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D.A. per Dagospia
Benvenuti all'inferno. Questo che faremo è un viaggio senza ritorno. Percorreremo una via a senso unico. Non è ammesso svoltare, né fare retromarcia. Una volta entrati non si può tornare indietro. Bisogna solo andare avanti. O parcheggiare.
Siamo in Via Sammartini a Milano. Alle spalle della Stazione Centrale. Luogo di passaggio. Territorio di transito.
Premessa. Negli anni '90 -2000 questi 200mt di asfalto e piacere hanno rappresentato l'epicentro della movida hard milanese. La liberazione dagli stereotipi della Milano "da-bere" tutta modelle, cocaina e rampanti imprenditori. Qui c'erano i primi locali simbolo della libertà sessuale. Della verità esibita e urlata.
Su questi marciapiedi Milano è riuscita per la prima volta a non vergognarsi dei suoi "buchi neri". Anzi li ha accettati, vissuti, esposti. Come dimenticare le notti folli, pubblicizzate e comunicate, dei mitici X-LINE e AFTER LINE! Questi locali hanno ospitato l'elite della movida che contava. Hanno aperto le porte a una visione moderna degli eccessi e della gioia di possederli e viverli.
Ora via Sammartini ha perso il suo smalto. E' diventata un'altra cosa. Vive di altre storie.
Con la crisi a Milano hanno chiuso tutti i â'cinema per adulti''. Che erano in realtà luoghi di raduno di markettari a basso costo. Romeni, ucraini, moldavi, bulgari,arabi che si accoppiavano nei cessi con distinti signori ultracinquantenni per 20 euro.
Tutta la prostituzione più bassa (nel senso di più disperata e violenta) ora con la chiusura anche dell'ultimo cinema, il mitologico Argo di viale Padova, si sta riversando qua. Causando non pochi problemi e casini.
Il nostro Caronte, quello che ci traghetterà alla conoscenza di questi pochi metri di cemento e di tragedie, si chiama Alessandro. E' un bel ragazzotto biondo di 27 anni. Arriva da Lecce. Ha una figlia di tre anni e una ex moglie da mantenere. Faceva il pizzaiolo. A Quarto Oggiaro, periferia estrema di Milano. Ora la sua pizzeria causa crisi ha chiuso. Lui non inforna più pizze e calzoni. Ma inforca pantaloni aderenti e canottiere taglia S e si vende (a uomini) a 50 euro all'ora. Qui è di casa e tutti lo rispettano.
Alessandro ci dice che qui sono due i locali che contano: il Next Grove e il VM18. Ci fa percorrere tutta la via. Ci sono nell'ordine: un supermercato gestito da indiani, un sexy shop, tre locali gay-trans, un ristorante cinese (che fa angolo) e alle spalle della via una nota sauna gay. Tutt'attorno il cemento grigio e spettrale che copre una delle facciate laterali della Stazione Centrale.
Prima tappa: Next Grove. E' un disco bar. Luci rosse e foto di Marilyn Monroe appese ovunque. Lampadari dell'Ikea e un enorme specchio dorato alla parete principale. Ad accoglierci Francesco Buscaglione, un simpatico e frizzante signore sulla cinquantina. E' colui che gestisce da 10 anni questo posto. Prima faceva l'imprenditore tessile. Appena ci vede dice: "dieci anni fa qui c'erano delinquenti e clienti. Ora ci sono rimasti solo i delinquenti!".
"Questa via è una vergogna -continua. Il degrado assoluto. Siamo stati lasciati soli dalle istituzioni. Qua si sono riversati tutti i peggio e più pericolosi markettari esodati dai cinema porno che hanno chiuso le serrande. La crisi ci sta ammazzando. E ci sta uccidendo la competizione straniera. Guardate qua vicino. Ha aperto un supermercato gestito da due indiani. Vendono alcolici tutta notte a costi bassissimi. Tipo come le farmacie che fanno i turni di notte. Lasciano aperto uno sportellino "ritagliato" nella serranda e vendono la qualunque. Il risultato? E' che noi non vendiamo più un cazzo."
