parigi, per stabilire se quamquam (“«ebbene» in latino) andasse pronunciato «quam quam» o «kam kam». Ne seguì una cagnara alla quale parteciparono anche gli altri clienti del ristorante, incominciando a gridare chi «quam quam», chi «kam kam». Da qui nacque can can inteso come baccano. Il tipico ballo francese del Moulin Rouge, nonostante ne condivida il nome, ha un’origine diversa: deriva da «canard», cioè anatra, perché i movimenti del fondoschiena delle ballerine ricorderebbero quelli del palmipede.

    hamburger hamburger

     

    Hamburger

    La parola Hamburger indicava la specialità tipica della città di Amburgo (in tedesco e in inglese Hamburg). L’hamvenne in seguito erroneamente interpretato come prosciutto (in inglese ham, appunto) e burger quale suffisso indicante panino. Tale suffisso venne poi lessicalizzato (ossia trasposto dalla sintassi al lessico) e utilizzato in erronee formazioni quali Cheeseburger, Fishburger e via dicendo.

    i bischeri e la casa i bischeri e la casa

     

    Bischero

    Bischero nel dialetto toscano indica una persona scema e babbea. Nella Firenze del Trecento viveva la famiglia Bischeri, proprietaria di una casa nel quartiere dove si sarebbe dovuto edificare Palazzo Vecchio. Il quartiere andava raso al suolo ma i Bischeri furono l’unica famiglia a non accettare l’indennizzo per abbandonare la casa. Quando la loro rimase l’unica abitazione del quartiere, il comune decise di espropriarla così i Bischeri si ritrovarono senza casa e senza indennizzo. Da allora chi si comporta da scemo viene definito “bischero”.

    ok ok

     

    Okay

    La locuzione «okay», scritta più frequentemente con le sigle OK e O.K., indica positività e sostituisce l’espressione «va bene».

     

    Ne sono state date molte spiegazioni, alcune poco plausibili. Quella accertata riportata dalla Treccani è che apparve nel 1840 quando, nell’anno delle elezioni presidenziali, un comitato per la rielezione del presidente in carica, Martin van Buren (soprannominato «il mago di Kinderhook» dal suo villaggio d’origine) si fece chiamare Old Kinderhook Club, abbreviato in O. K. Club; la sigla, interpretata come iniziali di oll korrect per all correct («tutto esatto»), ha avuto subito fortuna ed è passata dal gergo politico al parlato con il significato di «sta bene».

     

    Tra le tante spiegazioni avvincenti ma poco plausibili nate negli anni, c’è anche quella che racconta che la sigla OK veniva usata durante la Guerra di secessione americana nei bollettini dal fronte per indicare «zero killed», ossia «nessun soldato ucciso».

     

    Assassino

    La parola assassino deriva dall'arabo «hasciscin» e indicava una popolazione che faceva uso di una bevanda inebriante derivata dall’hashish (le foglie della canapa indiana) che rendeva particolarmente temerari nonché sanguinari. Dopo le Crociate, la parola venne utilizzata per indicare coloro che assaltavano i viandanti per depredarli o ucciderli.

    bus bus

     

    Bus

    Il primo mezzo di trasporto pubblico fu inaugurato a Londra. Questa carrozza, a differenza delle precedenti, non era più solo privilegio di nobili e ricchi ma era per tutti. Da qui il suo nome Omnibus, ossia «per tutti» in latino. In seguito la desinenza bus fu erroneamente interpretata come il suffisso indicante i mezzi di trasporto e venne lessicalizzato (ossia trasposto dalla sintassi al lessico). Bus diede poi origine a formazioni sbagliate (ma ormai universali) come autobus, filobus e scuolabus.

     

    Robot

    robot robot

    Non molti lo sanno però robot non è una parola inglese. In realtà è una parola che deriva da una delle lingue più complicate d’Europa: la lingua ceca. In Ceco «robota» significa lavoro forzato e a sua volta è un termine che deriva dall’antica parola slava «rabota» (servitù). Il termine robot fu utilizzato per la prima volta nell’opera di teatro R.U.R. dallo scrittore cecoslovacco di fantascienza Karel Capek.

     

    Croissant

    La parola francese croissant che indica il cornetto dolce che ha la forma della mezzaluna si riferisce proprio alla Luna crescente, dal verbo francese croître che significa crescere. Quel nome e quella forma alludevano alla mezzaluna turca poiché i primi croissant furono prodotti a Vienna nel 1689 proprio per celebrare la vittoria sui Turchi.

    rubinetto rubinetto

     

    Rubinetto

    Rubinetto deriva dal francese «robinet», ossia «piccolo montone» («Robin» era un nome comunemente dato alle pecore), perché in Francia la chiavetta di apertura dell’acqua un tempo era ornata proprio con una testa di montone .

     

    Ciao

    Ciao deriva dal dialetto veneto. I veneziani, incontrando qualcuno, erano soliti dire: «Schiavo suo». Questa espressione andò contraendosi e modificandosi: prima perse il «suo» e rimase solo «schiavo», dopodiché caddero la esse, l’acca e la vi di schiavo - (s) c (h) ia (v) o- e rimase solamente «ciao». Oggi è la più diffusa forma di saluto utilizzata in Italia.

    ciao ciao

     

    Pomata

    In origine la pomada o pommade era un intruglio cosmetico al quale ricorreva la vanitosa Regina Elisabetta I d’Inghilterra composto da sugna, acqua di rose e purea di mele. Il suo nome deriva da quest’ultimo ingrediente: la mela (pomo in italiano, pomme in francese e pomum in latino, inteso come frutto in generale), componente di base. Dato che la pomada si spalmava, il termine finì per significare nella forma «pomata» una qualsiasi preparazione di consistenza molle.

     

    pomata pomata

    Maratona

    Il termine maratona indica una gara podistica su un percorso di km 42,192. Il nome risale alla vittoria dell'ateniese Milziade (490 a. C.) che sconfisse l’esercito persiano nella piana di Maratona. Dopo la battaglia, il guerriero Fidippide percorse l'intera distanza tra Maratona e Atene di corsa per portare agli ateniesi la notizia della vittoria. Morì subito dopo aver dato l'annuncio.

     

    Estroso

    Estroso letteralmente significa «punto dai tafani» perché oistros in greco è il tafano. L’estroso è colui che, come punto dai tafani, mostra irrequietezza e furore, due caratteristiche principali dell'inventiva di chi è creativo.

    maratona maratona

     

    Liberty

    La parola liberty indica uno stile di architettura, arredamento e moda, sinonimo di Art Nouveau. Deve il suo nome al signor Arthur Liberty, titolare di un negozio di Londra che vendeva (e vende ancora nell’omonimo gran magazzino di Regent Street, a Londra) tessuti orientali e orientaleggianti ricchi di ghirigori, curve e spirali, quelle che oggi definiremmo per l’appunto le tipiche decorazioni liberty. Fu proprio Mister Liberty a propagandare tale stile che così prese il suo nome.

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