Francesco Persili per Dagospia
vialli festa scudetto sampdoria
“Vialli? Era il più figo di tutti”. Pierluigi Pardo, a SkyTg24, ricorda l’ex attaccante scomparso oggi a 58 anni, il campionissimo che ha portato nel calcio lo spirito degli anni ’80-’90. Allegria e voglia di vincere. “Ha coniugato talento e intelligenza, ha dimostrato che si può essere professionali e avere una grande autoironia. Ricordo quella volta che si tinse i capelli biondo platino…”.
“Chi era il più bravo tra me e Gianluca? Non c’è paragone, io ero troppo più forte, ero il suo idolo”. La battuta di Roberto Mancini su Vialli restituisce la storia di una amicizia indissolubile che ha scandito la stagione d’oro della Sampdoria, che gli dedica un post da brividi sui social: “E perché, nonostante tutto, la nostra bella stagione è destinata a non finire mai. Continuerà a brillare in quel cielo cerchiato di blu su cui tu, Luca, hai firmato per sempre. “Per chi?”. “Per noi!”
mancini vialli
Massimo Marianella sottolinea il suo ruolo di “uomo spogliatoio” e evoca i suoi “padri calcistici”, il presidente Paolo Mantovani e il direttore sportivo Paolo Borea. Una squadra formato famiglia. La storia dei “sette nani”, le riunioni al ristorante, spaghettate di mezzanotte e partite a carte.
“La vittoria dell’Europeo con la nazionale a Wembley ha restituito a Gianluca quello che aveva perso a Italia ’90 e con la sfortunata finale di Coppa Campioni con la Sampdoria. La fascia di capitano se l’è portata fino in fondo. Durante la malattia Vialli è stato una guida, una fonte di ispirazione per tutti”.
vialli cerezo
“L’ho conosciuto nella sua anima gentile, ci sono esseri che come lui fanno parte dell’immortalità, in questo nuovo viaggio lo abbraccio profondamente, e mi dispiace non poterlo fare come l’ultima volta che ci siamo visti”, il saluto di Gianna Nannini che cantò le notti, per lui non troppo magiche, di Italia ’90.
Ad accompagnare, per l’ultima volta, guizzi e rovesciate di “Stradi-Vialli” la voce inconfondibile di Bruno Pizzul: “L’avevo conosciuto ai tempi della Cremonese, mi venne presentato con l’immagine di un ragazzo ribelle, di buona famiglia, che non aveva bisogno di guadagnare soldi. Il calcio era per lui divertimento. Alla Sampdoria cominciò a maturare come uomo. Aveva dentro di sé il piacere di divertirsi e di prendere per i fondelli un po’ tutti. Ai mondiali del ’90, durante le interviste entrava nelle inquadrature in un modo non sempre consono alla pudicizia”. Gol e leggerezza. Vialli resta il bomber della più bella stagione del calcio italiano.
zenga vialli