Ma il Next Grove vive anche di serate a tema organizzate dalla mitologica trans Megan Villa (vedi foto). Una vera istituzione nel mondo della notte a Milano. Megan qua organizza sfilate trans e serate a tema, portandosi appresso sempre la sua corte di bonazzi, nani e ballerine. Nani veri. Pagati a peso d'oro ad un'agenzia specializzata. Lei prende solo nani gay e nane trans. E lo fa una volta all'anno. E qui l'ingresso è off-limit.
Ora Megan, vista la crisi, sta pensando bene di studiare. Sta facendo un corso al San Raffaele per specializzarsi in malattie legate alla terza età . Tipo alzaimer e demenza senile. La situazione è difficile. Un bel vecchietto benestante e rincoglionito può sempre tornare utile.
Seconda e ultima tappa: il VM18. Alessandro (il nostro Caronte) ci tiene assi a presentarci il Presidente di questo Club. E lo fa a ragione. Fiorenzo (il Presidente appunto) è infatti una persona assai a modo. Una persona perbene. Dopo una iniziale e naturale diffidenza si apre e si racconta. Fiorenzo ha rivalutato questo posto che nasce sulle ceneri del discusso X-LINE. Lo ha abbellito e lo ha fatto diventare un locale trendy e di target alto.
Il locale è bellissimo. Enorme. Si estende su due livelli. Troviamo già gli addobbi natalizi e ci accoglie una canzone di Celentano come sottofondo: "l'Emozione non ha voce". Arriviamo e percepiamo non un'atmosfera da "sesso estremo", ma piuttosto un'aria divertita e divertente (anche se qua si scopa come dei ricci). Al piano di sotto stanno facendo il Karaoke (da non crederci) e ci sono solo due etero: la cantante ufficiale Natasha e il Dj Fisco, che stasera fa pure da barista.
Tutt'attorno due categorie di clienti: uomini attempati e giovani palestrati provenienti da tutta Europa. Qua non ci sono markette. E se ci sono, sono di livello altissimo. Che è difficile distinguerle. Dopo il karaoke inizia la serata vera. Quella in cui ci si accoppia nei camerini al piano di sotto, o nella sala cineforum o nell'enorme dark room a tema sadomaso. I clienti attempati fanno nella vita la qualunque.
Abbiamo incontrato l'assicuratore, il revisore dei conti, il giornalista e il cassaintegrato Fiat. E ci ha colpito un personaggio strano. Un ragazzino ventenne che in testa si era messo un alberello di Natale. Si fa chiamare "Vanity Black" e dice di avere un negozio a Cologno Monzese, dietro gli studi Mediaset. In Via Indipendenza 6. E' âna pazza!!
Qui la serata cult è quella del venerdì. La serata "Sexy Bar" (vedi foto). In questa serata i camerieri (tanti) e i baristi stanno tutti nudi. Coperti solo da una striminzita parannanza. E tutti con i culi da fuori. E poi ci stanno una trentina di ragazzotti fisicati in mutande e perizomi che agitano le loro chiappe a suon di musica anni '80.
Fiorenzo ci tiene a ricordare 2 appuntamenti top: quello di Capodanno con 12 ore di musica e sesso no-stop (quale modo migliore per iniziare il 2014?) e soprattutto la lotteria che ne seguirà in cui in palio per il vincitore ci sarà un viaggio a scelta tra la movida gay di una di queste città : Atene, Susse, Marrakesh.
Salutiamo Caronte Alessandro che in cambio non ci chiede nulla) e incrociamo un signore sulla sessantina che si chiama Marco Meli. Ci dice che è proprietario di un bar in corso Buenos Aires e che tra qualche giorno aprirà in Via Mercadante 9 (Largo Argentina) il primo "Centro benessere gay" a Milano. Tu entri e ti trovi una 40ina di massaggiatori. Ne scegli uno (o quanti ne vuoi) e inizi il tuo personale "percorso benessere"...
 MILANO GAIA
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